Tesi etd-10302023-132438 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
TROIANO, IRENE
URN
etd-10302023-132438
Titolo
ADHD con esordio in età prescolare: caratterizzazione fenotipica del sottotipo ADHD+ASD, possibili traiettorie evolutive e implicazioni riabilitative
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Relatori
relatore Prof.ssa Battini, Roberta
Parole chiave
- ADHD prescolare
Data inizio appello
14/11/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/11/2093
Riassunto
La sostanziale sovrapposizione tra ADHD e ASD presenta ai medici difficili considerazioni di diagnosi differenziale e trattamento. Il significato nosologico e clinico dell'associazione tra ASD e ADHD rimane poco chiaro, se la condizione di comorbilità è in un continuum da ADHD ad ASD o, in alternativa, se rappresenta un fenotipo distinto (ipotesi di disturbi separati).
Il presente studio di propone di confrontare tre gruppi di bambini di età prescolare, con diagnosi di ADHD, con diagnosi di ASD, e con comorbidità ADHD+ASD al fine di definire meglio il fenotipo clinico misto di ADHD+ASD. Dal nostro studio si conferma in questa fascia di età la necessità della elaborazione di un assessment specifico comprensivo di osservazione clinica, anamnesi mirata e successivamente somministrazione di test e questionari che favorisce la definizione di un gruppo molto specifico. Concordemente con alcuni dati della letteratura, diversamente dall’età scolare, in cui i punteggi dei questionari specifici compilati dai genitori risultano avere una alta correlazione con la clinica, in età prescolare il gold standard dovrebbe essere l’osservazione clinica, l’intervista semistrutturata e la somministrazione di test psicometrici ad ampio raggio. Dallo studio effettuato possiamo concludere che definire il gruppo ASD-ADHD una sommatoria dei disturbi disturbi puri possa essere riduttivo in quanto l’analisi del campione rispetto alle variabili considerate, ha permesso di scomporre i tre gruppi rispetto a 5 profili dimensionali: dimensione esternalizzante, iperattiva, attentiva, socio-comunicativa e delle funzioni esecutive. Alla luce dei dati emersi, il gruppo ASD+ADHD nella dimensione esternalizzante, iperattiva e nel profilo della disregolazione emotiva manifesta un fenotipo clinico specifico di “intensità” intemedia collocandosi tra le due condizioni pure. Su entrambe queste dimensioni la componente socio-comunicativa sembrerebbe pertanto avere una azione di “freno”, attenuando l’intensità sintomatologica del gruppo. Per quanto riguarda la dimensione socio-comunicativa valutata con osservazione clinica ad-hoc il gruppo ASD+ADHD mostra un funzionamento sovrapponibile a quello del gruppo puro ASD, senza interferenze da parte della componente ADHD. Stessa conclusione non può essere formulata per la dimensione socio-comunicativa indagata mediante il parent report, dove emergono differenze statisticamente significative tra i due gruppi puri solo nell’area degli interessi ristretti e ripetitivi. Per quanto riguarda la dimensione cognitivo-attentiva (come la rapidità valutata alle TCM, l’Inattenzione e indice ADHD delle Conners) il gruppo ASD+ADHD ottiene punteggi peggiori rispetto ai gruppi puri e sembra pertanto mostrare un funzionamento sommatorio dei due disturbi puri. Anche nell’ambito di tutte le funzioni esecutive valutate in contesto ecologico, ad eccezione del dominio dello shift, il gruppo ASD+ADHD manifesta un fenotipo un profilo di “intensità” intermedia, collocandosi tra le sue forme pure, ipotizzando anche in tale caso l’azione di freno della componente sociocomunicativa. Anche in tale caso solo l’osservazione clinica specifica permette di evidenziare differenze statisticamente significative del fenotipo misto rispetto alle dimensioni pure nel dominio dello shift. Nella seconda parte del nostro studio inoltre abbiamo rivalutato i bambini con diagnosi di ADHD in età prescolare dopo il compimento del sesto anno di età mediante un assesment specifico per valutare la stabilità della diagnosi di ADHD in età prescolare nel tempo, l’instabilità dei vari sottotipi, l’indicazione alla prescrizione farmacologica e gli effetti del trattamento riabilitativo non farmacologico. Dal presente studio abbiamo evidenziato la sostanziale stabilità della diagnosi clinica di ADHD effettuata in età prescolare, l’instabilità tra i vari sottotipi clinici, la prescrizione farmacologica predetta dalla presenza di comorbidità estrenalizzanti e l’importanza in questa fascia di età dei trattamenti riabilitativi non farmacologici, sia centrati sul bambino che sui genitori.
