Tesi etd-10272019-155614 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BORDINO, GIULIA
URN
etd-10272019-155614
Titolo
La teoria dell'affettività situata di Jan Slaby e gli studi culturali di Ernesto De Martino.
Studio sulla portata dell'affettività situata all'interno del fenomeno culturale del tarantismo e le sue implicazioni.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof.ssa Fussi, Alessandra
correlatore Dott. Gronda, Roberto
correlatore Dott. Gronda, Roberto
Parole chiave
- affettività situata
- autonomia
- cultura popolare
- dinamica dell'affettività
- dominio sociale
- Ernesto De Martino
- fenomeno culturale
- invasione mentale
- Jan Slaby
- ordine simbolico culturalmente condizionato
- potere simbolico della taranta
- strutture situate
- tarantismo
Data inizio appello
18/11/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
In questo studio tratteremo due autori e due discipline lontane fra loro.
Uno di questi è Jan Slaby, attualmente professore di filosofia alla Freie Universitӓt di Berlino, le cui aree di studio si articolano, solo per citarne alcune, fra la filosofia delle emozioni, la filosofia della mente e, molto importante per noi, lo studio interdisciplinare dell’affettività.
Ci concentreremo su un suo articolo che tratta la teoria dell’affettività situata. Vedremo che per Slaby l’affettività è qualcosa di molto complesso, strutturata in un’intensa dinamica transpersonale che lega le persone fra loro e le ancora sintonizzandole anche al proprio ambiente. Lo stesso Slaby invita all’unione interdisciplinare con studi culturali per comprendere meglio la portata della teoria dell’affettività situata.
L’altro autore è Ernesto De Martino. Egli è stato etnologo e storico delle religioni. Il suo interessamento alla cultura popolare del Mezzogiorno degli anni ’50 ha posto l’attenzione sui fenomeni culturali presenti al suo interno: la magia popolare, il lamento funebre e di notevole importanza per il nostro studio, il tarantismo. L’obiettivo ultimo delle varie spedizioni compiute da De Martino e dalla sua équipe interdisciplinare nel meridione italiano, era quello di rendere le conoscenze subalterne del popolo del meridione un sapere ufficiale e riconosciuto. Il fine era quello di permettere a queste persone, i contadini poveri del Mezzogiorno, di entrare nella storia del resto d’Italia e partecipare così ai diritti civili e sociali che non esistevano ancora nelle loro terre.
Ad un primo sguardo gli ambiti di studio dei due autori non potrebbero sembrare più lontani, ma nonostante ciò in questo lavoro tenteremo di applicarli l’uno all’altro.
Jan Slaby parla di una difficoltà insita nello studiare le implicazioni che derivano dall’essere ancorati al dominio e il seguente sviluppo di disposizioni affettive individuali.
Spesso assumiamo irriflessivamente a livello normativo determinate istanze e non è semplice rendersi conto se queste contengano o meno contraddizioni o se siano salutari per la nostra persona. Questo perché noi siamo inglobati e plasmati dalle stesse strutture che vogliamo studiare. Eccoci dunque arrivati al perché del nostro interesse sul fenomeno del tarantismo. Essendo esso lontano sia temporalmente sia socialmente dal nostro ambiente (o dominio sociale), può essere studiato in maniera più obiettiva e distaccata (non senza una certa meraviglia ed empatia), e sarà così possibile osservare la pervasività del fenomeno e la dimensione priva di potere decisionale e inconsapevolezza che lo induce, mostrando così la portata della teoria dell’affettività situata al suo interno.
Uno di questi è Jan Slaby, attualmente professore di filosofia alla Freie Universitӓt di Berlino, le cui aree di studio si articolano, solo per citarne alcune, fra la filosofia delle emozioni, la filosofia della mente e, molto importante per noi, lo studio interdisciplinare dell’affettività.
Ci concentreremo su un suo articolo che tratta la teoria dell’affettività situata. Vedremo che per Slaby l’affettività è qualcosa di molto complesso, strutturata in un’intensa dinamica transpersonale che lega le persone fra loro e le ancora sintonizzandole anche al proprio ambiente. Lo stesso Slaby invita all’unione interdisciplinare con studi culturali per comprendere meglio la portata della teoria dell’affettività situata.
L’altro autore è Ernesto De Martino. Egli è stato etnologo e storico delle religioni. Il suo interessamento alla cultura popolare del Mezzogiorno degli anni ’50 ha posto l’attenzione sui fenomeni culturali presenti al suo interno: la magia popolare, il lamento funebre e di notevole importanza per il nostro studio, il tarantismo. L’obiettivo ultimo delle varie spedizioni compiute da De Martino e dalla sua équipe interdisciplinare nel meridione italiano, era quello di rendere le conoscenze subalterne del popolo del meridione un sapere ufficiale e riconosciuto. Il fine era quello di permettere a queste persone, i contadini poveri del Mezzogiorno, di entrare nella storia del resto d’Italia e partecipare così ai diritti civili e sociali che non esistevano ancora nelle loro terre.
Ad un primo sguardo gli ambiti di studio dei due autori non potrebbero sembrare più lontani, ma nonostante ciò in questo lavoro tenteremo di applicarli l’uno all’altro.
Jan Slaby parla di una difficoltà insita nello studiare le implicazioni che derivano dall’essere ancorati al dominio e il seguente sviluppo di disposizioni affettive individuali.
Spesso assumiamo irriflessivamente a livello normativo determinate istanze e non è semplice rendersi conto se queste contengano o meno contraddizioni o se siano salutari per la nostra persona. Questo perché noi siamo inglobati e plasmati dalle stesse strutture che vogliamo studiare. Eccoci dunque arrivati al perché del nostro interesse sul fenomeno del tarantismo. Essendo esso lontano sia temporalmente sia socialmente dal nostro ambiente (o dominio sociale), può essere studiato in maniera più obiettiva e distaccata (non senza una certa meraviglia ed empatia), e sarà così possibile osservare la pervasività del fenomeno e la dimensione priva di potere decisionale e inconsapevolezza che lo induce, mostrando così la portata della teoria dell’affettività situata al suo interno.
File
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