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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10242023-172611


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ORLANDO, ANNARITA
URN
etd-10242023-172611
Titolo
Abbasc a Chiana: braccianti e caporali nella Piana del Sele nella seconda metà del '900
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTÀ
Relatori
relatore Del Giudice, Federico
relatore Gallo, Stefano
correlatore Fulvetti, Gianluca
Parole chiave
  • caporalato
Data inizio appello
09/11/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/11/2093
Riassunto
Questo elaborato di tesi conclude il mio percorso magistrale in Storia e Civiltà. È il frutto del mio costante interesse per un territorio che non solo è stata la mia casa per quasi 20 anni, ma un luogo che detiene in sé una controversa realtà che spesso e volentieri gli stessi abitanti sottovalutano.
Fin da quando ero bambina sentivo l’espressione “abbasc ‘a chiana” (giù alla Piana) provenire dalle bocche dei miei familiari, percependo la “chiana” come un luogo lontano e misterioso, quando in realtà si trattava di un’area a me fin troppo familiare che ogni giorno attraversavo con i mezzi e osservavo con disinteresse attraverso i vetri del finestrino, mentre chilometri di impianti serricoli scorrevano davanti ai miei occhi come in una pellicola. La Piana del Sele viene definita da Gennaro Avallone come una ricca enclave agricola del sud Italia , culla della filiera agricola della Provincia di Salerno e della Campania. Un’enorme vallata di 700km2, situata tra i Monti Picentini e il Cilento, che se provaste a cercare su Google Maps e visionarla dal satellite, vi accorgereste dell’incredibile quantità di plastica delle serre che ricoprono i grandi terreni del territorio. Un territorio che per tanti secoli ha subito il disinteresse dei suoi regnanti ma anche l’avidità di grandi proprietari terrieri che l’hanno resa territorio perfetto per l’allevamento delle bufale. La tesi di ricerca si occupa di analizzare lo sviluppo ed evoluzione del fenomeno del Caporalato nella Piana del Sele nella seconda metà del '900. La metodologia di ricerca utilizzata si basa su fonti primarie quali articoli di giornali trovati nell’archivio storico dell’Unità e discussioni parlamentari della Camera dei Deputati, utilizzate soprattutto per stilare una cronologia degli eventi; relazioni di alcuni Congressi della Federbraccianti e della CGIL, per comprendere la visione e le posizioni che avevano i sindacati sulla condizione della comunità bracciantile; e infine sono state effettuate sei interviste: cinque delle quali ad ex braccianti che hanno lavorato nella filiera agricola tra la fine degli anni 60 fino agli inizi degli anni ’90. Tali interviste verranno integrate accuratamente nell’analisi storiografica spalmate nei tre capitoli che ripercorrono cronologicamente gli eventi che hanno scandito la storia della Piana e dell’intera provincia.
Lo scopo di questa tesi è, per l’appunto, analizzare come tale evoluzione sia avvenuta, comprendere le dinamiche che muovono questo sistema e i soggetti che lo compongono per poter intravedere la reale condizione criminale del caporalato e la normalizzazione delle sue regole all’interno dei processi di avviamento al lavoro, tenendo conto anche dei cambiamenti che stavano avvenendo all’interno della filiera agricola e che condizionarono la gestione e il lavoro della manodopera italiana e a seguire straniera.

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