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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11012019-124500


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
RUSSO, ALESSIA
URN
etd-11012019-124500
Titolo
Le possibilità di azione secondo l'approccio enactive alla percezione
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof.ssa Calamari, Elena
Parole chiave
  • possibilità di azione
  • percezione
  • enactivism
  • ambiente
  • agente
Data inizio appello
18/11/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le possibilità di azione orientano l’attività di un agente mettendo in luce ciò che l’agente può o non può fare in relazione al contesto (fisico e sociale) in cui si trova, alla propria struttura biologica e a quelle che vengono qui definite leading priorities (priorità dominanti). Le priorità dominanti stabiliscono ciò che è rilevante o meno in un determinato contesto spazio-temporale in riferimento all’agente, determinando quali informazioni ambientali sono importanti, quali no e in che misura. Questo lavoro si presenta come un tentativo di delineare un modello di comprensione del comportamento, capace di rendere conto dei modi in cui, tra la molteplicità di inviti all’azione che l’ambiente continuamente presenta, gli agenti possano percepire possibilità di azione effettivamente sollecitanti. La tesi che si sostiene qui è che ambiente e agente - quest'ultimo con la sua struttura biologica e le sue priorità dominanti - si trovano tra loro in una relazione continua e reciproca, e che da questa interazione emergono le possibilità di azione. L'agente può entrare in contatto con il mondo e prendere coscienza delle azioni in esso per mezzo della percezione, e può farlo direttamente. Questo significa che percepire un oggetto o un evento implica percepire direttamente anche le possibilità di azione connesse a quell'oggetto o a quell'evento, senza la necessità di postulare l'intervento di processi di rappresentazione mentale.
Lo sfondo teorico dal quale il presente lavoro emerge è caratterizzato da contributi provenienti dal cognitivismo classico, dall’approccio ecologico e dall’enattivismo. L’enattivismo, nutritosi significativamente delle proposte teoriche di James Gibson, riporta l’agente nel mondo, mettendo in luce la necessità di riconsiderare i processi cognitivi e, più in generale, la mente, come attività integrate in un corpo (embodied), il quale, a sua volta, appartiene a un individuo agente radicato in un determinato contesto (embedded). Nella prospettiva enactive, lo studio dei processi cognitivi non può prescindere dalla considerazione più ampia del sistema integrato agente-mondo, un sistema complesso e dinamico allo stesso tempo, in cui il legame tra azione e percezione assume una centralità fondamentale. La percezione, come già aveva sostenuto Gibson, deve guidare le azioni dell’organismo al fine di garantirne la sopravvivenza e l’adattamento all’ambiente. In quest’ottica, gli enattivisti sostengono l’unità di azione e percezione, unità che consente di guidare direttamente l’azione.
Il modello di comprensione qui delineato viene infine applicato al caso concreto del processo di ricerca e selezione di risorse umane in contesto aziendale. Tale processo, per risultare efficiente, richiede di valutare se un individuo, in relazione alle sue capacità (fisiche, cognitive, relazionali e comunicative) e alle sue priorità dominanti, può essere in grado di rispondere reattivamente alle possibilità di azione che può trovare nel contesto aziendale di destinazione. Il modello presentato in questo lavoro offre la possibilità di indagare direttamente, nello spazio di un colloquio, le determinanti in questione, senza la necessità di appellarsi a processi mentali di fatto impenetrabili per il selezionatore.
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