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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11022020-164330


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
ARCES, FRANCESCO
URN
etd-11022020-164330
Titolo
Cancro colo-rettale non metastatico in urgenza: risultati "short-term" del trattamento chirurgico
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
CHIRURGIA GENERALE
Relatori
relatore Prof. Chiarugi, Massimo
Parole chiave
  • surgical outcome
  • emergency surgery
  • trattamento chirurgico
  • colorectal cancer
  • urgenza
  • canco colon-retto
Data inizio appello
20/11/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/11/2090
Riassunto
INTRODUZIONE
Il tumore del colon-retto è il terzo tipo di cancro più comune in assoluto, rappresentando il tumore a maggiore insorgenza nella popolazione italiana. Il principale tipo di trattamento è rappresentato dalla resezione chirurgica del tumore primitivo e dei linfonodi regionali, che può avvenire in combinazione con la terapia adiuvante. Quest’ultima viene effettuata in base allo stadio TNM della malattia. La ricerca di alterazioni molecolari specifiche del cancro del colon-retto come l’instabilità legata a microsatelliti (MSI), l’instabilità cromosomica (CIN) e la metilazione aberrante del DNA può contribuire a una migliore prognosi e trattamento della malattia. Tuttavia, il tumore del colon può manifestarsi in urgenza tramite complicanze quali occlusione, perforazione ed emorragia, che non permettono una completa stadiazione come quella eseguita nel paziente elettivo. Nell’urgenza, come nell’ elezione, la terapia chirurgica deve essere rivolta non solo alla risoluzione del problema, ma anche all’ottenimento di un’adeguata radicalità oncologica, pur tenendo in considerazione le condizioni generali e l’età del paziente, la localizzazione e lo stadio della neoplasia.
SCOPO DELLO STUDIO
Descrivere in termini di outcome demografici, chirurgici, istologici e molecolari i pazienti affetti da neoplasia del colon manifestatisi con caratteristiche di urgenza.
MATERIALI E METODI
In questo studio, sono stati presi in considerazione tutti i pazienti sottoposti ad intervento chirurgico resettivo per neoplasia del colon presentatasi in urgenza durante il periodo 2014-2010 presso l’U.O di Chirurgia d’Urgenza di Pisa.
Sono stati esclusi dallo studio pazienti con malattia metastatica alla diagnosi (stadio IV).
Tutti i pazienti inclusi sono stati selezionati in base alla diagnosi di tumore del colon associata ad una o più delle seguenti caratteristiche: occlusione intestinale; perforazione (neoplastica o diastasica); emorragia digestiva inferiore.
Sono state considerate le seguenti caratteristiche dei pazienti:
• Età, sesso, BMI;
• ASA;
• sede, tipo di presentazione della neoplasia;
• biopsia preoperatoria;
• tipologia d’intervento (laparotomico, laparoscopico/eventuale conversione);
• pezzo operatorio (lunghezza margine libero, numero linfonodi esaminati, numero linfonodi metastatici, presenza di mucina o aspetti ad anello con castone, T, N, M, grading, analisi molecolare)
• out-come a breve termine (re-interventi, morbilità, mortalità, degenza post-operatoria).
esame.
I valori quantitativi sono riportati come numero assoluto con associata deviazione standard, mentre le variabili qualitative sono state descritte come percentuali.
RISULTATI
Durante il periodo di studio considerato, sono stati inclusi 81 pazienti operati per un tumore del colon-retto complicato. I pazienti avevano un’età media di 74 anni (±14), divisi tra 48 donne (60%) e 33 uomini (40,%). La media dell’indice di massa corporea era pari a 23,1 (±7), mentre la media dello score ASA era pari a 3 (±1). Le neoplasie avevano localizzazione: sigma (32%), ceco (17%); colon destro (15%), retto (7,4), flessura sinistra (6%) flessura destra (6%), trasverso (5%). La maggior parte dei pazienti si presentava in sala operatoria con diagnosi di occlusione (78%) di cui 6 (10%) erano perforati diastasici. I rimanenti pazienti si presentavano con perforazione in sede di neoplasia (11,1%) e con sanguinamento attivo (16%). Venivano effettuate 34 biopsie preoperatorie (42%) che evidenziavano: 27 adenocarcinomi (79%); 5 adenomi con displasia di alto grado (15%) ed 1 neoplasia epiteliale maligna (3%). Su 81 pazienti, in 57 (70%) veniva deciso di effettuare interventi con tecnica open mentre in 24 (30%) la tecnica utilizzata era laparoscopica. Cinque dei 24 interventi laparoscopici (21%), venivano convertiti con tecnica open. Le due tipologie più frequenti di intervento erano emicolectomia destra (27%) e la resezione del sigma (17%). A seguito dell’intervento, la degenza media dei ricoveri era di 11,6 (±7) giorni. Durante la degenza si sono presentate complicanze, sia mediche (31%) che chirurgiche (11%). La frequenza maggiore dello score di Clavien Dindo era pari a 2. È stato necessario effettuare un reintervento in 4 pazienti (5%) per le seguenti cause: deiescenza anastomotica; deiescenza della parete addominale; raccolta addominale ed emorragia acuta (rettorraggia). Il numero dei decessi durante la degenza post-operatoria è stato 2 (3%).
All’ esame istologico, la media del margine libero pari a 12,4 cm (± 10) ed i linfonodi prelevati durante gli interventi erano in media 28,08 (± 12). Il numero di linfonodi metastatici in media era pari a 16 (±15).
Dall’analisi istopatologica, i reperti operatori mostravano prevalentemente una stadiazione della malattia riferibile a pT3N0Mx (40%), con un grading in maggioranza pari a G3 (52%).
L’analisi istopatologica post-intervento refertava per tutti i pazienti la presenza di un adenocarcinoma. Tra questi, 21 avevano aspetti mucinosi (26%) ed 1 presentava aspetto ad anello con castone (1%).
Per quanto riguarda l’analisi molecolare, veniva analizzata l’instabilità dei microsatelliti su 64 pazienti (79%). La maggioranza presentava una bassa/assente instabilità dei microsatelliti (75%). Invece, le indagini per l’analisi mutazionale di BRAF e KRAS venivano eseguita su un totale di 28 (36%) pazienti; tra questi 6 mostravano mutazioni di BRAF (21%), 10 di KRAS (36%) e in 8 non si evidenziavano mutazioni (43%).
DISCUSSIONE E CONCLUSIONI
La patologia neoplastica del colon in urgenza è piuttosto frequente nella popolazione anziana, non presenta differenze di distribuzione tra colon destro e sinistro, e viene trattata principalmente con un intervento chirurgico open. Sebbene i pazienti con questa diagnosi giungano al tavolo operatorio senza aver effettuato una completa stadiazione del tumore, si riesce comunque a rispettare i criteri di radicalità oncologica. I tumori del colon retto in urgenza sono generalmente aggressivi, non differenziati e a prognosi peggiore.
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