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• letteratura dell'esilio
• categorie di esule

La Guerra Civile (1936-1939) e la lunga dittatura franchista causarono la fuga dalla Spagna di migliaia di persone, tra cui centinaia di scrittori e letterati; tutti questi esiliati seguirono traiettorie vitali differenti e percorsi interiori personali che portarono alcuni di loro, a distanza di anni, di nuovo in patria, mentre altri preferirono non fare mai ritorno. Il presente lavoro si propone di analizzare il fenomeno dell’esilio spagnolo da un punto di vista filosofico e psicologico, attraverso il pensiero e la produzione letteraria di una figura emblematica di questo periodo, la filosofa María Zambrano. A partire dalla sua visione dell’esilio si andrà a riflettere sulle differenti elaborazioni dell’individuo rispetto all’allontanamento dalla madre patria, ovvero sulle diverse risposte emotive/psicologiche e i vari atteggiamenti ideologico-politici maturati da questi autori nei confronti dell’esplsione dalla Spagna e della loro condizione esistenziale di esiliati, avendo come obiettivo primario quello di dimostrare la validità della suddivisione teorica degli esuli in tre categorie delineate dalla filosofa stessa. Per provare nella pratica tale idea si farà ricorso all’analisi biografica e di una selezione di opere di tre autori simbolo della letteratura dell’esilio ovvero Rafael Alberti, Max Aub e Luis Cernuda, cercando di stabilire a quale delle tre categorie di esule appartengano.