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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10302021-122931


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCHIAVONE, PAOLO
URN
etd-10302021-122931
Titolo
Il rischio reputazionale nel settore finanziario Il caso Wirecard AG
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Ferretti, Paola
Parole chiave
  • Reputational Risk Management
Data inizio appello
09/12/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Nella letteratura sugli intermediari, il concetto di reputazione non è del tutto nuovo, questa già individuava nella reputazione un elemento costitutivo fondamentale dell’esistenza delle banche e degli intermediari finanziari. È consolidato il concetto che la reputazione è uno dei principali elementi a determinare la preferibilità di un soggetto economico (ad esempio: un investitore) a stipulare un contratto finanziario con un determinato intermediario piuttosto che con un altro. È quindi evidente come la reputazione sia per gli intermediari un fattore che assume notevole importanza rispetto al caso delle imprese non finanziarie, perché fondato sul meccanismo fiduciario insito nel contratto intermediario-cliente (depositante o investitore), pre-condizione per l’esistenza stessa del sistema finanziario.
L’importanza che per le organizzazioni finanziarie sta sempre più assumendo la comprensione e la gestione della propria reputazione, trova fondamento nella crescente consapevolezza di quanto i cambiamenti avvenuti nella società e nel mercato impongono oggi nuove e più efficaci strategie di gestione del rischio reputazionale. La tutela dal rischio reputazionale è da sempre di centrale importanza per le istituzioni finanziarie, dal momento che di centrale importanza è la fiducia piena di cui queste devono godere per poter operare.
La globalizzazione e lo sviluppo di nuove tecnologie e le modalità attraverso cui gli enti finanziari si interfacciano con i propri stakeholder, hanno portato le imprese finanziarie a individuare nuove fonti di reddito mediante la diversificazione di attività, mercati, prodotti e modelli operativi. La partecipazione degli intermediari finanziari a nuovi segmenti dell’attività di intermediazione, la crescita della pressione competitiva e di quella sui risultati a breve termine e i seguenti rischi di attenuazione nella valutazione dei profili di conformità, hanno portato l’esposizione ai rischi di reputazione, legali e operativi, ad un livello superiore.
Con riferimento alle specifiche banche e agli intermediari finanziari va citato il contributo alla discussione fornito da diversi lavori svolti dal Comitato di Basilea, che collocano il tema della reputazione, in una pluralità di contesti. Da un lato, esso emerge come elemento essenziale nel definire le scelte di comportamento degli intermediari, riprendendo temi connessi alla teoria degli intermediari (la reputazione è una delle condizioni per preservare la fiducia dei depositanti). Dall’altro, in un’ottica più recente, esso rappresenta una contestualizzazione più vicina alla gestione dei rischi, evidenziando un rischio specifico (il rischio di reputazione o rischio reputazionale), logicamente distinto rispetto alle altre fattispecie di rischio tipiche dell’attività bancaria e finanziaria. Si osserva, quindi, un mutamento dell’attenzione e della prospettiva di analisi dal concetto di reputazione a quello di rischio di reputazione e, di conseguenza, dalla misurazione della reputazione alla valutazione del rischio.
La reputazione sia nel mondo accademico che professionale è considerata un asset immateriale di primaria importanza da cui può scaturire nel tempo un significativo miglioramento delle prestazioni finanziarie. In ambito finanziario, il rischio reputazionale ha attirato dalla fine degli anni 90’ l’attenzione di studiosi, professionisti e regulator per la sua correlazione con altre fattispecie di rischio, in particolar modo il rischio operativo (il rischio reputazionale si presenta come “risk of risks”). A seguito della deregolamentazione, globalizzazione e privatizzazione, le società finanziarie di tutto il mondo hanno subito perdite operative importanti i cui impatti si sono riflessi a livello di capitale reputazionale. L’accumulo di capitale relazionale “intangibile”, dovrebbe essere obiettivo di politiche aziendali che riguardano la formazione del personale direttamente a contatto con i mercati di riferimento dell’intermediario e che assicurino conformità a regole di governo societario e a codici di comportamento atti a rafforzare le relazioni con gli stakeholder, in primo luogo con clienti e azionisti, e a limitare il realizzarsi di possibili conflitti di interesse. La reputazione può essere una variabile decisiva nel determinare il successo di un’impresa o il suo irreversibile scioglimento. Si vuole constatare che fatti di gestione come eventi di frode interna e esterna, mancata osservanza delle norme e disfunzione nei processi, sono in grado di produrre notevoli effetti reputazionali sugli istituti finanziari, causando un underpricing anomalo dei prezzi delle azioni soprattutto dopo che tale avvenimento viene rese pubblico. La reputazione si costruisce nel tempo e non può essere trascurata durante lo svolgimento dell’attività ordinaria e straordinaria dell’intermediario.
Lo scopo di questo elaborato è analizzare il rischio reputazionale all’interno del settore finanziario-tecnologico. Innanzitutto verrà presentata la sua definizione, e successivamente verranno evidenziate le sue caratteristiche ed individuate le sue fonti e i suoi effetti. Successivamente verrà evidenziato il valore “positivo” identificato attraverso la responsabilità sociale d’impresa ed un excursus normativo a livello europeo sul rischio reputazionale.
Il secondo capitolo tratterà il tema delle tecniche di valutazione e gestione del rischio reputazionale, approfondendo gli strumenti e le strategie a disposizione per un efficace governo del rischio a tutti i livelli di organizzazione societaria attraverso l’implementazione di un sistema di controllo interno, in grado di tenere sotto stretta osservazione tutti i segnali che possano contribuire a un incremento del rischio reputazionale e in grado di assicurare le costante conformità alle disposizioni vigenti in materia di rischio reputazionale.
Infine l’ultimo capitolo focalizzerà l’attenzione sulla società tecnologico-finanziaria Wirecard AG, specializzata sui servizi di pagamento online e sul supporto finanziario ai siti web di scommesse sportive e gioco d’azzardo, società autrice di un colossale dissesto finanziario avvenuto in Germania e con rilevanza sistemica a livello mondiale sfuggito ai controlli delle autorità tedesche e che ha dato vita a un ammanco di miliardi nel bilancio della società, spingendo quest’ultima ad affrontare un grave danno reputazionale di entità tale da determinarne il fallimento.
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