Tesi etd-10272015-111632 | 
    Link copiato negli appunti
  
    Tipo di tesi
  
  
    Tesi di laurea magistrale LM5
  
    Autore
  
  
    CANTINI, FEDERICA  
  
    URN
  
  
    etd-10272015-111632
  
    Titolo
  
  
    Effetti ultrastrutturali delle anfetamine
  
    Dipartimento
  
  
    FARMACIA
  
    Corso di studi
  
  
    FARMACIA
  
    Relatori
  
  
    relatore Prof. Fornai, Francesco
relatore Prof.ssa Ferrucci, Michela
  
relatore Prof.ssa Ferrucci, Michela
    Parole chiave
  
  - methamphetamine
 - dopaminergic system
 - drugs of abuse
 - metanfetamina
 - microscopia elettronica a trasmissione
 - sistemi dopaminergici
 - sostanze d’abuso
 - transmission electron microscopy
 
    Data inizio appello
  
  
    11/11/2015
  
    Consultabilità
  
  
    Non consultabile
  
    Data di rilascio
  
  
    11/11/2085
  
    Riassunto
  
  Introduzione. La metanfetamina (METH) è una sostanza largamente impiegata come sostanza d’abuso per i suoi effetti psicostimolanti. L’esposizione alla METH risulta neurotossica per le cellule dopaminergiche del sistema nigro-striatale. Infatti la METH induce un immediato rilascio di dopamina in striato, che produce stress ossidativo, portando a degenerazione i terminali dopaminergici striatali e alla conseguente riduzione dei livelli di dopamina in striato. Inoltre, il trattamento con METH induce modificazioni ultrastrutturali all’interno dei neuroni dopaminergici, che consistono nella formazione di vacuoli autofagici contenenti proteine misfolded, come l’-sinucleina. L’autofagia è un processo che permette la rimozione di proteine alterate e organuli danneggiati che, dapprima, vengono avvolti da membrane a singolo o doppio filamento, gli autofagosomi, e successivamente sono avviati ai lisosomi dove si compie la loro completa degradazione.
Scopo dello studio. Lo scopo di questo studio è stato quello di indagare gli effetti ultrastrutturali dell’esposizione diretta di cellule dopaminergiche in coltura a METH.
Materiali e metodi. Lo studio è stato condotto su colture cellulari di cellule PC12, che rappresentano un comune modello di neurone dopaminergico in vitro. Tali cellule sono state esposte a dosi crescenti di METH per 24 ore e successivamente analizzate al microscopio ottico ed elettronico a trasmissione.
L’esposizione a dosi crescenti di METH ci ha consentito di distinguere gli effetti francamente tossici, responsabili di morte cellulare, da quelli in cui, pur in presenza di alterazioni della normale ultrastruttura, non viene compromessa la vitalità della cellula.
In microscopia ottica è stata valutata la vitalità cellulare mediante tre diverse tecniche, basate sulla conta delle cellule direttamente in camera di Burker o in seguito all’impiego di due diverse colorazioni. Gli effetti ultrastrutturali dell’esposizione a METH sono sati documentati in microscopia elettronica a trasmissione, sia qualitativamente che quantitativamente mediante la conta dei mitocondri alterati e dei vacuoli autofagici. Immunoelettronmicroscopia è stata eseguita per valutare la marcatura dei vacuoli autofagici per l’-sinucleina, per proteine autofagiche beclin 1 e LC3.
Risultati. L’esposizione di cellule PC12 alla METH porta alla formazione di inclusioni citoplasmatiche, che aumentano in modo dose-dipendente. Tali inclusioni, che sono indotti in cellule vitali, possiedono i caratteri ultrastrutturali tipici dei vacuoli autofagici, contenendo infatti mitocondri, proteine bersaglio degli effetti tossici della METH, come l’-sinucleina, e proteine della via autofagica.
Conclusioni. Questi dati dimostrano che l’esposizione di cellule dopaminergiche a METH produce effetti tossici e modificazioni ultrastrutturali che consistono nella formazione vacuoli autofagici, in cui proteine aggregate/misfolded e organuli alterati vengono degradati.
Scopo dello studio. Lo scopo di questo studio è stato quello di indagare gli effetti ultrastrutturali dell’esposizione diretta di cellule dopaminergiche in coltura a METH.
Materiali e metodi. Lo studio è stato condotto su colture cellulari di cellule PC12, che rappresentano un comune modello di neurone dopaminergico in vitro. Tali cellule sono state esposte a dosi crescenti di METH per 24 ore e successivamente analizzate al microscopio ottico ed elettronico a trasmissione.
L’esposizione a dosi crescenti di METH ci ha consentito di distinguere gli effetti francamente tossici, responsabili di morte cellulare, da quelli in cui, pur in presenza di alterazioni della normale ultrastruttura, non viene compromessa la vitalità della cellula.
In microscopia ottica è stata valutata la vitalità cellulare mediante tre diverse tecniche, basate sulla conta delle cellule direttamente in camera di Burker o in seguito all’impiego di due diverse colorazioni. Gli effetti ultrastrutturali dell’esposizione a METH sono sati documentati in microscopia elettronica a trasmissione, sia qualitativamente che quantitativamente mediante la conta dei mitocondri alterati e dei vacuoli autofagici. Immunoelettronmicroscopia è stata eseguita per valutare la marcatura dei vacuoli autofagici per l’-sinucleina, per proteine autofagiche beclin 1 e LC3.
Risultati. L’esposizione di cellule PC12 alla METH porta alla formazione di inclusioni citoplasmatiche, che aumentano in modo dose-dipendente. Tali inclusioni, che sono indotti in cellule vitali, possiedono i caratteri ultrastrutturali tipici dei vacuoli autofagici, contenendo infatti mitocondri, proteine bersaglio degli effetti tossici della METH, come l’-sinucleina, e proteine della via autofagica.
Conclusioni. Questi dati dimostrano che l’esposizione di cellule dopaminergiche a METH produce effetti tossici e modificazioni ultrastrutturali che consistono nella formazione vacuoli autofagici, in cui proteine aggregate/misfolded e organuli alterati vengono degradati.
    File
  
  | Nome file | Dimensione | 
|---|---|
Tesi non consultabile.  | 
|