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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11022010-152344


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BIANCHI, CRISTINA
URN
etd-11022010-152344
Titolo
Identificazione e caratterizzazione genotipica e fenotipica dei soggetti a rischio di diabete
Settore scientifico disciplinare
MED/13
Corso di studi
SCIENZE ENDOCRINE E METABOLICHE
Relatori
tutor Prof. Del Prato, Stefano
Parole chiave
  • disglicemia
Data inizio appello
12/11/2010
Consultabilità
Completa
Riassunto
Introduzione. La prevalenza del diabete mellito tipo 2 (DM2) è in aumento in tutto il mondo. L’individuazione di strumenti migliori per lo screening del DM2 e per l’identificazione dei soggetti ad elevato rischio può favorire un intervento mirato più efficace ed economicamente vantaggioso.
Obiettivo dello studio. Lo studio GENFIEV (GENetica, FIsiopatologia ed Evoluzione del diabete tipo 2) si propone di identificare le caratteristiche genotipiche e fenotipiche dei soggetti che sviluppano DM2.
Pazienti e metodi. A tal fine 1017 soggetti (589 donne e 428 uomini), indirizzati dal medico di medicina generale al Centro Diabetologico perché ad alto rischio di diabete (screening opportunistico) sono stati sottoposti a questionario FINDRISC, visita medica, esami ematochimici di routine ed OGTT con misurazioni multiple di glicemia, insulinemia e c-peptide per la valutazione della secrezione e della sensibilità insulinica. Sono stati, inoltre, valutai i seguenti polimorfismi rs7903146 di TCF7L2 e rs1111875 di HHEX/IDE.
Risultati. Gli algoritmi di rischio basati su criteri clinici (come il questionario FINDRISC) rappresentano uno strumento efficace per la predizione del DM2. Tale capacità predittiva può essere migliorata con l’uso di biomarcatori di rischio non tradizionali. Il deficit di secrezione insulinica rappresenta l’alterazione metabolica caratteristica della condizione di disglicemia. Nell’ambito dei soggetti ad alto rischio di DM2 ma con normale regolazione glicemica è possibile identificare un deficit della funzione β-cellulare correlato a valori glicemici più elevati già nelle fasi precoci del carico orale di glucosio (1 ora). Nella popolazione italiana il TCF7L2, uno dei geni di rischio candidati, risulta altamente prevalente fra i soggetti con alterazioni della regolazione glucidica e si associa al difetto della funzione β-cellulare. Gli effetti epistatici di altri geni possono potenziare le azioni del TCF7L2 a livello β-cellulare. L’identificazione di soggetti a rischio di DM2 può contribuire a ridurre l’impatto di tale condizione sul rischio cardiovascolare.
Conclusioni. La caratterizzazione clinica e fisiopatologica dei soggetti a rischio di DM2 può contribuire ad identificare gruppi di individui a rischio più elevato ai quali indirizzare maggiori risorse per la prevenzione della malattia.
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