Tesi etd-10292018-124600 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CAPASSO, MATTEO
URN
etd-10292018-124600
Titolo
La valutazione dei danni aziendali da concorrenza sleale. Un caso di economic loss analysis.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Gonnella, Enrico
Parole chiave
- concorrenza sleale
- danno indiretto
- economic loss analysis
- lost business value
- lost profits
Data inizio appello
10/12/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/12/2088
Riassunto
A causa della crescente complessità dei mercati, le aziende operano in contesti ambientali caratterizzati da elevata incertezza e rischiosità; sempre più spesso, quest’ultime, si concretizzano in eventi lesivi che producono inaspettate alterazioni o interruzioni dell’attività d’impresa. Diventa, pertanto, fondamentale la capacità di quantificare le perdite derivanti dai cosiddetti episodi di “business interruption”: oltre alla stima dei danni di diretta conseguenza dell’evento lesivo (si pensi al costo per il riacquisto di un asset danneggiato), la valutazione più interessante è da rintracciarsi nella stima dei “danni indiretti”, ossia le perdite di valore aziendale riconducibili all’evento solo in via riflessa. In principal modo ci si riferisce alla quota di profitti persi che l’azienda avrebbe ottenuto se il fatto non si fosse verificato.
In tale ambito di studio si pone l’Economic Loss Doctrine, la quale propone riadattamenti delle metologie e dei principi della valutazione d’azienda tradizionale, con lo scopo di fornire una guida agli esperti che, a vario titolo, sono coinvolti nella stima di un danno commerciale.
Gli esperti valutatori, incaricati in un caso di economic loss analysis, hanno come obiettivo la redazione di una perizia che costituisce, quando adeguatamente realizzata, una fondamentale testimonianza in una richiesta di risarcimento danni, che sia in un contenzioso giudiziario oppure che sia rivolta ad una compagnia assicurativa a fronte di una polizza precedentemente stipulata.
Si tratta di una materia multidisciplinare che attiene sia al campo economico-finanziario, sia al campo giuridico: al professionista, esperto di economic loss analysis, spetta infatti il compito di districarsi in una materia complessa che riguarda da una parte la scelta dei metodi e la stima delle varie componenti del calcolo dei lost profits e del lost business value, dall’altra la normativa vigente ed i requisiti di ammissibilità di una perizia come testimonianza da fornire al giudice.
Nel presente lavoro, dopo una prima parte dedicata ad una panoramica generale dell’Economic Loss doctrine, in cui si procederà ad una dettagliata review della letteratura e saranno esposti i metodi e le questioni affrontate dai principali libri ed articoli sul tema, ci si soffermerà su un caso particolare di lost profits: il danno da concorrenza sleale.
Quest’ultimo si tratta di un caso di business economic damage dai connotati specifici, che colpisce, in via principale, gli assets intangibili dell’azienda come ad esempio il marchio, la reputazione aziendale, il goodwill nelle relazioni con la clientela, le competenze e il know-how (a causa della perdita di risorse umane chiave) e le opportunità di sviluppo, con notevoli effetti sul valore dell’azienda e sulla capacità di ottenere una redditività in linea con quella precedentemente raggiunta.
Com’è noto, nell’attuale contesto competitivo, il capitale intangibile costituisce la chiave del successo aziendale, dove si annidano le risorse e le competenze distintive che permettono di raggiungere un vantaggio competitivo solido e faticosamente imitabile, e richiede, anche nell’ambito della valutazione d’azienda tradizionale, processi e metodologie di stima peculiari.
Nella seconda parte del lavoro, pertanto, sarà dapprima esposta la normativa nazionale civilistica in ambito di concorrenza sleale, soffermandosi sui principi giuridici cui una perizia di stima di un danno deve rispettare per poter essere difendibile nell’ambito di un processo. Successivamente, si procederà all’adattamento dei principi e delle metodologie elaborate dalla letteratura ed esposte nella prima parte del lavoro, rendendole idonee alla specifica area di interesse del danno da concorrenza sleale, col fine di garantire un’equilibrata ed esaustiva guida alla stima dei danni di questo specifico tipo.
