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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11032005-080354


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Gjata, Ejvis
Indirizzo email
ejvis15@yahoo.it
URN
etd-11032005-080354
Titolo
Heiner Müller: Hamletmaschine
Dipartimento
LETTERE E FILOSOFIA
Corso di studi
LINGUE E LETTERATURE STRANIERE MODERNE
Relatori
relatore Crescenzi, Luca
Parole chiave
  • heiner müller
  • hamletmaschine
Data inizio appello
21/11/2005
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
21/11/2045
Riassunto
Heiner Müller, uno dei maggiori esponenti del teatro tedesco, definito “postdramatico”, è stato un personaggio che ha sempre suscitato polemiche e discussioni, soprattutto per la sua drammaturgia politica e le sue opere provocatorie. Fu un abile e cinico equilibrista dell’ideologia, capace di svolgere ruoli contrastanti, come quelli di collaboratore della Stasi, la polizia segreta della Repubblica Democratica Tedesca, e di dissidente morale, attaccato dalla critica ufficiale e persino espulso dall’Unione degli scrittori per oltre 25 anni. Godette di alterne fortune ma con lo Heiner Müller Projekt, tenuta ad Aia nel 1983, diventò definitiva la consacrazione internazionale del drammaturgo. Nel 1985, in patria, vinse il Georg Büchner Preis e dal 1992 fino agli ultimi giorni della sua vita, diresse il Berliner Ensemble.
Con una ampia produzione, le tematiche messe in luce dalle sue opere rispecchiano i problemi del mondo della produzione e del consumo, elaborano in chiave moderna elementi dell’antichità, sino all’esposizione del suo pensiero politico e teorico. La struttura aperta e il mescolamento di materiali eterogenei tipiche dei suoi drammi tendono a sottolineare la contraddittorietà dell’esistenza, escludendo in tal modo qualsiasi forma accomodante di lieto fine. Il suo teatro ebbe quali caratteristiche primarie la dialettica e la provocazione antitradizionale, grazie anche ad uno scambio ed un confronto tra passato letterario e mondo attuale, tra mito e realtà. Infatti la sua scrittura è di natura intertestuale, essenzialmente è riscrittura dei testi precedenti, un processo di citazione continua, cercando nuovi significati ma mai delle soluzioni.
Müller risponde anche alla voce di Shakespeare è la sua originalità sta nel fatto che lo fa nel modus della distruzione. Probabilmente per Müller questo è un modo efficace per conferire nuova attualità alle tragedie del 17°secolo. Infatti, gettata in una nuova epocale il Hamlet, è chiamato a fungere da stimolo per avviare nuovi processi di significazione e di conflitti; in particolare quest’opera espone la condizione degli intellettuali marxisti di fronte alla storia comunista in Europa. La temporalità retta dal “principio di rivoluzione” ed espressa attraverso Amleto e Ofelia mülleriani è frutto della logica marxiana. Risulta interessante pertanto, esaminare se e quali possono essere i punti in comune tra i due Hamlet e i “perché” che portano Müller a stravolgere uno dei capolavori di Shakespeare, il “genio” della letteratura inglese e mondiale.
Un altro punto sul quale soffermarsi è il concetto della donna nell’opera di Mueller ed il suo ruolo nella società moderna, ruolo assai diverso da quello attribuitole fino a quel momento. A tale scopo Müller ha sfruttato il recupero di soggetti mitologici e la rielaborazione dei motivi dell’antichità.
Occorre sottolineare che Müller è stato quasi sempre considerato l’erede eretico di Bertolt Brecht. E’ facilmente possibile accorgersi di questo, facendo un confronto tra lo stile e la forma di scrittura dei due drammaturghi. Entrambi infatti svilupparono ampiamente i drammi didattici che, come afferma lo stesso Müller, “mettono in questione il mondo ma non pretendono di essere delle risposte”. Tuttavia questa condizione di discendenza ha creato a Müller non poche difficoltà e conflitti, specialmente con chi faceva una lettura ortodossa dell’opera di Brecht.
Un altro momento significativo nell’opera di Müller è il tentativo di ripristino del senso storico nell’arte.
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