Tesi etd-11022020-123653 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GREGORINI, ALICE
URN
etd-11022020-123653
Titolo
Cambiamento climatico e migrazioni forzate: futuri scenari di cooperazione internazionale in Africa subsahariana
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Tomei, Gabriele
Parole chiave
- Africa subsahariana
- cambiamento climatico
- climate change
- cooperazione internazionale
- energy transition
- environmental justice
- forced migration
- giustizia ambientale
- international cooperation
- migrazioni forzate
- sub-saharan Africa
- transizione energetica
Data inizio appello
30/11/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
30/11/2090
Riassunto
L’obiettivo di questa ricerca è stato quello di delineare le caratteristiche principali del rapporto diadico sviluppatosi tra cambiamento climatico e migrazioni forzate, concentrandosi in particolar modo su come il primo sia diventato una nuova root cause delle migrazioni.
Nel primo capitolo è stato analizzato sia l’impatto ambientale esercitato dai Paesi Sviluppati e dai Paesi in via di Sviluppo sia il ruolo assunto dal “migrante climatico” o “profugo ambientale”: in merito a esso è stato analizzato il contesto nel quale questa figura si è formata e la situazione di criticità sociale e giuridica nel quale esso si trova.
Nel secondo capitolo l’interesse è stato quello di comprendere come il cambiamento climatico abbia portato a nuove dinamiche migratorie e come queste si siano intersecate con le migrazioni derivanti da altre situazioni di vulnerabilità, quali conflitti, guerre e persecuzioni, elementi che vengono ulteriormente peggiorati dall’incremento demografico e dalla crisi del mondo rurale. Nello specifico, è stato esaminato il vastissimo territorio dell’Africa subsahariana, analizzando le conseguenze derivanti dal peggioramento delle condizioni climatiche e dei conseguenti disastri ambientali, i quali hanno notevolmente ridotto la resilienza agli shock esterni da parte delle comunità locali, portandole a spostarsi.
Nel terzo capitolo sono state analizzate alcune azioni fondamentali intraprese a livello internazionale, avviate come conseguenza di una parziale ma fondamentale presa di coscienza delle situazioni in discussione. Dunque, è stata elaborata una disamina delle caratteristiche di alcuni progetti della comunità internazionale ed europea, concentrando l’attenzione sulla COP 21 di Parigi, sull’Agenda 2030 e i derivanti Sustainable Development Goals ed infine sulla COP 25 di Madrid. In un secondo momento sono stati analizzati alcuni programmi istituiti dalle Nazioni Unite in merito alla tutela degli ecosistemi e delle risorse ambientali dell’Africa subsahariana, analisi che è stata seguita dal successivo approfondimento di un’importante iniziativa intergovernativa, l’Agenda Nansen, la quale è stata elaborata in autonomia da parte di uno specifico gruppo di Paesi.
Nel quarto e ultimo capitolo sono stati approfonditi alcuni progetti europei, tra i quali l’EU Emergency Trust Fund for Africa del 2015 e alcuni progetti rientranti nella “Programmazione europea del periodo 2021-2027”, per riuscire a comprendere in che modo l’Unione Europea abbia intenzione di creare processi di tutela e di sviluppo ambientale di lungo periodo, che siano integrati con le attività delle comunità locali.
In conclusione, sono state analizzate alcune azioni di cooperazione internazionale e di aiuto allo sviluppo sostenibile da attuare nei territori più a rischio dell’Africa subsahariana, rilevando l’urgente necessità di avviare processi di transizione ecologica ed energetica e di ottenere un’effettiva giustizia ambientale.
Nel primo capitolo è stato analizzato sia l’impatto ambientale esercitato dai Paesi Sviluppati e dai Paesi in via di Sviluppo sia il ruolo assunto dal “migrante climatico” o “profugo ambientale”: in merito a esso è stato analizzato il contesto nel quale questa figura si è formata e la situazione di criticità sociale e giuridica nel quale esso si trova.
Nel secondo capitolo l’interesse è stato quello di comprendere come il cambiamento climatico abbia portato a nuove dinamiche migratorie e come queste si siano intersecate con le migrazioni derivanti da altre situazioni di vulnerabilità, quali conflitti, guerre e persecuzioni, elementi che vengono ulteriormente peggiorati dall’incremento demografico e dalla crisi del mondo rurale. Nello specifico, è stato esaminato il vastissimo territorio dell’Africa subsahariana, analizzando le conseguenze derivanti dal peggioramento delle condizioni climatiche e dei conseguenti disastri ambientali, i quali hanno notevolmente ridotto la resilienza agli shock esterni da parte delle comunità locali, portandole a spostarsi.
Nel terzo capitolo sono state analizzate alcune azioni fondamentali intraprese a livello internazionale, avviate come conseguenza di una parziale ma fondamentale presa di coscienza delle situazioni in discussione. Dunque, è stata elaborata una disamina delle caratteristiche di alcuni progetti della comunità internazionale ed europea, concentrando l’attenzione sulla COP 21 di Parigi, sull’Agenda 2030 e i derivanti Sustainable Development Goals ed infine sulla COP 25 di Madrid. In un secondo momento sono stati analizzati alcuni programmi istituiti dalle Nazioni Unite in merito alla tutela degli ecosistemi e delle risorse ambientali dell’Africa subsahariana, analisi che è stata seguita dal successivo approfondimento di un’importante iniziativa intergovernativa, l’Agenda Nansen, la quale è stata elaborata in autonomia da parte di uno specifico gruppo di Paesi.
Nel quarto e ultimo capitolo sono stati approfonditi alcuni progetti europei, tra i quali l’EU Emergency Trust Fund for Africa del 2015 e alcuni progetti rientranti nella “Programmazione europea del periodo 2021-2027”, per riuscire a comprendere in che modo l’Unione Europea abbia intenzione di creare processi di tutela e di sviluppo ambientale di lungo periodo, che siano integrati con le attività delle comunità locali.
In conclusione, sono state analizzate alcune azioni di cooperazione internazionale e di aiuto allo sviluppo sostenibile da attuare nei territori più a rischio dell’Africa subsahariana, rilevando l’urgente necessità di avviare processi di transizione ecologica ed energetica e di ottenere un’effettiva giustizia ambientale.
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