Tesi etd-10272010-111140 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
GIOVANELLI, SILVIA
URN
etd-10272010-111140
Titolo
Isolamento e caratterizzazione della componente volatile e degli estratti apolari da Cochlospermum angolense Welw.
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE
Relatori
relatore Prof.ssa Pistelli, Luisa
Parole chiave
- Cochlospermum angolense
- estratto cloroformico
- olio essenziale
- SPME
Data inizio appello
17/11/2010
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
17/11/2050
Riassunto
Oggetto del lavoro di tesi è stato lo studio fitochimico della specie botanica Cochlospermum angolense Welw., albero appartenente alla famiglia delle Cochlospermaceae, che cresce in Angola e Sud della Guinea. Questa pianta è caratterizzata da radici di colore arancione, grandi fiori di colore giallo, foglie grandi e palmate, e frutti di colore marrone non carnosi, deiscenti a maturazione, con numerosi semi contenuti all’interno e avvolti da un pappo denso e morbido. Viene utilizzata nei paesi di origine per il trattamento dell’ittero e come antimalarico, anche in associazione con altri medicinali usati comunemente, come clorochina, chinino e artemisina. La forma di utilizzo è un decotto delle radici chiamato tradizionalmente “Burututu”.
Lo screening fitochimico è stato effettuato su diverse parti della pianta per purificare ed identificare eventuali secondari che potessero avere attività biologica epatoprotettiva e antiplasmodica, in modo da giustificarne l’utilizzo nella medicina popolare.
Lo studio fitochimico è stato condotto sia sulle frazioni volatili di foglie, radici, frutti e semi essiccati sia sugli estratti delle radici essiccate, dato che in letteratura non sono presenti studi fitochimici delle radici di Cochlospermum angolense.
Quindi era importante condurre uno studio completo sui metaboliti secondari di questa specie, così frequentemente usata nelle regioni dell’Africa Occidentale, dove il problema della malaria è molto frequente a causa della resistenza Plasmodium falciparum nei confronti dei trattamenti farmaceutici comuni e, anche dell’elevato costo e bassa reperibilità delle medicine occidentali.
Per questi motivi spesso la cura della malaria è affidata all’utilizzo di piante medicinali le cui proprietà sono conosciute dai guaritori locali. Infatti lo studio fitochimico di Cochlospermum angolese Welw. si inserisce in un progetto volto a valorizzare le piante utilizzate nella medicina tradizionale dell’Angola.
Di Cochlospermum angolense sono stati analizzati gli oli essenziali e le frazioni volatili (ottenuti da diverse parti della pianta essiccata) attraverso un gas-cromatografo accoppiato a un spettrometro di massa. Sono state condotte anche prove allelopatiche sia sulle acque aromatiche che sui decotti ottenuti dall’idrodistillazione delle foglie e delle radici, in quanto generalmente queste presentano una capacità inibitoria nei confronti della crescita di altre piante; in questo caso i test sono stati svolti nei confronti di Raphanus sativus L. e di Lactuca sativa L.. I risultati ottenuti sono stati negativi.
Le radici della specie in esame sono state sottoposte ad estrazione esauriente con solventi a polarità crescente, attraverso l’utilizzo di un apparecchio Soxhlet o con la semplice macerazione. I solventi usati sono stati n-esano, CHCl3, CHCl3/MeOH 9:1 e metanolo, in successione.
Il lavoro di tesi si è focalizzato principalmente sull’estratto cloroformico, che è stato sottoposto a cromatografia ad esclusione molecolare (Sephadex LH-20) e successiva purificazione con HPLC delle diverse frazioni ottenute.
I risultati ottenuti hanno evidenziato la presenza di composti triterpenoidici derivati del lupano, e di un flavonoide. Alcuni dei composti isolati sono stati trovati anche in altre specie appartenenti al genere Cochlospermum, e alcuni di questi sono risultati nuove molecole per la specie e il genere preso in esame.
Lo screening fitochimico è stato effettuato su diverse parti della pianta per purificare ed identificare eventuali secondari che potessero avere attività biologica epatoprotettiva e antiplasmodica, in modo da giustificarne l’utilizzo nella medicina popolare.
Lo studio fitochimico è stato condotto sia sulle frazioni volatili di foglie, radici, frutti e semi essiccati sia sugli estratti delle radici essiccate, dato che in letteratura non sono presenti studi fitochimici delle radici di Cochlospermum angolense.
Quindi era importante condurre uno studio completo sui metaboliti secondari di questa specie, così frequentemente usata nelle regioni dell’Africa Occidentale, dove il problema della malaria è molto frequente a causa della resistenza Plasmodium falciparum nei confronti dei trattamenti farmaceutici comuni e, anche dell’elevato costo e bassa reperibilità delle medicine occidentali.
Per questi motivi spesso la cura della malaria è affidata all’utilizzo di piante medicinali le cui proprietà sono conosciute dai guaritori locali. Infatti lo studio fitochimico di Cochlospermum angolese Welw. si inserisce in un progetto volto a valorizzare le piante utilizzate nella medicina tradizionale dell’Angola.
Di Cochlospermum angolense sono stati analizzati gli oli essenziali e le frazioni volatili (ottenuti da diverse parti della pianta essiccata) attraverso un gas-cromatografo accoppiato a un spettrometro di massa. Sono state condotte anche prove allelopatiche sia sulle acque aromatiche che sui decotti ottenuti dall’idrodistillazione delle foglie e delle radici, in quanto generalmente queste presentano una capacità inibitoria nei confronti della crescita di altre piante; in questo caso i test sono stati svolti nei confronti di Raphanus sativus L. e di Lactuca sativa L.. I risultati ottenuti sono stati negativi.
Le radici della specie in esame sono state sottoposte ad estrazione esauriente con solventi a polarità crescente, attraverso l’utilizzo di un apparecchio Soxhlet o con la semplice macerazione. I solventi usati sono stati n-esano, CHCl3, CHCl3/MeOH 9:1 e metanolo, in successione.
Il lavoro di tesi si è focalizzato principalmente sull’estratto cloroformico, che è stato sottoposto a cromatografia ad esclusione molecolare (Sephadex LH-20) e successiva purificazione con HPLC delle diverse frazioni ottenute.
I risultati ottenuti hanno evidenziato la presenza di composti triterpenoidici derivati del lupano, e di un flavonoide. Alcuni dei composti isolati sono stati trovati anche in altre specie appartenenti al genere Cochlospermum, e alcuni di questi sono risultati nuove molecole per la specie e il genere preso in esame.
File
Nome file | Dimensione |
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bibliografia.pdf | 25.53 Kb |
CAPITOLO_1.pdf | 397.40 Kb |
CAPITOLO_2.pdf | 259.44 Kb |
CAPITOLO_3.pdf | 275.84 Kb |
INDICE.pdf | 122.83 Kb |
3 file non consultabili su richiesta dell’autore. |