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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10302012-135239


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GUIDI, ROSANNA
URN
etd-10302012-135239
Titolo
La rottura marxista. Revisionismo e socialdemocrazia nel pensiero politico di Eduard Bernstein
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Calabrò, Carmelo
Parole chiave
  • revisionismo
  • socialdemocrazia
  • socialismo
  • Eduard Bernstein
Data inizio appello
03/12/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
Cresciuto nel contesto autoritario della Germania guglielmina, Eduard Bernstein militò tra le file del partito socialdemocratico tedesco a partire dal 1872, divenendone uno dei più promettenti esponenti. L’adesione alle istanze socialiste costò all’intellettuale un lungo periodo di esilio, prima in Svizzera e poi a Londra: fu proprio nella capitale britannica che il giovane Bernstein ebbe la possibilità di conoscere personalmente Friedrich Engels e di approfondire lo studio e l’analisi delle teorie economiche e sociali della dottrina elaborata dallo stesso Engels e da Karl Marx. Allo stesso tempo, in qualità di corrispondente da Londra per la rivista Neue Zeit, ebbe l’occasione di analizzare alcuni aspetti rilevanti tipici della realtà politica inglese, che contribuirono a fare di lui il primo revisionista della storia che spostò volutamente il problema della trasformazione sociale dalla rivoluzione alle riforme. L’apporto principale di Bernstein all'ideologia socialdemocratica può essere sintetizzato nella sua opera principale, I presupposti del socialismo ed i compiti della socialdemocrazia, con la quale l’autore compie una revisione della teoria marxista, definendone gli errori e le contraddizioni e postulando i principi del nascente movimento socialdemocratico. La proposta bernsteiniana, che innescò un vivace dibattito tra i più autorevoli esponenti dell’ortodossia marxista –Rosa Luxemburg e Karl Kautsky in primis- ebbe come meta la trasformazione del capitalismo in socialismo, perseguendo una strategia basata sull’organizzazione politica della classe lavoratrice e sulla lotta per la conquista delle riforme politiche necessarie al raggiungimento di una società più giusta e egualitaria.
Il compromesso socialdemocratico, sintesi tra liberalismo e socialismo, trovò occasione di riscatto negli anni successivi alla morte dell’intellettuale tedesco, avvenuta nel 1932, allorché i partiti socialisti dei maggiori paesi europei abbandonarono quasi completamente ogni riferimento all'ortodossia marxista in nome di programmi più marcatamente riformistici.
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