Tesi etd-10262016-120829 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BIZZARI, VALERIA
URN
etd-10262016-120829
Titolo
Fenomenologia e Leib nel dibattito contemporaneo. Presupposti e conseguenze di un approccio incarnato
Settore scientifico disciplinare
M-FIL/03
Corso di studi
DISCIPLINE FILOSOFICHE E STORIA DELLA SCIENZA
Relatori
tutor Prof.ssa Fussi, Alessandra
Parole chiave
- fenomenologia
- Leib
- medicina
- percezione
- psicopatologia
Data inizio appello
09/11/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/11/2056
Riassunto
Scopo di tale lavoro è stato quello di offrire una riabilitazione ontologica e gnoseologica al ruolo che il corpo vivo assume all’interno della vita di coscienza: in altre parole, si è cercato di argomentare quanto il nostro essere corporei non solo condizioni l’intera vita soggettiva, ma sia la condizione stessa del nostro essere soggetti, capaci di avere percezioni e di agire nel mondo.
Affinché il tema fosse trattato in modo esauriente, si è proceduto attraverso vari livelli di indagine, che corrispondono alle diverse parti in cui è suddiviso tale elaborato.
In una prima fase si è cercato di capire se e in che modo, all’interno della prospettiva fenomenologica, sia possibile rintracciare una “filosofia del corpo”, tentando di ricostruire l’esegesi di una prospettiva embodied nel pensiero di Husserl e Merleau-Ponty.
L’interpretazione fornita si schiera decisamente a favore della presenza di un soggetto incarnato e percettivo sia nell’uno che nell’altro autore, i cui contributi sono infatti da intendersi come l’uno la continuazione dell’altro.
La tesi principale che si è cercato di dimostrare è quindi quella secondo la quale il corpo vivo assume un ruolo centrale non solo nella percezione del sé, ma anche nella cognizione intersoggettiva e in quella mondana. L’attualità di tale ipotesi è stata dimostrata nella terza e ultima parte dell’elaborato, nella quale si è cercato di applicare la nozione di “Sè corporeo” ad ambiti non prettamente filosofici, come la medicina, la psicopatologia e le scienze cognitive.
Da un punto di vista storico, invece, è stato privilegiato il panorama filosofico statunitense (a cui è dedicata la seconda parte dell’elaborato): la filosofia d’oltreoceano, infatti, rappresenta un terreno davvero fecondo per poter parlare di fenomenologia in senso interdisciplinare, specialmente se si assume come principale oggetto di indagine il corpo vivo.
Il risultato è la rivalutazione di quegli aspetti taciti dell’esistenza che, tuttavia, sembrano connotarla tanto profondamente, al punto da poter definire il soggetto non tanto come “io penso”, ma piuttosto come “io sento”.
Affinché il tema fosse trattato in modo esauriente, si è proceduto attraverso vari livelli di indagine, che corrispondono alle diverse parti in cui è suddiviso tale elaborato.
In una prima fase si è cercato di capire se e in che modo, all’interno della prospettiva fenomenologica, sia possibile rintracciare una “filosofia del corpo”, tentando di ricostruire l’esegesi di una prospettiva embodied nel pensiero di Husserl e Merleau-Ponty.
L’interpretazione fornita si schiera decisamente a favore della presenza di un soggetto incarnato e percettivo sia nell’uno che nell’altro autore, i cui contributi sono infatti da intendersi come l’uno la continuazione dell’altro.
La tesi principale che si è cercato di dimostrare è quindi quella secondo la quale il corpo vivo assume un ruolo centrale non solo nella percezione del sé, ma anche nella cognizione intersoggettiva e in quella mondana. L’attualità di tale ipotesi è stata dimostrata nella terza e ultima parte dell’elaborato, nella quale si è cercato di applicare la nozione di “Sè corporeo” ad ambiti non prettamente filosofici, come la medicina, la psicopatologia e le scienze cognitive.
Da un punto di vista storico, invece, è stato privilegiato il panorama filosofico statunitense (a cui è dedicata la seconda parte dell’elaborato): la filosofia d’oltreoceano, infatti, rappresenta un terreno davvero fecondo per poter parlare di fenomenologia in senso interdisciplinare, specialmente se si assume come principale oggetto di indagine il corpo vivo.
Il risultato è la rivalutazione di quegli aspetti taciti dell’esistenza che, tuttavia, sembrano connotarla tanto profondamente, al punto da poter definire il soggetto non tanto come “io penso”, ma piuttosto come “io sento”.
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