Il presente studio di propone di confrontare tre gruppi di bambini di età prescolare, con diagnosi di ADHD, con diagnosi di ASD, e con comorbidità ADHD+ASD al fine di definire meglio il fenotipo clinico misto di ADHD+ASD. Dal nostro studio si conferma in questa fascia di età la necessità della elaborazione di un assessment specifico comprensivo di osservazione clinica, anamnesi mirata e successivamente somministrazione di test e questionari che favorisce la definizione di un gruppo molto specifico. Concordemente con alcuni dati della letteratura, diversamente dall’età scolare, in cui i punteggi dei questionari specifici compilati dai genitori risultano avere una alta correlazione con la clinica, in età prescolare il gold standard dovrebbe essere l’osservazione clinica, l’intervista semistrutturata e la somministrazione di test psicometrici ad ampio raggio. Dallo studio effettuato possiamo concludere che definire il gruppo ASD-ADHD una sommatoria dei disturbi disturbi puri possa essere riduttivo in quanto l’analisi del campione rispetto alle variabili considerate, ha permesso di scomporre i tre gruppi rispetto a 5 profili dimensionali: dimensione esternalizzante, iperattiva, attentiva, socio-comunicativa e delle funzioni esecutive. Alla luce dei dati emersi, il gruppo ASD+ADHD nella dimensione esternalizzante, iperattiva e nel profilo della disregolazione emotiva manifesta un fenotipo clinico specifico di “intensità” intemedia collocandosi tra le due condizioni pure. Su entrambe queste dimensioni la componente socio-comunicativa sembrerebbe pertanto avere una azione di “freno”, attenuando l’intensità sintomatologica del gruppo. Per quanto riguarda la dimensione socio-comunicativa valutata con osservazione clinica ad-hoc il gruppo ASD+ADHD mostra un funzionamento sovrapponibile a quello del gruppo puro ASD, senza interferenze da parte della componente ADHD. Stessa conclusione non può essere formulata per la dimensione socio-comunicativa indagata mediante il parent report, dove emergono differenze statisticamente significative tra i due gruppi puri solo nell’area degli interessi ristretti e ripetitivi. Per quanto riguarda la dimensione cognitivo-attentiva (come la rapidità valutata alle TCM, l’Inattenzione e indice ADHD delle Conners) il gruppo ASD+ADHD ottiene punteggi peggiori rispetto ai gruppi puri e sembra pertanto mostrare un funzionamento sommatorio dei due disturbi puri. Anche nell’ambito di tutte le funzioni esecutive valutate in contesto ecologico, ad eccezione del dominio dello shift, il gruppo ASD+ADHD manifesta un fenotipo un profilo di “intensità” intermedia, collocandosi tra le sue forme pure, ipotizzando anche in tale caso l’azione di freno della componente sociocomunicativa. Anche in tale caso solo l’osservazione clinica specifica permette di evidenziare differenze statisticamente significative del fenotipo misto rispetto alle dimensioni pure nel dominio dello shift. Nella seconda parte del nostro studio inoltre abbiamo rivalutato i bambini con diagnosi di ADHD in età prescolare dopo il compimento del sesto anno di età mediante un assesment specifico per valutare la stabilità della diagnosi di ADHD in età prescolare nel tempo, l’instabilità dei vari sottotipi, l’indicazione alla prescrizione farmacologica e gli effetti del trattamento riabilitativo non farmacologico. Dal presente studio abbiamo evidenziato la sostanziale stabilità della diagnosi clinica di ADHD effettuata in età prescolare, l’instabilità tra i vari sottotipi clinici, la prescrizione farmacologica predetta dalla presenza di comorbidità estrenalizzanti e l’importanza in questa fascia di età dei trattamenti riabilitativi non farmacologici, sia centrati sul bambino che sui genitori.
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