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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10242022-121636


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MORETTI, BEATRICE
URN
etd-10242022-121636
Titolo
"Vita prenatale e danni. Prospettive di responsabilità"
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Favilli, Chiara
Parole chiave
  • danno da illecito endofamiliare
  • danno da nascita indesiderata
  • danno da perdita del rapporto parentale
  • fetal rights
  • responsabilità civile dei genitori
  • responsabilità sanitaria
  • soggettività giuridica del concepito
  • wrongful birth cases
Data inizio appello
05/12/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/12/2092
Riassunto
Il presente lavoro si propone di affrontare la tematica del danno arrecato al concepito durante la fase prenatale, ed i conseguenti profili di responsabilità che ne derivano.
Tra le condotte idonee a pregiudicare l’integrità psicofisica del feto rientrano le ipotesi di gestione chiaramente scorretta della gravidanza, come l’alcolismo e la tossicodipendenza della madre, ma anche casi in cui i genitori non si astengano dall’attività procreativa, pur conoscendo l’elevato rischio di trasmissione alla prole della malattia genetica di cui sono portatori.
Qualora invece la malformazione sia riconducibile al comportamento illecito posto in essere dal terzo, quest’ultimo è responsabile delle lesioni arrecate al nascituro nonché nei confronti dei genitori, in virtù dell’attitudine plurioffensiva del fatto illecito.
Per quanto concerne le ipotesi in cui il danno sia riconducibile ad episodi di malpractice medica, viene approfondita sia la responsabilità del medico nei casi in cui abbia direttamente provocato la patologia, sia i casi in cui abbia mancato di rilevarla, determinando un vuoto informativo a carico dei genitori, che di fatto preclude alla gestante il diritto di scegliere se interrompere o meno la gravidanza.
In quest’ultimo caso, se da una parte si è progressivamente giunti ad un ampliamento dei soggetti legittimati a richiedere il risarcimento del danno (fino a comprendere il padre del nascituro e i fratelli), ad apparire più problematico è il profilo attinente alla legittimazione ad agire iure proprio del nato malformato, sia in ordine all’individuazione della vita malformata quale danno risarcibile, sia alla difficoltà nella ricostruzione del nesso di causa tra la condotta omissiva del medico e la patologia insita nel corredo genetico del concepito.
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