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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10272020-230810


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BUCCHERI, FRANCESCO
URN
etd-10272020-230810
Titolo
I luoghi di culto a Ostia in età imperiale come indicatori della diffusione dei culti orientali in Occidente
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Gualandi, Maria Letizia
relatore Prof.ssa Tommasi Moreschini, Chiara Ombretta
Parole chiave
  • History of Religion
  • Archeology
  • Roman Empire
  • mithrea
  • Mithraism
  • Mithra
  • ancient Ostia
  • Italy
  • Storia delle religioni
  • Archeologia
  • Impero romano
  • religioni misteriche
  • religioni orientali
  • mitrei
  • Mitraismo
  • Mitra
  • Ostia antica
  • Ostia
  • mystery religions
  • Italia
  • oriental religions
Data inizio appello
16/11/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/11/2060
Riassunto
ABSTRACT
Il presente lavoro si occupa della diffusione dei culti orientali, Mitraismo e culti non mitraici, nella parte occidentale dell’Impero romano da un punto di vista soprattutto archeologico e anche storico-religioso, partendo da Ostia quale massimo esempio di questi fenomeni religiosi specifici e storicamente individuati. A questo proposito, inizialmente, si è deciso di prendere in esame i dati archeologici sui luoghi di culto mitraici di Ostia, che sono stati organizzati in ordine topografico. Questo è sembrato utile nell’ottica di tracciare una ‘storia della diffusione’. Il risultato finale è di realizzare un censimento e rilevare eventuali significati di natura sociale dalla collocazione dei santuari rispetto al quartiere e all’isolato che li ospita, quindi in ragione della loro inserimento nel tessuto urbano. Infatti, tenendo conto del dato archeologico di Ostia, si consolida sempre più la convinzione che le ragioni della diffusione e del successo del Mitraismo, a partire dal II secolo (periodo durante il quale viene costruito il porto di Traiano), siano riconducibili prevalentemente dinamiche di carattere commerciale ed economico: i mitrei sono collocati in case private, non di rado in magazzini e o attività commerciali di varia natura. Il dato archeologico preso in considerazione consente, quindi, anche una valutazione sociale del Mitraismo: le classi sociali più inclini ad abbracciare questo culto sono comunità non molto grandi, appartenenti alle classi medio-basse, costituite da schiavi, liberti, piccoli proprietari, piccoli commercianti e forse anche marinai. Questa lettura, infine, può risultare utile a comprendere meglio la diffusione degli altri culti orientali. Sui culti orientali non mitraici di Ostia Antica, quelli di origine frigia (Mater Magna e Attis), di origine egizia (Iside e Serapide), Ebraismo e Cristianesimo c’è da dire che il dato archeologico, sebbene non ugualmente ricco, ci permette comunque di rilevare differenze a vari livelli. Sotto il profilo edilizio e urbanistico i relativi luoghi di culto sono complessi monumentali, completamente autonomi da altri edifici, di proprietà delle varie comunità e non di singoli cittadini come nel caso dei mitrei, anche per via delle diversità intrinseche tra i vari culti. Un altro elemento di diversità è la loro collocazione in posizioni periferiche. Non stupisce, tra l’altro, né la collocazione della Sinagoga nell’isolato XVII della regione IV, vicino all’antica linea di costa e alle Terme del Musiciolus - in un’area peraltro archeologicamente poco indagata – né la sua unicità; scelte queste dovute entrambe a questioni di carattere teologico e di consuetudine. Infatti gli Ebrei hanno avuto sempre una sola grande sinagoga, in cui la comunità si riunisce in occasione dello Shabbāt e delle altre festività. C’è da rilevare che della comunità ebraica ostiense però poco o nulla si conosce, se non una iscrizione recante un atto di diritto privato in cui si fa riferimento ad alcuni personaggi di cui si parla brevemente nell’elaborato. Per quel che riguarda la cd. Basilica Cristiana essa è inserita nell’isolato I della III regione, in cui vi erano un mercato, un grande numero di caseggiati, negozi e insulae; sembra essere collegata in qualche modo e per motivi diversi a personaggi facoltosi, prima la famiglia dei Tigriniani e dopo Volusiano, praefectus Urbi del 417-418, collegato al mondo dei Fabri navales. Per quanto riguarda i culti egizi, il presunto sacello di Iside è un santuario privato ricavato in una piccola stanza all’interno di un edificio commerciale, in un isolato, il V della regione IV, lo stesso del mitreo delle Sette Porte. In tale isolato, tra l’altro, si trovano degli horrea, una fullonica, le tabernae dei pescivendoli, il Macellum, due impianti termali, vari caseggiati e altri edifici di natura commerciale. Il Serapeo era probabilmente stato donato da un privato, un liberto di nome Caltilio, di origini orientali ma ormai romano da più generazioni. Fa parte del XVII isolato della regione III, costituito da un caseggiato, dagli horrea che prendono il suo nome, dagli horrea in via degli Aurighi e da un complesso termale. Potrebbe essere stato frequentato da un numero limitato di abitanti del cosiddetto ‘quartiere orientale’, addetti alle vicine terme, con cui il sacello condivide parte dell'ingresso monumentale. Infine, al Campo della Magna Mater, che comprende anche l’Attideum, venne riservato un grande spazio ai limiti meridionali della città. Il complesso è praticamente autonomo e costituisce l’isolato I della regione IV. Il caso di Magna Mater e di Attis è diverso dagli altri di cui si è appena parlato; in età imperiale si istituirono feste pubbliche in loro onore interdette però inizialmente ai Romani. L’estrazione sociale degli adepti è conosciuta tramite le fonti letterarie che attestano la loro collocazione tra schiavi,
liberti e mercanti asiatici. Tale lettura, attenta alla collocazione dei luoghi di culto rispetto al contesto urbano e all’estrazione sociale dei diversi gruppi di adepti, potrebbe agevolare la comprensione dei fenomeni di irradiazione delle religioni trattate.
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