Thesis etd-10282021-122845 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
VITTORINI, MARCO
URN
etd-10282021-122845
Thesis title
Gestione del paziente con sepsi in DEA: proposta di un algoritmo per l'identificazione precoce al triage
Department
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Course of study
MEDICINA D'EMERGENZA URGENZA
Supervisors
relatore Prof. Ghiadoni, Lorenzo
correlatore Dott.ssa Frosini, Fabiana
correlatore Dott.ssa Frosini, Fabiana
Keywords
- antibiotico
- emocolture
- lattati
- sepsi
Graduation session start date
16/11/2021
Availability
Withheld
Release date
16/11/2091
Summary
La sepsi è una patologia tempo-dipendente e rappresenta un’emergenza medica, pertanto l’identificazione precoce e il tempestivo inizio di un trattamento adeguato hanno un significativo impatto sulla sopravvivenza e sulla mortalità. Entro 1-3 ore devono essere attuate le indicazioni previste dai “Sepsis-six” (emocolture il più precocemente possibile prima della somministrazione della terapia antibiotica, dosaggio dei lattati e degli esami di laboratorio, controllo della diuresi, ossigenoterapia, terapia antibiotica empirica e fluidi).
La Surviving Sepsis Campaign ha più volte sottolineato come il Triage rappresenti il momento “zero” e il fattore più critico per l’identificazione e diagnosi precoce della sepsi. Questa sindrome non ha sintomi o segni patognomonici e può presentare un esordio e un’evoluzione subdoli, con manifestazioni aspecifiche (più di un terzo dei pazienti in shock settico si presentano in Pronto Soccorso con sintomatologia vaga non riconducibile ad infezione).
Non esiste al momento attuale un test diagnostico per la sepsi e lo shock settico, né dati sufficientemente solidi per dare indicazioni definitive sul metodo da impiegare per l’identificazione precoce.
Risulta pertanto necessario rivalutare gli score diagnostici a nostra disposizione: il qSOFA, se utilizzato in maniera isolata, presenta scarsa sensibilità; i criteri SIRS sono troppo poco specifici e comunque non attuabili al Triage [1].
Recenti studi hanno dimostrato la superiorità del National Early Warning Score 2 (NEWS2) e il ruolo dei lattati nell’identificare i pazienti a maggior rischio di evoluzione sfavorevole.
Le linee guida NICE riconoscono l’importanza di utilizzare un “Early Warning Score” per riconoscere la sepsi e suggeriscono di non considerare il solo parametro “temperatura” nell’identificazione del paziente settico.
Lo studio proposto in questa tesi coinvolge i pazienti afferenti al Pronto Soccorso dell’ospedale San Luca di Lucca: l’obbiettivo è identificare i pazienti con sospetto clinico di sepsi o shock settico già al Triage, in modo da assegnare loro codici di alta priorità, trattarli in modo corretto e indirizzarli il più precocemente possibile al setting di cura adeguato.
Per valutare l’efficacia di questa strategia, sono state prese in considerazione la tempistica di somministrazione della terapia antibiotica empirica e l’aderenza ai bundles del Sepsis-Six nei pazienti ricoverati per sepsi dal Pronto Soccorso.
Abbiamo eseguito una analisi retrospettiva pre (Gennaio-Aprile 2018) e post (Gennaio-Aprile 2019) introduzione del progetto includendo 188 pazienti, divisi in due gruppi, tra i quali non erano presenti differenze statisticamente rilevanti.
I risultati dimostrano che dal 2018 al 2019 c'è stato un aumento significativo dell’esecuzione delle emocolture, del dosaggio dei lattati e della somministrazione di terapia antibiotica empirica precoce. In linea con studi precedenti, è emerso che un sistema integrato di identificazione rapida del paziente, associato ad un’idonea progettazione delle attività, alla collaborazione e alla formazione adeguata dei professionisti, può ridurre i tempi di intervento sui pazienti settici e migliorare la qualità delle cure.
La Surviving Sepsis Campaign ha più volte sottolineato come il Triage rappresenti il momento “zero” e il fattore più critico per l’identificazione e diagnosi precoce della sepsi. Questa sindrome non ha sintomi o segni patognomonici e può presentare un esordio e un’evoluzione subdoli, con manifestazioni aspecifiche (più di un terzo dei pazienti in shock settico si presentano in Pronto Soccorso con sintomatologia vaga non riconducibile ad infezione).
Non esiste al momento attuale un test diagnostico per la sepsi e lo shock settico, né dati sufficientemente solidi per dare indicazioni definitive sul metodo da impiegare per l’identificazione precoce.
Risulta pertanto necessario rivalutare gli score diagnostici a nostra disposizione: il qSOFA, se utilizzato in maniera isolata, presenta scarsa sensibilità; i criteri SIRS sono troppo poco specifici e comunque non attuabili al Triage [1].
Recenti studi hanno dimostrato la superiorità del National Early Warning Score 2 (NEWS2) e il ruolo dei lattati nell’identificare i pazienti a maggior rischio di evoluzione sfavorevole.
Le linee guida NICE riconoscono l’importanza di utilizzare un “Early Warning Score” per riconoscere la sepsi e suggeriscono di non considerare il solo parametro “temperatura” nell’identificazione del paziente settico.
Lo studio proposto in questa tesi coinvolge i pazienti afferenti al Pronto Soccorso dell’ospedale San Luca di Lucca: l’obbiettivo è identificare i pazienti con sospetto clinico di sepsi o shock settico già al Triage, in modo da assegnare loro codici di alta priorità, trattarli in modo corretto e indirizzarli il più precocemente possibile al setting di cura adeguato.
Per valutare l’efficacia di questa strategia, sono state prese in considerazione la tempistica di somministrazione della terapia antibiotica empirica e l’aderenza ai bundles del Sepsis-Six nei pazienti ricoverati per sepsi dal Pronto Soccorso.
Abbiamo eseguito una analisi retrospettiva pre (Gennaio-Aprile 2018) e post (Gennaio-Aprile 2019) introduzione del progetto includendo 188 pazienti, divisi in due gruppi, tra i quali non erano presenti differenze statisticamente rilevanti.
I risultati dimostrano che dal 2018 al 2019 c'è stato un aumento significativo dell’esecuzione delle emocolture, del dosaggio dei lattati e della somministrazione di terapia antibiotica empirica precoce. In linea con studi precedenti, è emerso che un sistema integrato di identificazione rapida del paziente, associato ad un’idonea progettazione delle attività, alla collaborazione e alla formazione adeguata dei professionisti, può ridurre i tempi di intervento sui pazienti settici e migliorare la qualità delle cure.
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