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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11012020-114233


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ULIVARI, CHRISTIAN
URN
etd-11012020-114233
Titolo
Le idee come base della conoscenza in Locke e Hume
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Gronda, Roberto
controrelatore Turbanti, Giacomo
Parole chiave
  • conoscenza
  • impressioni
  • idee
  • dati sensoriali
  • empirismo
  • proposizioni.
Data inizio appello
16/11/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Lo scopo di questa tesi è quello di analizzare alcune teorie epistemologiche, sviluppate dall’empirismo anglosassone, sul rapporto esistente tra le idee del contenuto sensibile e la conoscenza che si sviluppa da esse, cercando poi di mostrare come queste teorie vengano riprese e discusse in un’epoca contemporanea. La tesi si suddivide essenzialmente in tre capitoli, nel primo capitolo l’obiettivo è quello di indagare il pensiero epistemologico di Locke, partendo dal presupposto che la mente umana è come un foglio bianco da poter continuamente riempire di idee. Tali idee vengono prodotte mediante l’esperienza sensibile e lungo tutti gli sviluppi del primo capitolo si capirà che secondo Locke la conoscenza altro non è che una percezione che la nostra mente ottiene tramite un rapporto di discordanza o concordanza delle idee, determinando quindi il legame esistente fra le idee e la conoscenza. Nel secondo capitolo ci si soffermerà sul pensiero di Hume, evidenziando differenze e similitudini che ci sono tra la sua linea di pensiero e quella di Locke, poiché se da una parte è evidente che Hume riprende l’impostazione lockiana, dall’altra parte è anche vero che c’è una differente prosecuzione della sua teoria epistemologica. Si mostrerà come anche Hume pone le percezioni in qualità di fondamenta su cui si muove la conoscenza umana, ma anche che afferma l’esistenza di due forme di rappresentazione dei fenomeni sensoriali: l’impressione e l’idea. Durante il secondo capitolo verranno analizzate nello specifico caratteristiche e proprietà dei suddetti fenomeni e il modo in cui secondo Hume tendono a determinare la conoscenza, conseguentemente a una teoria della conoscenza che lo stesso Hume stabilisce. Infine, nel terzo capitolo si andrà ad analizzare come questi due pensieri sul rapporto fra idee e conoscenza vengono ripresi da due filosofi vissuti nel XX secolo (Sellars e Ayer) e con quali risultati. Nel primo caso vedremo come essendo in polemica con l’empirismo logico, e con quelle posizioni a esso più o meno direttamente ispirate, reputa che gli empiristi si sbagliano nel sostenere che la nostra consapevolezza della realtà dipende soltanto dalle sensazioni che sono percepite dagli individui. Infatti, affinché la conoscenza sia qualcosa di consistente, e non un mero gioco dell’intelletto, Sellars afferma che è necessario un chiaro ancoraggio di essa alla dimensione empirica. La conoscenza deve essere basata su fondamenti empirici, i quali rappresentano dei report non inferenziali per Sellars e quindi sono degli atti linguistici che fanno parte del dare e ricevere ragione su qualcosa. Ciò che si evidenzia è che solo se il fondamento empirico non ha alcuna connessione con la sfera concettuale può costituire una base per la conoscenza che, altrimenti, privata di una base empirica, diventa un atto puramente autoreferenziale, senza alcun aggancio con il mondo. Questa tesi a grandi linee dimostrerà che Sellars si distacca e nega completamente ciò che avevano affermato Locke e Hume nelle loro teorie. Nel secondo caso con Ayer vedremo come egli mantiene una teoria della conoscenza abbastanza in continuità con quella empiristica, dove i dati sensibili svolgono una funzione epistemica di spessore in quanto costituiscono il contenuto degli enunciati descrittivi, ai quali è possibile ricondurre mediante un’analisi empirica i concetti più astratti e le teorie più generali. Sebbene Ayer ripropone la stessa divisione di proposizioni che attribuisce a Hume e Locke, ovvero le classi relative ai dati di fatto da una parte e le relazioni di idee dall’altra parte; non mantiene i medesimi elementi della cognizione, perché per Ayer le impressioni da sole sono equiparabili a un’esperienza sensoriale, mentre le idee non sono affatto percezioni. Più o meno queste sono le tappe che verranno affrontate lungo questa tesi con i vari obiettivi che diventeranno evidenti una volta che sarà stato interamente esaminata.
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