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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11032023-100812


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
POTENTI, FRANCESCA
URN
etd-11032023-100812
Titolo
Percezione della Dignità in pazienti con patologie oncologiche
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof. Miniati, Mario
correlatore Dott.ssa Paroli, Mery
Parole chiave
  • Chronic pain
  • Dignità
  • Dolore cronico
  • Oncologia
  • Oncology
  • Psiconcologia. Dignity
  • Psycho-oncology.
Data inizio appello
23/11/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
23/11/2026
Riassunto
Il costrutto di “dignità” rimanda a varie definizioni accomunate dal concetto di multidimensionalità. Bonaccorso et al., (2016) la definiscono come una “nobiltà morale” che deriva dalla natura stessa dell’uomo, dalle sue qualità e dal rispetto che egli ha per sé stesso e che deriva dagli altri.
In una condizione come quella della malattia oncologica e dei trattamenti medici spesso invasivi che ne derivano, la dignità può essere compromessa. Il cancro, infatti, non colpisce solo la salute fisica ma ha un forte impatto anche sugli aspetti psicologici, relazionali e sociali della persona.
Il presente studio è stato condotto allo scopo di valutare la percezione di dignità, attraverso la somministrazione del Patient Dignity Inventory (PDI), in pazienti con patologie oncologiche e in follow up per dolore cronico, in associazione con altre variabili psicosociali, tra cui: il senso di demoralizzazione, valutato con la Demoralization Scale (DS), le strategie di coping adottate dalla persona dal momento della diagnosi, esplorate con il Mental Adjustment to Cancer Scale (MAC), e l’intensità del dolore percepito valutata con la Visual Analogue Scale (VAS).
Lo studio ha previsto due valutazioni (mediante auto-somministrazione o somministrazione tramite tecniche di intervista guidata): al base line (T0), dove un campione di pazienti con patologie oncologiche e dolore cronico (n=41) è stato valutato al momento della presa in carico presso la S.D. di Anestesia e Terapia del Dolore (A.O.U.P.), e a 2-4 mesi dalla prima valutazione, al termine della prima visita di follow up (T1) (completers: n=26).
I risultati emersi hanno evidenziato che il distress legato ad una compromissione della percezione di dignità correla positivamente e significativamente con il senso di demoralizzazione, con la sensazione di sentirsi senza speranza (HH), con i sentimenti di ansiose preoccupazioni (AP) e con la tendenza ad assumere atteggiamenti passivi e di rassegnazione nei confronti della malattia (F).
Confrontando i punteggi ottenuti dai pazienti che hanno completato entrambe le valutazioni (T0 e T1) emerge che, all’end point, oltre ad esserci un peggioramento del distress legato alla percezione di perdita della propria dignità, vi è anche un generale peggioramento dei punteggi ottenuti nelle altre scale analizzate (DS, VAS, FS, HH, AP, F). Il peggioramento dell’intensità della sintomatologia algica si verifica quindi in concomitanza con un incremento della sensazione di perdita di dignità e del senso di demoralizzazione, con un peggioramento dello spirito di combattimento (FS), una maggiore sensazione di sentirsi senza speranza (HH), maggiori preoccupazioni ansiose (AP) e con un aumento della tendenza ad assumere un atteggiamento passivo e di rassegnazione nei confronti della malattia (F). L’esplorazione della dimensione “dignità” e delle altre variabili psicosociali analizzate, ha quindi consentito di valutare un fenomeno importante e spesso sottovalutato in un setting particolarmente stressante per la persona da un punto di vista non solo fisico, ma anche e soprattutto psicologico. Preservare la dignità del paziente con patologia oncologica è fondamentale anche per assicurarsi una maggiore e adeguata aderenza alle terapie mediche.
Tuttavia, lo studio condotto presenta dei limiti che devono essere presi in considerazione; tra questi vi è la ridotta numerosità campionaria e il numero inferiore dei completers che hanno concluso entrambe le valutazioni (T0 e T1), rispetto ai pazienti che hanno condotto solo la valutazione al base line (T0). Pertanto, saranno necessarie ulteriori osservazioni che si basino su un campione più ampio per una osservazione più accurata della dimensione “dignità”.
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