logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10242022-151122


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FLORITTI, MARTINA
URN
etd-10242022-151122
Titolo
Immagini d’autore. Specchio della trasformazione urbana e sociale di Piombino tra il 1960 -1980
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Baldissara, Luca
Parole chiave
  • Acciaierie
  • Piombino
  • Fotografia
  • Fondo
  • Archivio
  • Memoria
  • Fonte
  • Pittura
  • Scultura
  • Operai
  • Urbanistica
  • Welfare
  • Dalmine
  • Acciaio
  • Fuoco
  • Lepri
  • Mattioli
  • Pepper
  • Farulli
Data inizio appello
14/11/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/11/2092
Riassunto
Questa tesi si propone di analizzare sotto il punto di vista storico e artistico il legame tra il fondo fotografico delle Acciaierie di Piombino e la storia della popolazione e città stessa, attraverso le foto rappresentati il mondo operaio e l’industria nell’arco di tempo che va dal 1960 al 1980.
La fotografia e l’industria sono i fili conduttori durante tutto l’elaborato e gli argomenti trattati spaziano tra: la storia di Piombino a livello industriale, sociale ed urbanistico, la fotografia come espressione di un trentennio delle Acciaierie piombinesi, l’arte come fonte storica visiva, l’archivio come mezzo della memoria e l’analisi di due personalità che hanno immortalato con i loro servizi due grandi industrie le Acciaierie e la Dalmine. I due fotografi intervistati per l’elaborato sono: Pulvio Lepri, uno dei primi fotografi industriali della cittadina piombinese le cui foto ci raccontano lo sviluppo da borgo a città di Piombino, ma anche le storie dei piombinesi che con la crescita dell’industria tra gli anni ’60-’80 hanno legato inscindibilmente la loro vita personale e quella della loro famiglia con quella lavorativa grazie al welfare aziendale.
L’altra fotografa è Paola Mattioli che ha condotto un lavoro significativo in collaborazione con il sindacato presso l’industria Dalmine; infatti, le sue foto voglio mostrare la realtà della fabbrica all’inizio degli anni 2000, dando un particolare risalto al mondo operaio e al tema del fuoco.
L’elaborato è suddiviso in quattro capitoli e un’appendice: il primo analizza, sotto l’aspetto storico, sociale ed urbanistico la città di Piombino e la sua industrializzazione, inoltre vi è inserito un paragone con un’altra città nata grazie all’industria, Dalmine, così da sottolineare le differenze o le similitudini presenti nella concezione di industria tra il 1960 e 1980 e vedere come industrie diverse instaurino legami profondi ed indissolubili tra mondo operaio privato e lavorativo e l’azienda stessa.
Nel secondo capitolo viene trattata sinteticamente la storia della fotografia dalle sue origini fino ai giorni nostri, così da poter comprendere al meglio ciò è oggetto di studio nei paragrafi a seguire. Successivamente viene affrontata la fotografia industriale dai suoi albori fino alla fine degli anni ’90, mettendo in evidenza lo sviluppo di quest’ultima nella cittadina di Piombino e prendendo in analisi il fotografo Luigi Giovannardi, nonché colui che aprì il primo studio fotografico nella novella cittadina industriale. Viene poi analizzato l’archivio fotografico delle Acciaierie di Piombino nel dettaglio vedendo da quante foto è composto, la tipologia di foto presenti e gli anni di cui è testimone e l’Archivio Storico Ivan Tognarini, che provvede a conservare e a valorizzare il suo patrimonio fotografico e librario permettendo a chiunque voglia di conoscere la storia di Piombino. Al termine del secondo capitolo viene fatta un’analisi tra le fotografie scattate tra il da Pulvio Lepri nel 1960-1980 con il progetto intrapreso nei primi anni 2000 dalla fotografa Paola Mattioli, mettendo in evidenza similitudini e differenze che possono essere causate da visioni della fabbrica diverse, da periodi storici diversi, ma da una particolare attenzione del mondo operaio da parte di entrambi.
Nel terzo capitolo viene affrontata la disciplina dell’archeologia industriale, nata solamente nel XX secolo, ma entrata ben presto a far parte del campo di studi della storia dell’arte contemporanea, si analizzano le varie tipologie di fonti storiche che possono essere utilizzate da questa disciplina, dando un particolare rilievo alle fonti storiche di tipo visivo e concentrandosi su due tipologie precise: la pittura e la scultura.
Per capire come le fonti storiche visive possono essere testimonianza veritiera, seppur soggettiva, della storia dell’industria e del mondo operaio piombinese vengono presi in esame due artisti: Fernando Farulli, il pittore per antonomasia dei “Costruttori”, nonché gli operai delle Acciaierie, che concentra la sua arte sull’osservazione di coloro che lavorano nell’industria realizzando opere che paragonate a delle fotografie sono “realtà”. L’altra artista presa in esame è la scultrice dell’acciaio Beverly Pepper, che collaborò per alcune sue sculture con le Acciaierie di Piombino e seppur per un breve lasso di tempo ella divenne un operaio e gli operai, che l’aiutavano con le opere, divennero degli artisti.
Nel quarto ed ultimo capitolo è analizzato l’archivio digitale come fonte di memoria, infatti, dopo aver approfondito il concetto di memoria e memoria collettiva, ci si concentra sull’analisi dell’archivio digitale, un archivio del futuro, che permetta attraverso la digitalizzazione delle fonti una conservazione e accessibilità maggiore; inoltre viene spiegato il progetto di digitalizzazione intrapreso dall’Archivio Storico Ivan Tognarini per conservare e mettere a disposizione di tutti l’archivio fotografico delle Acciaierie di Piombino attraverso Internet Culturale e Faccia a Faccia.
Infine, nell’appendice sono inserite in modo integrale le interviste di Pulvio Lepri e Paola Mattioli così da poter capire al meglio le loro foto e il loro punto di vista della fabbrica e del mondo operaio, seppur a 30-40 anni di distanza l’uno dall’altra.
File