Tesi etd-10262011-105533 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
LANNI, ERRICO
URN
etd-10262011-105533
Titolo
Approccio interdisciplinare per la terapia dell'otite media nei pazienti pediatrici.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Giuca, Maria Rita
Parole chiave
- Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
16/11/2011
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le linee di confine che delimitano gli ambiti clinici e terapeutici di una branca
medica spesso sono poco chiari, soprattutto se tra i distretti anatomici relativi c’è un
intimo rapporto che rende imprescindibile lo studio e l’evoluzione di tutti e due i
distretti. L’otite media rappresenta un classica esempio di patologia di confine, in cui
l’apparato stomatognatico e l’apparato uditivo sono in stretta correlazione l’uno con
l’altro , ma che tuttora viene studiata e curata dallo Specialista otorinolaringoiatra
lasciando a lui la decisione su come gestire la diagnosi e la terapia.
Le terapie, soprattutto quelle mediche, si dimostrano talvolta inefficaci nei confronti
della patologia, che tende a recidivare con maggiore frequenza.
Ciò si verifica in presenza di particolari condizioni anatomiche e disfunzionali delle
strutture prossimali, in primis ossa e muscoli della zona maxillo-palatina,
alterandone la fisiologia e compromettendone la guarigione.
Questo non deve rendere demerito all’otorinolaringoiatra, perché gli studi relativi a
questi argomenti sono effettivamente poco numerosi e spesso non considerati
degni di approfondimento.
L’assenza di un corretto approccio interdisciplinare conduce quindi ad accanimenti
terapeutici che per un paziente in età pediatrica e per la sua famiglia sono
difficilmente accettabili e gestibili.
La ricerca di quelli che sono i legami e le interazioni fra il sistema
stomatognatico e soprattutto il sistema uditivo ha condotto allo studio che lega l’otite
media associata ad ipoacusia di trasmissione alla presenza di contrazione dell’osso
mascellare superiore, evidenziando una maggiore incidenza della patologia rispetto
ai soggetti che presentano una corretta dimensione trasversale.
La predisposizione all’azione dei fattori eziologici dell’otite media, come è stato
riportato in letteratura, è legata direttamente alla morfologia scheletrica del
complesso maxillo-mandibolare, in grado di condizionare patologiche come
l’ipertrofia adenoidea e la disfunzione dei muscoli peritubarici aggravandone il
quadro e prolungandone il decorso.
Da un'attenta analisi degli studi effettuati nel corso di questi ultimi anni, non molto
numerosi, è stato possibile avvalorare l’efficacia della terapia
ortodontica basata sull’espansione rapida del palato per correggere la contrazione
del mascellare superiore e quindi risolvere l’otite media e comprenderne meglio i
meccanismi fisiopatologici. Ciò permette di prevenire la patologia ed evitare terapie
antibiotiche protratte nel tempo e procedure chirurgiche di adenoidectomia.
medica spesso sono poco chiari, soprattutto se tra i distretti anatomici relativi c’è un
intimo rapporto che rende imprescindibile lo studio e l’evoluzione di tutti e due i
distretti. L’otite media rappresenta un classica esempio di patologia di confine, in cui
l’apparato stomatognatico e l’apparato uditivo sono in stretta correlazione l’uno con
l’altro , ma che tuttora viene studiata e curata dallo Specialista otorinolaringoiatra
lasciando a lui la decisione su come gestire la diagnosi e la terapia.
Le terapie, soprattutto quelle mediche, si dimostrano talvolta inefficaci nei confronti
della patologia, che tende a recidivare con maggiore frequenza.
Ciò si verifica in presenza di particolari condizioni anatomiche e disfunzionali delle
strutture prossimali, in primis ossa e muscoli della zona maxillo-palatina,
alterandone la fisiologia e compromettendone la guarigione.
Questo non deve rendere demerito all’otorinolaringoiatra, perché gli studi relativi a
questi argomenti sono effettivamente poco numerosi e spesso non considerati
degni di approfondimento.
L’assenza di un corretto approccio interdisciplinare conduce quindi ad accanimenti
terapeutici che per un paziente in età pediatrica e per la sua famiglia sono
difficilmente accettabili e gestibili.
La ricerca di quelli che sono i legami e le interazioni fra il sistema
stomatognatico e soprattutto il sistema uditivo ha condotto allo studio che lega l’otite
media associata ad ipoacusia di trasmissione alla presenza di contrazione dell’osso
mascellare superiore, evidenziando una maggiore incidenza della patologia rispetto
ai soggetti che presentano una corretta dimensione trasversale.
La predisposizione all’azione dei fattori eziologici dell’otite media, come è stato
riportato in letteratura, è legata direttamente alla morfologia scheletrica del
complesso maxillo-mandibolare, in grado di condizionare patologiche come
l’ipertrofia adenoidea e la disfunzione dei muscoli peritubarici aggravandone il
quadro e prolungandone il decorso.
Da un'attenta analisi degli studi effettuati nel corso di questi ultimi anni, non molto
numerosi, è stato possibile avvalorare l’efficacia della terapia
ortodontica basata sull’espansione rapida del palato per correggere la contrazione
del mascellare superiore e quindi risolvere l’otite media e comprenderne meglio i
meccanismi fisiopatologici. Ciò permette di prevenire la patologia ed evitare terapie
antibiotiche protratte nel tempo e procedure chirurgiche di adenoidectomia.
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