Tesi etd-10312022-183110 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (3 anni)
Autore
SANTINI, SARA
URN
etd-10312022-183110
Titolo
Valutazione degli amminoacidi essenziali e non essenziali in cani effetti da malattia renale cronica (CKD)
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
PATOLOGIA E CLINICA DEGLI ANIMALI D'AFFEZIONE
Relatori
relatore Dott.ssa Lippi, Ilaria
relatore Prof.ssa Marchetti, Veronica
relatore Prof.ssa Marchetti, Veronica
Parole chiave
- CKD; amminoacidi; acidosi metabolica; CaxP; PEW
Data inizio appello
18/11/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/11/2092
Riassunto
La malattia renale cronica è una patologia molto diffusa nel cane, soprattutto in età avanzata.
Nel tempo, cure veterinarie sempre più specialistiche hanno permesso a questi pazienti di aumentare l’aspettativa di vita, migliorandone anche la qualità.
Nonostante i notevoli passi avanti fatti dalla Medicina Veterinaria, la base per una buona gestione di questa patologia resta l’alimentazione.
In molti casi, infatti, i pazienti “renali” non riescono ad assumere un corretto quantitativo e una tipologia di alimento idoneo al loro fabbisogno, sviluppando, di conseguenza, una condizione di malnutrizione, in particolar modo negli stadi più avanzati della patologia.
Si evince, quindi, l’importanza di valutare le carenze amminoacidiche che caratterizzano questa particolare condizione patologica, in modo da poter intervenire modificando la dieta nel modo più opportuno.
L’obiettivo di questo studio è stato di valutare le alterazioni del profilo amminoacidico di cani in corso di malattia renale cronica, nei vari stadi della patologia.
In particolare, sono stati selezionati 62 cani con malattia renale cronica, suddivisi in quattro gruppi in base ai criteri di classificazione IRIS. Inoltre, i pazienti sono stati ulteriormente suddivisi in base al rapporto calcio – fosforo normale o alterato, e alla presenza o meno di acidosi metabolica e PEW.
Campioni di siero eccedenti di ciascun soggetto sono stati conservati alla temperatura di -80°C e analizzati per valutare il profilo amminoacidico. I risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti da campioni di siero ottenuti da 25 cani sani, che costituiscono il gruppo controllo.
I risultati hanno mostrato un’alterazione sia a carico degli amminoacidi essenziali che non essenziali nei soggetti malati rispetto al gruppo controllo. In particolare, per quanto riguarda gli amminoacidi essenziali si è vista una riduzione di istidina, isoleucina e triptofano, e un aumento di leucina, lisina e valina. A carico degli amminoacidi non essenziali sono stati visti l’aumento di glutammato e glicina, e la riduzione della serina. Non è stata rilevata una correlazione significativa tra l’alterazione del profilo amminoacidico e gli stadi IRIS della malattia.
Effettuando un confronto tra pazienti con prodotto calcio – fosforo normale e aumentato, si è visto come questo non infici in modo significativo sull’assetto amminoacidico.
L’acidosi metabolica, invece, si è rivelata una condizione che determina una riduzione significativa degli amminoacidi essenziali.
Infine, la condizione che più delle altre ha mostrato considerevoli ripercussioni sul profilo amminoacidico è stata la PEW, la quale ha determinato una significativa riduzione sia degli amminoacidi essenziali che non essenziali.
Dallo studio effettuato appare, quindi, evidente l’impatto che la malattia renale cronica ha sul profilo amminoacidico dei pazienti e di riflesso su tutto l’organismo.
Nel tempo, cure veterinarie sempre più specialistiche hanno permesso a questi pazienti di aumentare l’aspettativa di vita, migliorandone anche la qualità.
Nonostante i notevoli passi avanti fatti dalla Medicina Veterinaria, la base per una buona gestione di questa patologia resta l’alimentazione.
In molti casi, infatti, i pazienti “renali” non riescono ad assumere un corretto quantitativo e una tipologia di alimento idoneo al loro fabbisogno, sviluppando, di conseguenza, una condizione di malnutrizione, in particolar modo negli stadi più avanzati della patologia.
Si evince, quindi, l’importanza di valutare le carenze amminoacidiche che caratterizzano questa particolare condizione patologica, in modo da poter intervenire modificando la dieta nel modo più opportuno.
L’obiettivo di questo studio è stato di valutare le alterazioni del profilo amminoacidico di cani in corso di malattia renale cronica, nei vari stadi della patologia.
In particolare, sono stati selezionati 62 cani con malattia renale cronica, suddivisi in quattro gruppi in base ai criteri di classificazione IRIS. Inoltre, i pazienti sono stati ulteriormente suddivisi in base al rapporto calcio – fosforo normale o alterato, e alla presenza o meno di acidosi metabolica e PEW.
Campioni di siero eccedenti di ciascun soggetto sono stati conservati alla temperatura di -80°C e analizzati per valutare il profilo amminoacidico. I risultati sono stati confrontati con quelli ottenuti da campioni di siero ottenuti da 25 cani sani, che costituiscono il gruppo controllo.
I risultati hanno mostrato un’alterazione sia a carico degli amminoacidi essenziali che non essenziali nei soggetti malati rispetto al gruppo controllo. In particolare, per quanto riguarda gli amminoacidi essenziali si è vista una riduzione di istidina, isoleucina e triptofano, e un aumento di leucina, lisina e valina. A carico degli amminoacidi non essenziali sono stati visti l’aumento di glutammato e glicina, e la riduzione della serina. Non è stata rilevata una correlazione significativa tra l’alterazione del profilo amminoacidico e gli stadi IRIS della malattia.
Effettuando un confronto tra pazienti con prodotto calcio – fosforo normale e aumentato, si è visto come questo non infici in modo significativo sull’assetto amminoacidico.
L’acidosi metabolica, invece, si è rivelata una condizione che determina una riduzione significativa degli amminoacidi essenziali.
Infine, la condizione che più delle altre ha mostrato considerevoli ripercussioni sul profilo amminoacidico è stata la PEW, la quale ha determinato una significativa riduzione sia degli amminoacidi essenziali che non essenziali.
Dallo studio effettuato appare, quindi, evidente l’impatto che la malattia renale cronica ha sul profilo amminoacidico dei pazienti e di riflesso su tutto l’organismo.
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