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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10242022-154059


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PASTONCHI, SARA
URN
etd-10242022-154059
Titolo
La biopsia liquida come strumento da affiancare alla risposta radiologica nei pazienti affetti da tumore del polmone non a piccole cellule EGFR mutato per predire il trattamento con tirosin-chinasi inibitori
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof.ssa Martelli, Alma
relatore Dott.ssa Del Re, Marzia
Parole chiave
  • biopsia liquida
  • ctDNA
  • ddPCR
  • EGFR
  • NSCLC
  • risposta radiologica
Data inizio appello
09/11/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/11/2092
Riassunto
Il carcinoma polmonare rappresenta nel mondo la prima causa di morte per cancro. Dal punto di vista istologico, circa l’85% dei casi di carcinoma polmonare è del tipo non a piccole cellule (Non Small Cell Lung Cancer, NSCLC).
Nel tumore del polmone non a piccole cellule la valutazione delle mutazioni “attivanti” che interessano il gene codificante per il recettore del fattore di crescita epiteliale (EGFR), ha permesso di stratificare un sottogruppo di pazienti affetti da NSCLC, caratterizzati da un comportamento biologico peculiare della patologia e per i quali sono disponibili farmaci in grado di bloccare la specifica alterazione individuata. Il trattamento in questione prevede l’utilizzo di farmaci inibitori tirosin chinasici (TKIs), quali erlotinib, gefitinib e afatinib, di prima e seconda generazione, e osimertinib, di terza generazione.
Una tecnica innovativa per identificare la presenza di queste mutazioni è la biopsia liquida, che sta acquisendo sempre più importanza grazie ai vantaggi che assume rispetto alla biopsia tissutale che, sebbene rimanga il gold standard di analisi, risulta una procedura più lunga e invasiva. Tramite l’utilizzo di questa tecnica è possibile rilevare la concentrazione delle mutazioni, in particolare le copie/ml del ctDNA mutato e la frequenza allelica percentuale (AF%), che se è inferiore all’1% è generalmente tipica di pazienti con neoplasie avanzate. Questo indica che nel monitoraggio di un paziente affetto da NSCLC, effettuando prelievi di sangue periferico periodici, un aumento di queste due misure sopra citate, possa evidenziare una progressione della malattia.
Fino ad oggi, questa valutazione è stata efficacemente effettuata tramite l’utilizzo delle tecniche radiologiche, in particolare l’esame TAC e l’esame PET che tramite l’utilizzo di radiazioni, sono in grado di “fotografare” l’area invasa dal tumore ed evidenziare un aumento o diminuzione della grandezza dello stesso, oltre che la presenza di eventuali metastasi. La risposta ottenuta da parte di queste tecniche radiologiche, permette di capire se la malattia in questione si presenti in progressione (PD), in stabilità (SD), oppure se la terapia scelta stia dando risposte parziali o complete (PR/CR).
L’obiettivo del presente studio è di valutare, mediante l’utilizzo della biopsia liquida, la possibilità di predire la risposta radiologica nei pazienti affetti da NSCLC in trattamento con EGFR-TKI. Sono state messe a confronto le risposte ottenute da esami TAC effettuati nei suddetti pazienti e le rispettive analisi mutazionali effettuate su ctDNA, correlando così la risposta alla TAC con la concentrazione in copie/ml e AF% delle singole mutazioni rilevate. Le mutazioni analizzate sono le più frequenti, ovvero le mutazioni attivanti dell’EGFR come la delezione dell’esone 19 (Ex19Del) e la mutazione p.L858R, la mutazione target p.T790M e la mutazione di resistenza p.C797S. Le risposte all’esame TAC prese in considerazione sono quelle incerte, ovvero che evidenziassero una “sospetta progressione di malattia” che all’esame successivo dimostrava essere una progressione certa (PD) o una stabilità di malattia (SD), e anche le risposte alla TAC che evidenziassero una stabilità di malattia (SD) ma che all’esame successivo dimostrava essere una progressione (PD).
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