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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10272020-111128


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
NUCCI, ANNA MARIA
URN
etd-10272020-111128
Titolo
Correzione della contrattura in flessione del gomito in esiti di paralisi ostetrica tramite osteotomia olecranica parcellare ed artrolisi anteriore
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA
Relatori
relatore Prof. Capanna, Rodolfo
correlatore Dott. Senes, Filippo Maria
Parole chiave
  • plesso brachiale
  • paralisi ostetrica di plesso brachiale
  • osteotomia olecranica
  • contrattura in flessione del gomito
  • release di gomito
Data inizio appello
17/11/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
17/11/2023
Riassunto
La lesione del plesso brachiale da trauma ostetrico rappresenta la causa di una condizione di disabilità anche permanente dell’arto superiore ben conosciuta e studiata sia in ambito ostetrico che ortopedico. Oggigiorno grazie all’evoluzione delle tecniche di diagnosi prenatale che permettono di individuare i feti a rischio e grazie alla diffusione del parto cesareo, l’incidenza delle paralisi ostetriche risulta fortemente ridotta, aggirandosi secondo recenti studi intorno a 1.2-1.3 su 1,000 nati negli Stati Uniti. Allo stesso tempo la comprensione sempre più profonda dell’anatomia dei nervi, e nello specifico del plesso brachiale, e lo sviluppo delle nuove tecniche di microchirurgia hanno condotto a nuove soluzioni terapeutiche per i bambini affetti da paralisi ostetrica. Il recente sviluppo della chirurgia nervosa primaria e secondaria del plesso brachiale del bambino ha dato a questi pazienti la possibilità di recuperare almeno parzialmente le funzionalità dell’arto leso, evitando lo sviluppo dei tipici quadri di completa disabilità dell’arto che si potevano osservare un tempo.
Nonostante ciò, esiste una percentuale di casi (soprattutto in caso di lesioni complete di plesso) in cui permangono importanti deficit funzionali che con il tempo possono condurre allo sviluppo di deformità secondarie. Le deformità della spalla sono quelle più studiate e per cui sono state elaborate numerose soluzioni terapeutiche negli anni passati, ma anche le deformità del gomito rappresentano una problematica altrettanto importante e pochi sono gli studi che si sono occupati di questo argomento. E’ stato infatti evidenziato come circa il 48% dei bambini con un quadro di lesione di plesso brachiale sviluppi una contrattura in flessione del gomito significativa dal punto di vista clinico. Un gomito con un deficit di estensione > 30° rappresenta un problema non solo estetico, ma anche funzionale, in quanto rende difficoltoso lo svolgimento di attività quotidiane come l’igiene personale, mangiare o semplicemente aprire una porta. Cercando nella letteratura, si possono trovare alcuni interessanti lavori sul trattamento di questa deformità con tutori o gessi progressivi in estensione, ma il punto debole di queste metodiche sembra essere l’alto tasso di recidiva. Altri autori hanno invece proposto il trattamento chirurgico con release tendineo e capsulo-ligamentoso del gomito con buoni risultati. Una problematica che non viene presa in considerazione in questi studi è la deformazione che subisce l’osso in crescita a seguito di una paralisi ostetrica. Infatti, il conseguente squilibrio delle forze muscolari che agiscono sulle ossa conduce ad un anomalo accrescimento osseo come già dimostrato nell’articolazione gleno-omerale. A livello del gomito è stato osservato con studi TC lo sviluppo di una fossa olecranica ipoplasica e superficiale, mentre sul versante ulnare il processo olecranico ha uno accrescimento maggiore del normale. Quindi, ipotizzando che l’alterato sviluppo osseo sia concausa della deformità in flessione assieme alla retrazione dei tessuti molli, è stata elaborata una nuova tecnica chirurgica che associa un’osteotomia olecranica al release capsulo-ligamentoso anteriore di gomito. Il presente studio riporta i risultati a lungo termine (follow-up medio di 7 anni e 3 mesi) di tale tecnica chirurgica applicata in 26 pazienti con età media 16,7 anni. I risultati sono descritti in termini di grado di flessione ed estensione del gomito, DASH score, soddisfazione soggettiva del paziente, tempi medi di chirurgia e tempi medi di ospedalizzazione. Questo studio dimostra che la tecnica sperimentata può essere una valida opzione terapeutica della rigidità in flessione del gomito nei pazienti affetti da paralisi ostetrica in età adolescenziale con soddisfacenti risultati funzionali e basso rischio di recidiva.
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