Tesi etd-10242020-183705 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MACCI, LEONARDO
URN
etd-10242020-183705
Titolo
Risultati oncologici del polipo ad alto rischio di progressione
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Puccini, Marco
correlatore Buccianti, Piero
correlatore Buccianti, Piero
Parole chiave
- cancro del colon-retto
- chirurgia
- colorectal cancer
- lymph node metastasis
- malignant polyp
- metastasi linfonodali
- polipi cancerizzati
- surgery
Data inizio appello
01/12/2020
Consultabilità
Completa
Riassunto
BACKGROUND
La gestione dei polipi cancerizzati del colon-retto, invasivi della sottomucosa (T1), appare sempre più importante, in vista anche delle diagnosi precoci effettuate grazie allo screening.
Questi polipi possono essere rimossi dalla chirurgia endoscopica mininvasiva, che però non rimuove i linfonodi locoregionali. In caso di metastasi linfonodali, infatti, si espone il paziente a rischio di recidiva regionale e sistemica: occorre bilanciare il rischio della chirurgia radicale, rispetto a quello di metastasi linfonodale (LNM).
Secondo le attuali linee guida, alla rimozione di polipi cancerizzati ne segue lo studio istologico, che definisce la lesione ad basso o alto rischio di progressione linfonodale. Per le prime è proposta la sorveglianza, per le seconde è proposto un intervento di chirurgia radicale di salvataggio.
OBIETTIVI E METODI
Si tratta di uno studio retrospettivo sui pazienti che sono andati incontro alla chirurgia di salvataggio dopo diagnosi di polipo cancerizzato ad alto rischio di progressione. I pazienti sono stati selezionati nel database dell' U.O. di Chirurgia Generale dell'AOUP, diretta dal dottor Buccianti. Essendo stati sottoposti a chirurgia radicale (con successivo esame anatomopatologico) si è potuto distinguere chi aveva LNM (N1 o N2) da chi non ne aveva (N0). Si intende valutare le differenze istologiche nei polipi fra questi due gruppi.
La gestione dei polipi cancerizzati del colon-retto, invasivi della sottomucosa (T1), appare sempre più importante, in vista anche delle diagnosi precoci effettuate grazie allo screening.
Questi polipi possono essere rimossi dalla chirurgia endoscopica mininvasiva, che però non rimuove i linfonodi locoregionali. In caso di metastasi linfonodali, infatti, si espone il paziente a rischio di recidiva regionale e sistemica: occorre bilanciare il rischio della chirurgia radicale, rispetto a quello di metastasi linfonodale (LNM).
Secondo le attuali linee guida, alla rimozione di polipi cancerizzati ne segue lo studio istologico, che definisce la lesione ad basso o alto rischio di progressione linfonodale. Per le prime è proposta la sorveglianza, per le seconde è proposto un intervento di chirurgia radicale di salvataggio.
OBIETTIVI E METODI
Si tratta di uno studio retrospettivo sui pazienti che sono andati incontro alla chirurgia di salvataggio dopo diagnosi di polipo cancerizzato ad alto rischio di progressione. I pazienti sono stati selezionati nel database dell' U.O. di Chirurgia Generale dell'AOUP, diretta dal dottor Buccianti. Essendo stati sottoposti a chirurgia radicale (con successivo esame anatomopatologico) si è potuto distinguere chi aveva LNM (N1 o N2) da chi non ne aveva (N0). Si intende valutare le differenze istologiche nei polipi fra questi due gruppi.
File
Nome file | Dimensione |
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TESI_Macci.pdf | 1.86 Mb |
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