Infine, sarà presentato un caso aziendale di concorrenza sleale: il caso di un’azienda leader di mercato che tramite l’abuso di posizione dominante, concretizzatosi in dumping, storno di clienti, storno di dipendenti e denigrazione, ha causato notevoli perdite di valore e di redditività ad una competitor in forte crescita, intaccandole in maniera irreversibile il capitale intangibile e le opportunità di sviluppo.
In tale ambito di studio si pone l’Economic Loss Doctrine, la quale propone riadattamenti delle metologie e dei principi della valutazione d’azienda tradizionale, con lo scopo di fornire una guida agli esperti che, a vario titolo, sono coinvolti nella stima di un danno commerciale.
Gli esperti valutatori, incaricati in un caso di economic loss analysis, hanno come obiettivo la redazione di una perizia che costituisce, quando adeguatamente realizzata, una fondamentale testimonianza in una richiesta di risarcimento danni, che sia in un contenzioso giudiziario oppure che sia rivolta ad una compagnia assicurativa a fronte di una polizza precedentemente stipulata.
Si tratta di una materia multidisciplinare che attiene sia al campo economico-finanziario, sia al campo giuridico: al professionista, esperto di economic loss analysis, spetta infatti il compito di districarsi in una materia complessa che riguarda da una parte la scelta dei metodi e la stima delle varie componenti del calcolo dei lost profits e del lost business value, dall’altra la normativa vigente ed i requisiti di ammissibilità di una perizia come testimonianza da fornire al giudice.
Nel presente lavoro, dopo una prima parte dedicata ad una panoramica generale dell’Economic Loss doctrine, in cui si procederà ad una dettagliata review della letteratura e saranno esposti i metodi e le questioni affrontate dai principali libri ed articoli sul tema, ci si soffermerà su un caso particolare di lost profits: il danno da concorrenza sleale.
Quest’ultimo si tratta di un caso di business economic damage dai connotati specifici, che colpisce, in via principale, gli assets intangibili dell’azienda come ad esempio il marchio, la reputazione aziendale, il goodwill nelle relazioni con la clientela, le competenze e il know-how (a causa della perdita di risorse umane chiave) e le opportunità di sviluppo, con notevoli effetti sul valore dell’azienda e sulla capacità di ottenere una redditività in linea con quella precedentemente raggiunta.
Com’è noto, nell’attuale contesto competitivo, il capitale intangibile costituisce la chiave del successo aziendale, dove si annidano le risorse e le competenze distintive che permettono di raggiungere un vantaggio competitivo solido e faticosamente imitabile, e richiede, anche nell’ambito della valutazione d’azienda tradizionale, processi e metodologie di stima peculiari.
Nella seconda parte del lavoro, pertanto, sarà dapprima esposta la normativa nazionale civilistica in ambito di concorrenza sleale, soffermandosi sui principi giuridici cui una perizia di stima di un danno deve rispettare per poter essere difendibile nell’ambito di un processo. Successivamente, si procederà all’adattamento dei principi e delle metodologie elaborate dalla letteratura ed esposte nella prima parte del lavoro, rendendole idonee alla specifica area di interesse del danno da concorrenza sleale, col fine di garantire un’equilibrata ed esaustiva guida alla stima dei danni di questo specifico tipo.
Infine, sarà presentato un caso aziendale di concorrenza sleale: il caso di un’azienda leader di mercato che tramite l’abuso di posizione dominante, concretizzatosi in dumping, storno di clienti, storno di dipendenti e denigrazione, ha causato notevoli perdite di valore e di redditività ad una competitor in forte crescita, intaccandole in maniera irreversibile il capitale intangibile e le opportunità di sviluppo.
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