Thesis etd-10272021-165325 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
LIPPI, SILVIA
URN
etd-10272021-165325
Thesis title
Gestione del paziente con dolore addominale nel DEA: un confronto tra i periodi pre- e post- esordio della pandemia da SARS-CoV-2
Department
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Course of study
MEDICINA D'EMERGENZA URGENZA
Supervisors
relatore Prof. Ghiadoni, Lorenzo
Keywords
- abdominal pain
- covid-19
- dolore addominale
Graduation session start date
16/11/2021
Availability
Withheld
Release date
16/11/2091
Summary
Il dolore addominale è un frequente motivo di accesso in Pronto Soccorso, rappresentando il principale sintomo per il 5-10% delle visite di pazienti adulti in pronto Soccorso. Si distingue in acuto e cronico a seconda che duri meno o più di 7 giorni. Le cause possono essere distinte in urgenti, per cui occorre un trattamento immediato, entro le 24 ore, o non urgenti.
Fisiologicamente si distinguono dolore viscerale, parietale, e riferito. Vari sono i meccanismi fisiopatologici che determinano la comparsa del dolore addominale: stimolazione del peritoneo parietale, distensione o spasmo di organi cavi, distensione della capsula di organi parenchimatosi, interessamento vascolare, infiltrazione o compressione neoplastica di strutture nervose, alterazioni della parete addominale.
La valutazione clinica del paziente con dolore addominale inizia con l’anamnesi, attraverso cui si ha una caratterizzazione del sintomo e si ottengono informazioni sulla storia passata e farmacologica del paziente, ed esame fisico, costituito da ispezione, auscultazione, percussione e palpazione dell’addome, valutazione dell’aspetto generale e dei parametri vitali.
La valutazione degli indici di funzionalità epatica, pancreatica, renale, degli indici di colestasi, della PCR e della conta leucocitaria può aiutare nella diagnosi differenziale. A completare l’iter diagnostico si aggiunge l’esecuzione della diagnostica strumentale. Gli esami di primo livello sono rappresentati da Ecografia addome completa, RX diretta addome e RX torace; tra gli esami di secondo livello troviamo la TC con o senza MDC. Talvolta può essere utile l’esecuzione di una valutazione specialistica.
Il dolore addominale è una patologia di comune riscontro tra i pazienti più anziani. In questa categoria di pazienti la presentazione può essere molto diversa e un’accurata diagnosi risulta più difficile; spesso, per un corretto trattamento, è necessario il ricovero o l’intervento chirurgico.
E’ importante somministrare una terapia analgesica, a prescindere dalla formulazione di una diagnosi definitiva. Per attuare una corretta terapia occorre: effettuare una valutazione oggettiva dell’intensità del dolore mediante scale, la NRS è quella che sembra avere i migliori risultati, scegliere l’analgesico adeguato (non oppiaceo per NRS ≤ 3 e oppioide quando > 3) e la via di somministrazione, effettuare frequenti rivalutazioni e attuare misure adiuvanti.
Nel dicembre 2019, in Cina è emersa l’infezione da nuovo Coronavirus, la diffusione nel mondo è stata così rapida che il Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) è stato ufficialmente dichiarato pandemia nel marzo 2020. Viste le modalità di contagio interumano attraverso “droplets” o contatto diretto sono state messe in atto misure per contenere la trasmissione. In Italia è stato imposto un lockdown nazionale: le persone sono state costrette a rimanere a casa salvo per motivi di lavoro, cause urgenti o di salute. Sempre più, nella popolazione, si è diffusa la paura per il contagio. Questo ha provocato una globale e significativa riduzione degli accessi nei Pronto Soccorso sia per le patologie non urgenti ma anche per quelle potenzialmente pericolose per la vita.
Con questo studio si vogliono ad andare ad analizzare le caratteristiche e la gestione dei pazienti con dolore addominale nel DEA dell’AOUP e fare un confronto tra due gruppi di pazienti alla luce della pandemia da SARS-CoV-2.
