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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10252012-195118


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
PASTORE, ALBERTO
URN
etd-10252012-195118
Titolo
Strategie protettive nel paziente con danno polmonare acuto
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Giunta, Francesco
Parole chiave
  • HFOV
  • ARDS
  • decapneizzazione
  • vantilazione protettiva
  • rimozione extracorporea della CO2
Data inizio appello
13/11/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/11/2052
Riassunto
Obiettivi dello studio: studiare l’ applicazione nella pratica clinica del sistema di rimozione della CO2 a bassi flussi nel supporto di pazienti con grave danno polmonare sottoposti a ventilazione protettiva.
Materiali e metodi: si sono selezionati quattro pazienti con insufficienza respiratoria e documentato danno polmonare. I criteri di inclusione sono stati l’ ipossiemia refrattaria alla terapia ventilatoria protettiva con FiO2 > 70% per almeno 12 ore e l’ età > 18 anni. Due pazienti presentavano diagnosi di ARDS, uno presentava pneumotorace bilaterale da Pneumocistis carinii (paziente HIV+) e uno insufficienza respiratoria acuta insorta in corso di trattamento dialitico (paziente nefropatico, sottoposto precedentemente a pneumectomia destra per carcinoma polmonare a piccole cellule). I due pazienti con ARDS (uomo 79 anni, donna 72 anni) sono stati ventilati in modalità HFOV con ΔP tra 60-80 cmH2O, frequenza tra 5-8 Hz, mentre il paziente con pneumtorace (uomo 40 anni) e quello nefropatico (uomo 79 anni) sono stati ventilati in modalità ultraprotettiva con volumi tidalici di 3 ml/kg e 4 ml/kg, rispettivamente. Inoltre, i quattro pazienti sono stati sottoposti a trattamento di rimozione della CO2 a bassi flussi utilizzando un dispositivo con ossigenatore a fibre cave con superficie di 1.35 m2, emofiltro con superficie di 0.3 m2 posto in serie e volume di priming di 300 ml. Accesso venoso con catetere bilume 14 F. L’ anticoagulazione del sistema avveniva con somministrazione di eparina tra 6-12 UI/kg. Sono stati impostati flussi ematici tra 250- 400 ml/min. La durata del trattamento di rimozione di CO2 è stata di 48 ore per ciascun paziente.
Risultati: i risultati dello studio confermano la validità dell’ associazione tra ventilazione protettiva e rimozione extracorporea della CO2 al fine di perseguire una strategia protettiva nella gestione del paziente con grave danno polmonare e insufficienza respiratoria.
Conclusioni: la ventilazione meccanica nel paziente con insufficienza respiratoria o con danno polmonare rappresenta un percorso obbligato, però i supporti che si sono studiati e introdotti in questi anni hanno spostato sempre più l’ attenzione sui danni che la ventilazione meccanica può causare, rispetto ai benefici, su un parenchima già patologico. Si è assistito quindi al cambiamento nelle modalità ventilatorie, con l’ introduzione dei concetti di “ventilazione protettiva” e di “riposo polmonare”. Ciò ha conseguentemente condotto all’ introduzione di nuove tecniche per proteggere il polmone, le quali hanno dimostrato che per la sopravvivenza non bisogna perseguire come obiettivo principe l’ efficienza dello scambio dei gas, bensì la preservazione del parenchima ancora sano, evitando al contempo di danneggiare ulteriormente quello già leso. Il supporto extracorporeo per la rimozione della CO2 in questo contesto potrebbe giocare un ruolo determinante per la sopravvivenza del paziente.
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