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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10302022-133558


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (3 anni)
Autore
STOCCO, VALENTINA
URN
etd-10302022-133558
Titolo
Aumento paraneoplastico di gamma-glutamil transferasi nella leucemia linfocitica cronica canina: descrizione di 6 casi clinici
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
PATOLOGIA E CLINICA DEGLI ANIMALI D'AFFEZIONE
Relatori
relatore Dott. Pierini, Alessio
relatore Prof.ssa Marchetti, Veronica
Parole chiave
  • GGT
  • CLL
  • Cane
  • Sindrome paraneoplastica
  • Casi clinici
Data inizio appello
18/11/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/11/2092
Riassunto
Introduzione: la gamma-glutamil transferasi (GGT) è un enzima di membrana, appartenente alla classe delle transferasi, ubiquitario nell’organismo di uomo e animali che negli anni ha lasciato il suo ruolo esclusivo di marker di malattia epatica per trasformarsi nel protagonista di numerosi meccanismi eziopatogenetici di varie patologie, quali malattie cardiovascolari, infiammatorie e neoplastiche. La leucemia linfocitica cronica (CLL) è un disordine linfoproliferativo tra i più comuni nei tumori ematopoietici (29%) del cane, che colpisce di solito soggetti anziani di media-grossa taglia. A seconda dell’immunofenotipo può avere un decorso più o meno indolente, accompagnato da tempi di sopravvivenza lunghi (fino a 2 anni). Il trattamento si basa sull’utilizzo di agenti alchilanti (eg clorambucile, ciclofosfamide) in associazione a corticosteroidi.
Scopo della tesi: valutare l’andamento della GGT nelle leucemie linfocitiche croniche canine descrivendo 6 casi di cani affetti da CLL in assenza di epatopatie concomitanti, e valutandone il suo possibile ruolo come non solo marker di presenza di tumore ma anche predittivo di recidiva.
Materiali e metodi: sono stati presi in considerazione 6 pazienti canini inviati per consulto specialistico presso due strutture veterinarie di referenza; i criteri di inclusione presi in esame sono stati: aumento della GGT oltre i range di riferimento, diagnosi di CLL e mancanza di epatopatie concomitanti.
Risultati: 6 cani di età mediana 10 anni, 4 femmine e 2 maschi di taglia grande in cui si è confermata mediante esame citologico di organi o del midollo e/o immunofenotipizzazione la presenza di CLL T variante LGL (T CLL-LGL) (5/6), in un caso l’immunofenotipo non è stato possibile eseguirlo. In tutti e sei i casi si riscontra un aumento della GGT iniziale (46-119, range 2-11 U/L) in assenza di alterazioni delle altre transaminasi epatiche (tranne un caso per terapia cortisonica precedente), che tende a migliorare a seguito della terapia e tornare entro il range di riferimento; inoltre in due casi si assiste ad un aumento della GGT alla recidiva della malattia neoplastica (caso 2: 5,5 e caso 6: 14,2; range 2-11 U/L), anche se non pari a quello iniziale. Andamento simile alla GGT lo hanno i globuli bianchi totali e di conseguenza i linfociti.
Discussione: in umana si è visto che i globuli bianchi (in particolare neutrofili e cellule mononucleate) possono rilasciare GGT in corso di disordini linfoproliferativi e non; perciò, le osservazioni effettuate nel presente studio pongono le basi all’ipotesi che la GGT possa essere effettivamente un marker di presenza e recidiva nelle CLL canine. Inoltre, l’aumento seppur lieve della GGT in corso di recidiva in concomitanza con l’aumento dei valori di linfociti può far supporre che sia rilasciata effettivamente da tale popolazione neoplastica.
Conclusioni: il presente studio vuole essere una base di partenza per ulteriori lavori che possano valutare in modo sistematico e randomizzato in una popolazione più ampia il possibile ruolo diagnostico, predittivo e non di meno terapeutico della gamma-glutamil transferasi nelle LCC, la cui misurazione è di facile applicazione e spesso rientra nei profili ematobiochimici di screening.

Introduction: Gamma-glutamyl transferase (GGT) is a membrane enzyme, belonging to the class of transferases, ubiquitous in the organism of humans and animals, which over the years has left its exclusive role as a marker of liver disease to become the protagonist of numerous etiopathogenetic mechanisms of various diseases, such as cardiovascular, inflammatory and neoplastic diseases. Chronic lymphocytic leukemia (CLL) is one of the most common lymphoproliferative disorders in hematopoietic tumors (29%) in dogs, usually affecting elderly medium to large subjects. Depending on the immunophenotype, it can have a more or less indolent course, accompanied by long survival times (up to 2 years). Treatment is based on the use of alkylating agents (eg chlorambucil, cyclophosphamide) in combination with corticosteroids.
Objectives: to evaluate the trend of GGT in canine chronic lymphocytic leukemia by describing 6 cases of dogs with CLL in the absence of concomitant hepatopathies, and evaluating its possible role as not only a marker of tumor presence but also predictive of recurrence.
Materials and methods: 6 canine patients referred for specialist consultation at two veterinary referral facilities were considered; the inclusion criteria examined were: increase in GGT above reference ranges, diagnosis of CLL, and lack of concomitant hepatopathies.
Results: 6 dogs of median age 10 years, 4 females and 2 large males in which the presence of CLL T variant LGL (T CLL-LGL) was confirmed by organ or marrow cytology and/or immunophenotyping (5/6), in one case immunophenotyping could not be performed. In all six cases, there is an increase in initial GGT (46-119, range 2-11 U/L) in the absence of changes in other hepatic transaminases (except one case due to prior cortisone therapy), which tends to improve following therapy and return to within the reference range; in addition, in two cases there is an increase in GGT at the recurrence of neoplastic disease (case 2: 5.5 and case 6: 14.2; range 2-11 U/L), although not equal to the initial one. Similar trend to GGT is had by total white blood cells and consequently lymphocytes.
Discussion: in human it has been seen that white blood cells (particularly neutrophils and mononuclear cells) can release GGT in the course of lymphoproliferative and other disorders; therefore, the observations made in the present study lay the foundation for the hypothesis that GGT may indeed be a marker of presence and recurrence in canine CLL. Furthermore, the slight increase in GGT during recurrence in conjunction with the increase in lymphocyte values may suggest that it is indeed released from that neoplastic population.
Conclusions: the present study is intended to be a starting point for further work that will do systematical and randomized evaluation in a larger population about the possible diagnostic, predictive, and not least therapeutic role of gamma-glutamyl transferase in LCCs, the measurement of which is easy to apply and often forms part of screening hematobiochemical profiles.
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