logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10242022-114506


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
SALVATI, ANDREA
URN
etd-10242022-114506
Titolo
Internet Gaming Disorder nel Disturbo da Deficit d’Attenzione e Iperattività: prevalenza, descrizione profilo psicopatologico e neuropsicologico ed efficacia trattamento con Metilfenidato
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
NEUROPSICHIATRIA INFANTILE
Relatori
relatore Prof.ssa Battini, Roberta
Parole chiave
  • Internet Gaming Disorder
  • Metilfenidato
  • ADHD
Data inizio appello
09/11/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/11/2025
Riassunto

Sebbene il Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD) è in letteratura correlato a un aumento del rischio di dipendenze comportamentali, le relazioni tra ADHD e Internet Gaming Disorder (IGD) e Internet Addiction (IA) sono ancora oggetto di studio, con presenza di una ampia variabilità socio-culturale a seconda dei campioni studiati. Lo scopo di questo studio nella prima fase è stato affrontare tale argomento valutando la prevalenza di IGD e IA in un campione di bambini e adolescenti con ADHD, rispetto a una popolazione di controllo sana, cercando, in seguito, di delineare le caratteristiche psicopatologiche e cognitive nei pazienti con ADHD con e senza IGD/IA. 108 pazienti con ADHD (età media 11,7 ± 2,6 anni, 96 maschi) e 147 controlli normali (NC) (età media 13,9 ± 3,0 anni, 114 maschi) sono stati inclusi nella prima fase dello studio e hanno ricevuto misure standardizzate per IGD e IA. Nel gruppo ADHD, il 44% del campione era al di sopra del cut-off IGD, rispetto al 9,5% nel gruppo di controllo sano. I pazienti ADHD con dipendenze da dispositivi elettronici presentavano una maggiore gravità e compromissione funzionale, maggiore espressione di sintomi ADHD, di sintomi internalizzanti, in particolare problemi di depressione e socializzazione e maggiore espressione delle dimensioni di dipendenza e evasione. Mediante modello di regressione logistica binaria è emerso che il grado di disattenzione influenza la positività ai test per IGD/IA.
Alla luce di questi risultati, nella seconda fase dello studio, ci siamo proposti di verificare, se un trattamento specifico sull’inattenzione e l’iperattività, mediante metilfenidato, potesse essere efficace nel ridurre i sintomi dell’Internet addiction e dell’Internet gaming disorder.
In questa fase abbiamo reclutato 38 soggetti che avevano partecipato alla prima fase dello studio, che potevano effettuare un follow-up ad almeno 3 mesi di distanza c/o IRCCS Stella Maris, risultati positivi ad almeno uno dei due test che indagano le videodipendenze (IAT e IGDS9-SF). I soggetti presentavano tutti diagnosi di ADHD singola o in comorbidità con altri disturbi e rispettavano i criteri della prima fase dello studio. All’interno di questo gruppo, 21 pazienti (55,26 %) hanno intrapreso al tempo T0 una terapia con Metilfenidato +/- altre terapie farmacologiche mentre 17 pazienti (44,74 %) non hanno intrapreso terapia con Metilfenidato, potendo tuttavia assumere altre terapie specifiche sulla base del quadro clinico o nessuna terapia.
I risultati ottenuti, sul nostro campione di pazienti ADHD, non mettono in evidenza un maggior beneficio clinico in coloro che hanno assunto MPH, sulla riduzione dei punteggi ottenuti ai due questionari IAT e IGDS9-SF, viceversa evidenziano un miglioramento statisticamente significativo in tutto il campione, accompagnato da un miglioramento sia per ciò che concerne la severità clinica che la compromissione funzionale. Infine, abbiamo indagato quali variabili cliniche possano influenzare la riduzione dei punteggi al di sotto del cut-off per IGDS9-SF e IAT. Tramite modello di regressione logistica binario è emerso che punteggi elevati di Quoziente intellettivo totale, la Velocità di elaborazione e l’Indice di comprensione Verbale rappresentano un fattore prognostico favorevole di riduzione dei sintomi IGD, mentre la presenza di una diagnosi di disturbo d’ansia rappresenta un fattore prognostico sfavorevole di riduzione dei sintomi IA.



File