I pazienti sono stati selezionati nel periodo 1-10 Gennaio 2020 e 1-17 Gennaio 2021, includendo i pazienti che presentassero dolore addominale come “problema principale” in fase di Triage, escludendo i dolori addominali di origine traumatica, l’età < 18 anni e le pazienti con gravidanza in atto. I dati di interesse, con cui è stato compilato un database, sono stati estrapolati dal sistema informatico FirstAID.
Il campione è composto da 403 pazienti, suddivisi in 204 nel gennaio 2020 e 199 nel gennaio 2021, complessivamente troviamo 191 maschi e 212 femmine. L’età media è maggiore nel 2021 (60 vs 54 anni). I codici di triage 3 e 4, assegnati all’ingresso in Pronto Soccorso, sono stati i più frequenti (72% e 24,6% rispettivamente) con una variazione tra i due periodi: le percentuali dei codici 3 sono aumentate nel 2021 da 63,7% al 80,4%, mentre è avvenuto l’opposto per i codici 4 da 32,4% a 16,6%. Sebbene i pazienti abbiano preferito raggiungere il Pronto Soccorso con i mezzi propri in entrambi i periodi, nel 2021 più pazienti si sono rivolti al Servizio di Emergenza Territoriale (44% vs 27,9%). Nella valutazione dei pazienti è stata considerata la rilevazione della febbre, valori medi di 36,2°C mantenuti stabili nei due periodi, l’esecuzione degli esami ematici con valori medi sovrapponibili in entrambi i periodi e degli esami radiologici. L’ecografia addome completa si conferma l’esame più frequente (70% del totale) stabile sui due periodi, l’RX diretta addome è stata eseguita nel 33,4% del totale ma con una percentuale maggiore nel 2021 (40,2% vs 27%). La TC addome è stata eseguita complessivamente nel 15% dei pazienti ma, anche in questo caso, con una percentuale maggiore nel 2021 (25% vs 8%). Il 29% dei pazienti ha eseguito una valutazione specialistica, la più frequente è stata quella chirurgica (54%); anche qui confrontando i due periodi sono state chieste con più frequenza nel 2021 (36,2% vs 22,5%). La percentuale dei pazienti dimessi a domicilio, il 61%, è complessivamente maggiore, sebbene si noti una flessione nel 2021 (53,3% vs 67,6%). Il ricovero in reparto di degenza è stato scelto nel 27,9% dei pazienti, con un aumento nel 2021 (46,7% vs 32,4%). Il ricorso all’Osservazione breve intensiva è avvenuto nel 10,9% dei pazienti.
Dal nostro studio si confema una prevalenza del dolore addominale nel sesso femminile. Osserviamo che l’esame strumentale più frequentemente eseguito è stato l’ecografia addome, che, come da linee guida, è l’esame di primo livello da preferire in associazione alla valutazione clinica del paziente per giungere ad una diagnosi. La TC addome, viene effettuata come esame di secondo livello, quando l’ecografia non sia sufficiente e solo raramente come esame di prima scelta, in una percentuale di pazienti inferiore rispetto ai dati riportati in letteratura. In questo modo, senza compromettere l’accuratezza diagnostica, si riduce il rischio di esposizione a radiazioni ionizzanti e di nefropatia. Vediamo inoltre come l’utilizzo dell’OBI rappresenti un valido strumento per ridurre la quota di pazienti che necessitano un ricovero in reparto di degenza.
