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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10312022-182240


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CARNEMOLLA, ALESSIO
URN
etd-10312022-182240
Titolo
Strategie di monitoraggio e controllo di Brettanomyces bruxellensis in uve, mosti e vini
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof.ssa Toffanin, Annita
correlatore Prof. Mencarelli, Fabio
Parole chiave
  • difetti organolettici
  • wines
  • vino
  • volatile phenols
  • fenoli volatili
  • Brettanomyces bruxellensis
  • organoleptic defects
Data inizio appello
12/12/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/12/2092
Riassunto
Il vino rappresenta la terza bevanda alcolica più bevuta al mondo, con un mercato fortemente in espansione per l’Italia, attualmente il primo produttore mondiale. Il processo produttivo, definito vinificazione, comprende dei processi biochimici dovuti alla fermentazione alcolica e malolattica in cui i microrganismi coinvolti esercitano un ruolo determinante nelle caratteristiche organolettiche del prodotto finale. Numerose specie microbiche possono influenzare negativamente le caratteristiche organolettiche dei vini e spesso, la presenza di difetti olfattivi di varia natura, comporta un deprezzamento e un declassamento che può causare una notevole perdita economica da parte del produttore. Tra i microrganismi più temuti da parte degli enologi vi è il lievito B. bruxellensis, riconosciuto da molti autori come parte del microbiota presente sull’uva, sulle attrezzature di cantina, sui serbatoi di vinificazione e nel vino. La sua presenza è comunemente associata allo sviluppo di alcuni metaboliti che possono influenzare negativamente il profilo sensoriale del vino. Tra i composti più dannosi prodotti dal lievito vi sono i fenoli volatili (4-etilfenolo e 4-etilguaiacolo) che conferiscono i caratteristici sentori di sudore di cavallo, di stalla, di farmaceutico e affumicato. B. bruxellensis risulta difficile da isolare e da individuare con le tradizionali metodiche analitiche a causa della limitata velocità di crescita e della bassa concentrazione, oltre ad una condizione di scarsa coltivabilità (VBNC, Viable But Not Culturable). Tale limitazione può essere superata adottando metodi coltura-indipendenti basati sulle tecniche di analisi molecolari quali la Polymerase Chain Reaction (PCR), in grado di fornire risultati accurati in tempi molto brevi. L’individuazione tempestiva della presenza di B. bruxellensis lungo le varie fasi della filiera produttiva è di fondamentale importanza al fine di intraprendere le opportune azioni correttive. Tuttavia, visti gli elevati costi di investimento dei monitoraggi analitici, è necessario che tali azioni siano opportunamente ragionate e messe in pratica dai produttori o dagli enologi valutando i punti critici della filiera produttiva. In tale contesto, con il Progetto Sottomisura 16.2 relativo al PSR 2014-2020 della Regione Toscana è stata proposta un’attività di monitoraggio e contrasto allo sviluppo di B. bruxellensis a partire dal vigneto fino al vino in affinamento, prendendo in considerazione quattro aziende vitivinicole della Maremma grossetana. Attraverso l’individuazione delle corrette strategie di prevenzione e valutando l’efficacia di alcune pratiche correttive nei confronti della presenza di B. bruxellensis, l’obiettivo del presente lavoro è quello di fornire indicazioni pratiche ai produttori su quali sono le fasi più determinanti in cui svolgere le attività di monitoraggio e di contrasto allo sviluppo del lievito, in modo da ottimizzare i costi e garantire la massima qualità dei vini prodotti.
Dalla valutazione dei risultati è emerso che il monitoraggio analitico di B. bruxellensis tramite qPCR e la verifica della presenza dei rispettivi marcatori chimici 4-etilfenolo e 4-etilguaiacolo a partire dalla svinatura dei mosti rappresentano il migliore strumento a disposizione dei tecnici e dei produttori. La sanificazione delle attrezzature e dei serbatoi di cantina tramite acqua ozonizzata sembrerebbe avere un effetto positivo a breve termine nei mosti in fermentazione. Nel corso dell’affinamento la sanificazione dei serbatoi in legno ha avuto degli effetti positivi a breve termine; tuttavia, in alcuni casi la presenza di B. bruxellensis è stata contrastata solo attraverso il corretto utilizzo del chitosano e dei travasi.
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