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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10272016-101847


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
OCCHIPINTI, ANGELA
URN
etd-10272016-101847
Titolo
Nuove prove in appello
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Cecchella, Claudio
Parole chiave
  • mezzi istruttori
  • rimessione in termini
  • indispensabilità
  • istruzione probatoria
  • giudizio di secondo grado
  • ammissibilità
Data inizio appello
14/12/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il tema dell’istruzione probatoria nell’appello civile verte, essenzialmente, sull’ammissibilità o meno nel secondo grado di giudizio di mezzi di prova diversi ed ulteriori da quelli assunti nel giudizio di prima istanza.
È un tema che, fin dalla vigenza del codice di rito del 1865, è stato costantemente oggetto di vivaci contrasti dottrinali e giurisprudenziali e di discipline legislative variegate. Ciò a riprova della particolare delicatezza della questione, in quanto la scelta tra il consentire l’ingresso nel giudizio di appello di nuovo materiale cognitivo e l’escluderlo mediante la previsione di rigide preclusioni coinvolge importanti opzioni filosofiche ed ideologiche intorno allo scopo ed alla funzione del processo. Ad ogni tentativo di regolamentare la materia, lo sforzo del legislatore è sempre stato quello di trovare il bilanciamento ideale tra due valori spesso antagonisti tra loro, la celerità e la giustizia del processo, in una continua ricerca di equilibrio tra le due esigenze. Nei vari momenti storici, a seconda delle diverse circostanze contingenti che il legislatore si è trovato a fronteggiare, si è creduto di poter rinvenire tale equilibrio irrigidendo o attenuando le barriere preclusive, tanto in primo grado quanto in secondo. Cosicché se, da una parte, non si può negare il diritto alla prova anche nel giudizio di secondo grado, dall’altra, i principi di speditezza e di economia processuale impongono che non vi sia un ricorso indiscriminato in appello all’assunzione di nuovi mezzi di prova.
I punti nevralgici della questione sono, dunque, l’interesse delle parti a perseguire l’accertamento della verità dei fatti, ammettendo tutte le deduzioni che possono apportare elementi conoscitivi utili ai fini della decisione, e l’esigenza di garantire tempi processuali ragionevoli. Interessi che oggi vanno attentamente bilanciati e ponderati alla luce dei principi costituzionali e di quelli di derivazione europea.
Il presente lavoro di tesi ha dunque lo scopo di mettere in luce l’evoluzione storica che dal 1865 ad oggi ha segnato la disciplina dei nuovi mezzi di prova in appello, con un’attenzione particolare allo stato attuale della normativa ed alle problematiche che comporta non solo nel rito ordinario e nel rito del lavoro, ma anche nel rito sommario di cognizione e nel giudizio di appello in materia di diritto di famiglia e diritto fallimentare.
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