Dal confronto dei gruppi di pazienti, appartenenti ai due diversi periodi temporali, osserviamo come nel 2021, durante la II ondata di COVID-19, i pazienti che accedono in Pronto Soccorso per dolore addominale siano caratterizzati da condizioni cliniche più gravi, si caratterizzano infatti per avere un’età media più avanzata, per avere un maggior numero di comorbilità, per richiedere più spesso il trasporto mediante il Servizio di Emergenza territoriale, per aver assegnato un codice di Triage più alto, per necessitare di un maggior numero di TC e infine per avere una più alta percentuale di ricoveri in reparto di degenza. Questo fenomeno si può spiegare con la paura del contagio da COVID-19, per cui gli accessi al Pronto Soccorso si sono globalmente ridotti, favorendo così, un peggioramento delle patologie a domicilio e determinandone una maggior gravità all’arrivo in Pronto Soccorso.
Fisiologicamente si distinguono dolore viscerale, parietale, e riferito. Vari sono i meccanismi fisiopatologici che determinano la comparsa del dolore addominale: stimolazione del peritoneo parietale, distensione o spasmo di organi cavi, distensione della capsula di organi parenchimatosi, interessamento vascolare, infiltrazione o compressione neoplastica di strutture nervose, alterazioni della parete addominale.
La valutazione clinica del paziente con dolore addominale inizia con l’anamnesi, attraverso cui si ha una caratterizzazione del sintomo e si ottengono informazioni sulla storia passata e farmacologica del paziente, ed esame fisico, costituito da ispezione, auscultazione, percussione e palpazione dell’addome, valutazione dell’aspetto generale e dei parametri vitali.
La valutazione degli indici di funzionalità epatica, pancreatica, renale, degli indici di colestasi, della PCR e della conta leucocitaria può aiutare nella diagnosi differenziale. A completare l’iter diagnostico si aggiunge l’esecuzione della diagnostica strumentale. Gli esami di primo livello sono rappresentati da Ecografia addome completa, RX diretta addome e RX torace; tra gli esami di secondo livello troviamo la TC con o senza MDC. Talvolta può essere utile l’esecuzione di una valutazione specialistica.
Il dolore addominale è una patologia di comune riscontro tra i pazienti più anziani. In questa categoria di pazienti la presentazione può essere molto diversa e un’accurata diagnosi risulta più difficile; spesso, per un corretto trattamento, è necessario il ricovero o l’intervento chirurgico.
E’ importante somministrare una terapia analgesica, a prescindere dalla formulazione di una diagnosi definitiva. Per attuare una corretta terapia occorre: effettuare una valutazione oggettiva dell’intensità del dolore mediante scale, la NRS è quella che sembra avere i migliori risultati, scegliere l’analgesico adeguato (non oppiaceo per NRS ≤ 3 e oppioide quando > 3) e la via di somministrazione, effettuare frequenti rivalutazioni e attuare misure adiuvanti.
Nel dicembre 2019, in Cina è emersa l’infezione da nuovo Coronavirus, la diffusione nel mondo è stata così rapida che il Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) è stato ufficialmente dichiarato pandemia nel marzo 2020. Viste le modalità di contagio interumano attraverso “droplets” o contatto diretto sono state messe in atto misure per contenere la trasmissione. In Italia è stato imposto un lockdown nazionale: le persone sono state costrette a rimanere a casa salvo per motivi di lavoro, cause urgenti o di salute. Sempre più, nella popolazione, si è diffusa la paura per il contagio. Questo ha provocato una globale e significativa riduzione degli accessi nei Pronto Soccorso sia per le patologie non urgenti ma anche per quelle potenzialmente pericolose per la vita.
Con questo studio si vogliono ad andare ad analizzare le caratteristiche e la gestione dei pazienti con dolore addominale nel DEA dell’AOUP e fare un confronto tra due gruppi di pazienti alla luce della pandemia da SARS-CoV-2.
I pazienti sono stati selezionati nel periodo 1-10 Gennaio 2020 e 1-17 Gennaio 2021, includendo i pazienti che presentassero dolore addominale come “problema principale” in fase di Triage, escludendo i dolori addominali di origine traumatica, l’età < 18 anni e le pazienti con gravidanza in atto. I dati di interesse, con cui è stato compilato un database, sono stati estrapolati dal sistema informatico FirstAID.
