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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10272010-225723


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
VINCZE, LAURA
Indirizzo email
lauravincze@yahoo.com
URN
etd-10272010-225723
Titolo
La persuasione nelle parole e nel corpo. Comunicazione multimodale e argomentazione ragionevole e fallace nel discorso politico e nel linguaggio quotidiano
Settore scientifico disciplinare
L-LIN/01
Corso di studi
LINGUISTICA GENERALE, STORICA, APPLICATA, COMPUTAZIONALE E DELLE LINGUE MODERNE (ITALIANO, INGLESE, FRANCESE, SPAGNOLO, TEDESCO)
Relatori
tutor Nicolai, Florida
commissario Luraghi, Silvia
commissario Benedetti, Marina
commissario Poggi, Isabella
relatore Prof.ssa Bidaud, Françoise
Parole chiave
  • argomentazione
  • comunicazione multimodale
  • fallacie
  • persuasione
Data inizio appello
16/12/2010
Consultabilità
Completa
Riassunto
In un mondo in cui siamo circondati da messaggi persuasivi di ogni tipo, che cercano di indurci a comprare nuovi prodotti o votare il personaggio politico del momento, ci è sembrato utile studiare la persuasione e le strategie persuasive impiegate per condurre all’azione. La tesi tratta quindi della persuasione nell’ambito politico, argomento vasto e caratterizzato da una forte interdisciplinarietà di studi. L’approccio scelto è linguistico: mi concentro sulle strategie persuasive impiegate nel discorso politico, i personaggi politici essendo Ségolène Royal, candidata alle elezioni presidenziali francesi del 2007 e, in misura minore, Nicolas Sarkozy, contra-candidato di Royal e attuale presidente della Francia e Romano Prodi, candidato Premier nel 2006.
La prima parte della tesi introduce gli strumenti teorici impiegati nelle analisi presentate nella seconda parte. Il primo capitolo definisce la persuasione come un atto d’influenzamento sociale dove il Persuasore, per persuadere, deve fare credere all’altro che il perseguimento dello scopo da lui proposto è necessario per il raggiungimento di uno scopo che l’altro già aveva (Poggi 2005).
Il secondo capitolo si concentra su uno degli aspetti della persuasione, l’argomentazione così come vista dalla prospettiva pragma-dialettica e fornisce gli strumenti per l’analisi delle strategie argomentative di Royal.
Nell’analizzare l’argomentazione, soprattutto in contesto dialettico, non si può non far riferimento alle fallacie, tema prediletto della teoria dell’argomentazione. Il terzo capitolo è dedicato quindi ai diversi approcci alle fallacie nel corso dei secoli, con particolare focus sulla visione pragma-dialettica (van Eemeren & Grootendorst 1984; 1992; 2004; van Eemeren et al. 2002).
Nella persuasività del discorso politico, l’argomentazione gioca senz’altro un ruolo importante ma insieme alla valutazione di ciò che viene asserito verbalmente, il pubblico valuta anche ciò che viene comunicato dai gesti, sguardi e postura del corpo del parlante. La persuasione è multimodale e, in quanto tale, nell’analisi delle strategie persuasive non bisogna trascurare il contributo del corpo nell’actio. Il quarto capitolo dà una breve panoramica dell’importanza accordata nei secoli ai comportamenti gestuali nella persuasione.
A partire dal quinto capitolo, l’enfasi è messa sugli studi applicativi condotti sul discorso persuasivo di Ségolène Royal. Vengono analizzate alcune delle strategie persuasive impiegate da Royal nel tentativo di convincere l’uditorio di votare per lei. Per quanto riguarda l’analisi dell’argomentazione impiegata da Royal si è fatto ricorso agli strumenti di analisi forniti dalla teoria dell’argomentazione.
L’argomentazione di Royal è studiata in vari contesti: sia in un contesto dialettico, dove due oppositori (Ségolène Royal e Nicolas Sarkozy) si confrontano in un dibattito dove ognuno vuole far prevalere la propria tesi, sia nel contesto più strettamente retorico di un’intervista, dove la candidata, benché sottoposta a delle domande da parte dell’intervistatrice, ha l’opportunità di concepire delle risposte quasi monologiche, senza interruzioni da parte dell’avversario Sarkozy.
