Tesi etd-11032023-144020 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VIVIANI, GIULIA
URN
etd-11032023-144020
Titolo
Valutazione della vulnerabilita' da attacchi esterni agli stabilimenti chimici e di processo: implementazione delle barriere di sicurezza.
Dipartimento
INGEGNERIA CIVILE E INDUSTRIALE
Corso di studi
INGEGNERIA CHIMICA
Relatori
relatore Prof. Landucci, Gabriele
Parole chiave
- asset damage
- asset risk
- baesyan network
- barriere di sicurezza
- economic damage
- PPS
- reti baesiane
- safety
- safety barriers
- security
- security barriers
- sicurezza industriale
- vulnerabilità
- vulnerability
Data inizio appello
24/11/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/11/2093
Riassunto
Negli ultimi anni l’Europa è stata teatro di diversi attacchi terroristici. Gli impianti chimici e di processo, per le grandi quantità di sostanze pericolose stoccate, alcune delle quali possono essere utilizzate per la fabbricazione di ordigni esplosivi, sono bersagli potenzialmente attrattivi per azioni di sabotaggio o terrorismo. Pertanto, la sicurezza di tali installazioni deve essere analizzata non solo dal punto di vista di scenari accidentali, quali malfunzionamenti, guasti, errori operativi, ecc., ma anche considerando eventi intenzionali, quali atti terroristici o sabotaggi. Nel primo caso, esistono metodologie e procedure consolidate per la quantificazione del rischio associato (analisi di sicurezza intesa come “safety” nel seguito), mentre la valutazione del rischio di eventi intenzionali (connotazione di “security” nel seguito) è ancora oggetto di studio.
Nel presente lavoro di tesi è stata sviluppata una metodologia quantitativa per supportare la valutazione del rischio associato agli incidenti causati da attacchi intenzionali a impianti chimici e di processo. In particolare, il rischio di security è definito come il prodotto tra la credibilità di un evento, la vulnerabilità dell’asset e le potenziali conseguenze di un attacco contro di esso. Il lavoro di tesi si è focalizzato sulla valutazione della vulnerabilità, tenendo conto sia delle barriere di security, che delle barriere di safety presenti in impianto. La vulnerabilità viene calcolata a seguito della modellazione dello specifico scenario all’interno di una rete Baesyana, uno strumento probabilistico che consente di rappresentare tutte le dipendenze condizionali tra le variabili di un sistema mediante distribuzioni di probabilità congiunte. È stata inoltre sviluppata una metodologia, partendo da una rivisitazione e da un approfondimento del Dow Fire and Explosion Index, che valuta gli impatti economici conseguenti la buona riuscita dell’azione malevola, i cui risultati sono a sua volta implementati all’interno della rete Baesyana.
L’applicazione della metodologia al caso studio che prende in esame un parco di stoccaggio carburanti ha dimostrato che la vulnerabilità dell’asset è minore nel caso in cui si considerano entrambi i tipi di barriere all’interno dell’analisi, rispetto a quando vengono prese in considerazione solo le barriere di safety o solo quelle di security, perché le prime contribuiscono a mitigare le conseguenze della buona riuscita dell’azione malevola, mentre le seconde diminuiscono la probabilità che l’attentato o il sabotaggio avvenga. Parlando in termini di impatti economici, considerare entrambi i tipo di barriere genera un impatto in media minore dell’11%, ma con diminuzioni che arrivano fino al 25% in scenari specifici.
In conclusione, essendo la metodologia descritta in questa tesi versatile e applicabile a una moltitudine di scenari diversi e specifici, può essere utilizzata dalle aziende come supporto decisionale in merito a possibili investimenti per ridurre la vulnerabilità dei propri asset nei confronti degli scenari di attacco e sabotaggio.
Nel presente lavoro di tesi è stata sviluppata una metodologia quantitativa per supportare la valutazione del rischio associato agli incidenti causati da attacchi intenzionali a impianti chimici e di processo. In particolare, il rischio di security è definito come il prodotto tra la credibilità di un evento, la vulnerabilità dell’asset e le potenziali conseguenze di un attacco contro di esso. Il lavoro di tesi si è focalizzato sulla valutazione della vulnerabilità, tenendo conto sia delle barriere di security, che delle barriere di safety presenti in impianto. La vulnerabilità viene calcolata a seguito della modellazione dello specifico scenario all’interno di una rete Baesyana, uno strumento probabilistico che consente di rappresentare tutte le dipendenze condizionali tra le variabili di un sistema mediante distribuzioni di probabilità congiunte. È stata inoltre sviluppata una metodologia, partendo da una rivisitazione e da un approfondimento del Dow Fire and Explosion Index, che valuta gli impatti economici conseguenti la buona riuscita dell’azione malevola, i cui risultati sono a sua volta implementati all’interno della rete Baesyana.
L’applicazione della metodologia al caso studio che prende in esame un parco di stoccaggio carburanti ha dimostrato che la vulnerabilità dell’asset è minore nel caso in cui si considerano entrambi i tipi di barriere all’interno dell’analisi, rispetto a quando vengono prese in considerazione solo le barriere di safety o solo quelle di security, perché le prime contribuiscono a mitigare le conseguenze della buona riuscita dell’azione malevola, mentre le seconde diminuiscono la probabilità che l’attentato o il sabotaggio avvenga. Parlando in termini di impatti economici, considerare entrambi i tipo di barriere genera un impatto in media minore dell’11%, ma con diminuzioni che arrivano fino al 25% in scenari specifici.
In conclusione, essendo la metodologia descritta in questa tesi versatile e applicabile a una moltitudine di scenari diversi e specifici, può essere utilizzata dalle aziende come supporto decisionale in merito a possibili investimenti per ridurre la vulnerabilità dei propri asset nei confronti degli scenari di attacco e sabotaggio.
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