Il campione è composto da 403 pazienti, suddivisi in 204 nel gennaio 2020 e 199 nel gennaio 2021, complessivamente troviamo 191 maschi e 212 femmine. L’età media è maggiore nel 2021 (60 vs 54 anni). I codici di triage 3 e 4, assegnati all’ingresso in Pronto Soccorso, sono stati i più frequenti (72% e 24,6% rispettivamente) con una variazione tra i due periodi: le percentuali dei codici 3 sono aumentate nel 2021 da 63,7% al 80,4%, mentre è avvenuto l’opposto per i codici 4 da 32,4% a 16,6%. Sebbene i pazienti abbiano preferito raggiungere il Pronto Soccorso con i mezzi propri in entrambi i periodi, nel 2021 più pazienti si sono rivolti al Servizio di Emergenza Territoriale (44% vs 27,9%). Nella valutazione dei pazienti è stata considerata la rilevazione della febbre, valori medi di 36,2°C mantenuti stabili nei due periodi, l’esecuzione degli esami ematici con valori medi sovrapponibili in entrambi i periodi e degli esami radiologici. L’ecografia addome completa si conferma l’esame più frequente (70% del totale) stabile sui due periodi, l’RX diretta addome è stata eseguita nel 33,4% del totale ma con una percentuale maggiore nel 2021 (40,2% vs 27%). La TC addome è stata eseguita complessivamente nel 15% dei pazienti ma, anche in questo caso, con una percentuale maggiore nel 2021 (25% vs 8%). Il 29% dei pazienti ha eseguito una valutazione specialistica, la più frequente è stata quella chirurgica (54%); anche qui confrontando i due periodi sono state chieste con più frequenza nel 2021 (36,2% vs 22,5%). La percentuale dei pazienti dimessi a domicilio, il 61%, è complessivamente maggiore, sebbene si noti una flessione nel 2021 (53,3% vs 67,6%). Il ricovero in reparto di degenza è stato scelto nel 27,9% dei pazienti, con un aumento nel 2021 (46,7% vs 32,4%). Il ricorso all’Osservazione breve intensiva è avvenuto nel 10,9% dei pazienti.
Dal nostro studio si confema una prevalenza del dolore addominale nel sesso femminile. Osserviamo che l’esame strumentale più frequentemente eseguito è stato l’ecografia addome, che, come da linee guida, è l’esame di primo livello da preferire in associazione alla valutazione clinica del paziente per giungere ad una diagnosi. La TC addome, viene effettuata come esame di secondo livello, quando l’ecografia non sia sufficiente e solo raramente come esame di prima scelta, in una percentuale di pazienti inferiore rispetto ai dati riportati in letteratura. In questo modo, senza compromettere l’accuratezza diagnostica, si riduce il rischio di esposizione a radiazioni ionizzanti e di nefropatia. Vediamo inoltre come l’utilizzo dell’OBI rappresenti un valido strumento per ridurre la quota di pazienti che necessitano un ricovero in reparto di degenza.
Dal confronto dei gruppi di pazienti, appartenenti ai due diversi periodi temporali, osserviamo come nel 2021, durante la II ondata di COVID-19, i pazienti che accedono in Pronto Soccorso per dolore addominale siano caratterizzati da condizioni cliniche più gravi, si caratterizzano infatti per avere un’età media più avanzata, per avere un maggior numero di comorbilità, per richiedere più spesso il trasporto mediante il Servizio di Emergenza territoriale, per aver assegnato un codice di Triage più alto, per necessitare di un maggior numero di TC e infine per avere una più alta percentuale di ricoveri in reparto di degenza. Questo fenomeno si può spiegare con la paura del contagio da COVID-19, per cui gli accessi al Pronto Soccorso si sono globalmente ridotti, favorendo così, un peggioramento delle patologie a domicilio e determinandone una maggior gravità all’arrivo in Pronto Soccorso.
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