Nei contesti argomentativi dialettici e soprattutto in quelli dove il desiderio di ‘averla vinta’ prende il sopravvento, avviene spesso che i partecipanti, volutamente o non, ricorrano a delle mosse argomentative scorrette, ovvero delle fallacie. Per illustrare alcune delle fallacie che possono occorrere nei dibattiti politici, come anche il danno che possono recare all’avversario e alla discussione argomentativa in generale, nel capitolo 5 presento un’analisi delle fallacie commesse – sia dall’uno che dall’altro partecipante – nel dibattito Royal-Sarkozy del 2 maggio 2007. Per condurre l’analisi ho fatto ricorso agli strumenti teorici forniti dalla teoria pragma-dialettica dell’argomentazione.
Grazie a questi strumenti, l’analista è in qualche modo ‘facilitato’ nel suo intento di analizzare l’argomentazione e individuare le fallacie commesse. Ma i parlanti comuni sono in grado di percepire l’irragionevolezza di una mossa argomentativa, anche senza avere gli strumenti teorici dell’analista? Questa è la domanda alla quale si è provato a rispondere nel sesto capitolo con l’aiuto di uno studio sperimentale. Lo scopo dello studio è indagare sul modo in cui vengono percepiti i tre tipi di attacchi alla persona, ovvero le cosiddette fallacie ad hominem (diretto, indiretto e tu quoque).
Fin qui mi sono concentrata maggiormente sulle strategie argomentative, razionali nella persuasione. Ma come sappiamo da Aristotele, il logos è solo una delle possibile vie per persuadere. Insieme alla forza delle argomentazioni, il Persuasore deve far appello anche all’ethos e al pathos. Gli ultimi tre capitoli sono dedicati a queste due strategie.
Nel settimo capitolo si analizza l’appello che Royal fa all’ethos: dando prova di non avere un interesse personale nel diventare presidente, ma l’unica ragione per cui si candida è per il popolo Francese, Royal enfatizza il lato benevolo del suo ethos (Poggi 2005). La stessa strategia s’incontra nel discorso politico di un altro candidato della Sinistra, stavolta Italiano: Romano Prodi. Nella prima parte del capitolo si confrontano i due appelli all’ethos e si analizzano i due discorsi in termini della loro gerarchia di scopi (Parisi & Castelfranchi 1975; Poggi 2005); nella seconda parte l’appello di Royal all’ethos è analizzato in termini delle manovre strategiche impiegate per far giungere il messaggio persuasivo al pubblico nel modo più efficace possibile (van Eemeren 2010).
Ethos, pathos e anche logos, possono essere suscitati non solo tramite la comunicazione verbale, ma anche facendo ricorso alle strategie persuasive multimodali. Secondo Poggi & Pelachaud (2008), infatti, i significati veicolati tramite gesti e sguardi persuasivi possono contribuire a una strategia di pathos, ethos o logos. Nel capitolo 9 mi concentro sull’uso del corpo come strumento di persuasione. Applicando lo schema di annotazione di Poggi & Pelachaud (2008), si analizzano i possibili significati trasmessi dal comportamento gestuale di Prodi e Royal, gesti che danno un apporto persuasivo al loro discorso e che, nel caso di Royal, guidano l’uditorio nel differenziare tra i due candidati alla presidenza della Francia. Sempre qui mi concentro sui possibili significati comunicati dallo sguardo di Royal e indaghiamo sugli elementi che li rendono persuasivi. Nella seconda parte del nono capitolo, vengono fornite delle ipotesi sui significati trasmessi mentre uno chiude gli occhi nel parlato o nell’ascolto e si indaga sul significato di una particolare chiusura degli occhi di Royal – l’ammiccamento – durante l’intervista politica. Nella terza parte del nono capitolo si analizza l’appello che Royal fa nel suo discorso politico alle emozioni, ovvero al pathos. Infatti, come rilevato dagli Antichi, il buon oratore deve sì costruirsi una buona argomentazione, ma, insieme ad essa, deve puntare anche sul diletto e la commozione dell’uditorio. In questo paragrafo vedremo come Royal fa uso dell’espressione facciale per indurre nel pubblico emozioni come entusiasmo ed orgoglio e produce il diletto ridicolizzando Sarkozy. Per concludere, vediamo quanto è importante trasmettere gli stessi significati con le parole e con il corpo. Tornando al frammento dove Royal e Prodi dichiarano di non candidarsi per interesse personale, si indaga sulla coerenza del discorso a livello multimodale e sull’apporto del corpo nella persuasività del messaggio.
La tesi è un tentativo di analizzare la persuasione nella sua complessità, dove vie argomentative e corporee, appello all’affidabilità del persuasore e, non per ultimo, appello alle emozioni, si combinano per dar forza al messaggio persuasivo.
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