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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11022020-115525


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
MARTINELLI, CATERINA
URN
etd-11022020-115525
Titolo
Anastomosi pancreatico-digiunale in chirurgia tradizionale ed in chirurgia robotica.
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
CHIRURGIA GENERALE
Relatori
relatore Boggi, Ugo
Parole chiave
  • Pancreaticoduodenectomia
  • Pancreaticodigiunoanastomosi
  • Pancreas
Data inizio appello
20/11/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/11/2060
Riassunto
La pancreaticoduodenectomia (PD) rimane il gold standard per il trattamento dei pazienti affetti da neoplasie della testa del pancreas, neoplasie periampollari ed anche alcune patologie benigne.
La PD quando eseguita in centri ad elevato volume ha una mortalità minore del 3-5%. Nonostante la bassa mortalità, la morbidità rimane comunque alta, dovuta principalmente allo sviluppo di fistola pancreatica post-operatoria clinicamente rilevante (CR-POPF).
La fistola pancreatica post-operatoria (POPF) rappresenta infatti la complicanza più severa della PD. Nonostante infatti la disponibilità di risk scores, l’utilizzo di nuove tecniche chirurgiche e l’uso di strategie terapeutiche mirate, l’outcome della PD rimane influenzata principalmente dalla gravità della POPF; la cui incidenza permane, secondo alcuni recenti studi prospettici, in circa l’11% dei pazienti.
Le possibili conseguenze della CR-POPF sono: le raccolte intra-addominali, il ritardo di canalizzazione alta (DGE), il re-intervento, l’emorragia post-pancreasectomia (PPH), maggiore ospedalizzazione, ri-ammissioni, e aumento del rischio di mortalità.
I fattori di rischio per lo sviluppo della CR-POPF sono ben conosciuti: pancreas friabile, dotto pancreatico principale di piccolo calibro (< 3 mm), la sua localizzazione posteriore, patologia di base che non determina dilatazione del Wirsung (cancro dei dotti biliari, neoplasie ampollari, duodenali, cistiche, NET), perdite di sangue intra-operatorie > di 1000 mL, e l’esperienza del chirurgo.
Molti studi sono stati eseguiti per dimostrare l’efficacia di una tecnica anastomotica rispetto ad un’altra. Non esiste però un chiaro consenso sull’approccio chirurgico migliore per ridurre il rischio di CR-POPF.
La tecnica utilizzata per eseguire la pancreatico-digiuno-anastomosi risulta essere quindi un fattore prognostico importante per lo sviluppo della POPF da cui ne deriva la necessità di comprendere se la tecnica robotica permette di eseguire tale anastomosi con gli stessi risultati della tecnica tradizionale.
Molti studi riportano la fattibiltà e sicurezza della pancreaticoduodenectomia robotica (RPD), con i numerosi vantaggi che la mini-invasività porta con se: il paziente avverte meno dolore, si riduce l’assunzione di farmaci antidolorifici come FANS e morfina, con riduzione delle complicanze ad essi legate; ha inoltre una pronta mobilizzazione con minori complicanze trombotiche venose profonde e respiratorie; la cicatrice chirurgica è più piccola con migliori risultati estetici e una mobilizzazione già il giorno stesso dell’intervento, con una più veloce ripresa delle attività lavorative e quindi con un importante vantaggio socio-economico e, molto più importante, con un ridotto ritardo nell’iniziare un trattamento chemioterapico.
La RPD mostra inoltre la stessa percentuale di resezioni R1 nel cancro del pancreas (PC) rispetto alla tecnica “open” (OPD).
Nel 2000 Blumgart ha descritto una nuova tecnica per le anastomosi pancreatiche. L’innovazione di questa tecnica stava nella sutura “tension free” fra il digiuno e il moncone pancreatico usando punti transfissi, l’anastomosi veniva poi completata con una sutura dutto-mucosa tradizionale (Cattell -Warren). La tecnica di Blumgart originale utilizzava da quattro a sei punti di sutura a forma di U sieromuscolari transpancreatici per approssimare il pancreas e il digiuno è stata poi modificata utilizzando da uno o tre punti di sutura. Nel metodo originale, le suture erano legate alla parete pancreatica, mentre i punti di sutura cadono sulla parete ventrale del digiuno nel metodo modificato.
Lo scopo di questo studio è dunque quello di confrontare la performance dei due diversi tipi di tecniche di pancreatico-digiuno-anastomosi eseguite presso il Nostro Centro durante gli interventi di duodenocefalopancreasectomia “open” e robot-assistita: la tecnica tradizionale duct-to-mucosa secondo Cattell- Warren e la tecnica secondo Blumgart modificata, considerando come outcome primario la genesi della fistola pancreatica.
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