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Questo lavoro si propone di analizzare la figura di Clemente Rebora negli anni della sua giovinezza e la sua prima raccolta poetica, i Frammenti lirici, pubblicata nel 1913. L’obiettivo è quello di mettere in luce le diverse forme della crisi esistenziale del giovane poeta: dalle prime esperienze di vita, che comprendono la formazione e i primi contatti con la società, fino alla creazione di una parola poetica che rielabora in una tensione linguistica la tensione interiore del soggetto. I Frammenti lirici si pongono come lo specchio del tormento interiore reboriano e, allo stesso tempo, lo strumento di ricerca di quella luce dell’Assoluto che egli tanto brama di trovare nella quotidianità. Dopo un'analisi delle esperienze di vita del poeta e delle caratteristiche della parola poetica dei Frammenti lirici, nell’ultima parte si propone una lettura della raccolta che individua le tappe di un cammino verso la verità: dalla crisi scaturita dal rapporto del poeta con il mondo, rappresentata dal contrasto città-natura, al desiderio sempre più forte di immersione nella realtà; Rebora, ormai logorato da una lotta contro il mondo che non porta a nessuna soluzione, seguendo l'insegnamento della natura, apre il suo sguardo all’armonia universale del cosmo e lancia un grido agli anni Dieci del Novecento, ai quali l'intero poema è dedicato.