Tesi etd-10242013-151257 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
ULIVIERI, VIRGINIA
URN
etd-10242013-151257
Titolo
Produzione di metaboliti secondari in piante di Bituminaria bituminosa L. elicitati con micorrize
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE
Relatori
relatore Prof.ssa Pistelli, Luisa
relatore Dott.ssa Pistelli, Laura
correlatore Prof.ssa Giovannetti, Manuela
relatore Dott.ssa Pistelli, Laura
correlatore Prof.ssa Giovannetti, Manuela
Parole chiave
- Bituminaria bituminosa L.
- elicitazione con funghi micorrizici
- Glomus intraradices
Data inizio appello
13/11/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Bituminaria bituminosa L. (Psoralea bituminosa L., Fabaceae) è una pianta erbacea biennale-perenne e suffrutice ampiamente diffusa nel bacino del Mediterraneo. E’ volgarmente conosciuta come “trifoglio cavallino”, “trifoglio bituminoso”, “trifoglio odoroso” o “fassolara” ed il nome bituminosa è dovuto al forte odore di bitume che deriva dalle numerose ghiandole resinose sparse sul fusto e sulle foglie.
La B. bituminosa è una pianta spontanea di interesse farmaceutico per la presenza di diversi principi attivi. Le principali classi di metaboliti secondari presenti sono: furanocumarine, pterocarpani, flavonoidi ed i loro derivati.
I composti più rappresentativi delle furanocumarine sono psoralene ed agelicina, già identificati in tutte le specie di Psoralea. I flavonoidi prodotti, in particolare genisteina e daidzeina, appartenenti alla sottoclasse degli isoflavoni, mostrano sia in vitro che in vivo attività epato-protettive, anti-allergiche, anti-infiammatorie e antitumorali. Erybraedina C e Bitucarpina A sono i principali pterocarpani ritrovati in B. bituminosa inducono apoptosi nelle cellule del colon con adenocarcinoma ed influenzano l’attività clastogenica della mitomicina C e della bleomicina. Gli ptercarpani mostrano una forte attività antiossidante e l’integrazione con la dieta aiuta a prevenire problemi cardiovascolari, vari tipi di cancro, disordini epatici ed infiammazioni. L’erybraedina C ha una forte attività citotossica verso le cellule umane in quanto inibisce la Topoisomerasi I. Questi composti sono ubiquitari nei diversi organi della pianta, infatti si possono ritrovare in foglie, germogli, fiori, frutti e radici in concentrazioni diverse anche a seconda dello stato “vitale” della pianta (vegetativo o riproduttivo).
Nelle varie specie di B.bituminosa sono stati identificati anche altri composti, appartenenti a classi diverse da quelle sopra elencate, ma non per questo di minor importanza, tra cui la plicatina B (un derivato dell’acido cinnamico), responsabile dell’inibizione del processo di ossidazione delle LDL, il β-sitosterolo e il suo glucoside (β-sitosterolo 3-O-glucoside).
La necessità di garantire al mercato farmaceutico un approvvigionamento costante di composti chimici naturali ad attività farmacologica ha spostato l’interesse di molti ricercatori verso nuove metodologie di produzione per la standardizzazione delle rese. Uno dei ruoli delle biotecnologie delle piante officinali è anche questo. Studi precedenti hanno dimostrato che l’elicitazione con funghi AM non solo promuove un aumento della biomassa della pianta, ma anche la produzione e l’accumulo di metaboliti secondari. Le micorrize arbuscolari sono presenti in tutti gli ecosistemi vegetali e coinvolgono l’80% delle specie promuovendo un maggior apporto di sostanze nutritizie alla pianta favorendo quindi una maggior produzione di metaboliti sia primari, che secondari.
Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare, tramite analisi HPLC, se la stimolazione, in vaso, con funghi micorrizici conosciuti, Glomus intraradices (IMA5) e funghi indigeni (ELBA) presenti nel terreno dove cresce spontaneamente la pianta, inducono una maggior produzione dei principali metaboliti già ritrovati nella B.bituminosa (erybraedina C, bitucarpna A, plicatina B, psoralene, angelicina e geisteina) rispetto al controllo non micorrizato. Oltre ai principali metaboliti è stato valutato, tramite spettrofotometria UV-vis, l’aumento o la diminuzione di clorofilla, carotenoidi, flavonoidi totali, polifenoli totali e del potere antiossidante.
E’ stata, infine, determinata l’ emissione di composti volatili delle foglie, mediante la tecnica SPME- GC-MS.
I risultati ottenuti dalle piante coltivate in vaso sono stati confrontati con quelli delle piante spontanee cresciute liberamente all’Isola d’Elba.
Dalle diverse analisi è emerso un quadro molto complesso, da cui si evince che non sempre la coltivazione in vaso induce una minore produzione di metaboliti rispetto alle piante spontanee, che possono esplorare un terreno più vasto. Le piante micorrizate coltivate in vaso accumulano nel periodo vegetativo una maggiore quantità di metaboliti rispetto al riproduttivo. Tra i metaboliti analizzati le furanocumarine sono maggiormente presenti nelle foglie delle piante micorrizate (periodo vegetativo), mentre gli pterocarpani sono presenti in maggior quantità nelle piante spontanee (periodo vegetativo) in partciolare l’ erybraedina C, mentre la btucarpina A è più concetrata nelle foglie delle piante micorrizate (periodo vegetativo)
La B. bituminosa è una pianta spontanea di interesse farmaceutico per la presenza di diversi principi attivi. Le principali classi di metaboliti secondari presenti sono: furanocumarine, pterocarpani, flavonoidi ed i loro derivati.
I composti più rappresentativi delle furanocumarine sono psoralene ed agelicina, già identificati in tutte le specie di Psoralea. I flavonoidi prodotti, in particolare genisteina e daidzeina, appartenenti alla sottoclasse degli isoflavoni, mostrano sia in vitro che in vivo attività epato-protettive, anti-allergiche, anti-infiammatorie e antitumorali. Erybraedina C e Bitucarpina A sono i principali pterocarpani ritrovati in B. bituminosa inducono apoptosi nelle cellule del colon con adenocarcinoma ed influenzano l’attività clastogenica della mitomicina C e della bleomicina. Gli ptercarpani mostrano una forte attività antiossidante e l’integrazione con la dieta aiuta a prevenire problemi cardiovascolari, vari tipi di cancro, disordini epatici ed infiammazioni. L’erybraedina C ha una forte attività citotossica verso le cellule umane in quanto inibisce la Topoisomerasi I. Questi composti sono ubiquitari nei diversi organi della pianta, infatti si possono ritrovare in foglie, germogli, fiori, frutti e radici in concentrazioni diverse anche a seconda dello stato “vitale” della pianta (vegetativo o riproduttivo).
Nelle varie specie di B.bituminosa sono stati identificati anche altri composti, appartenenti a classi diverse da quelle sopra elencate, ma non per questo di minor importanza, tra cui la plicatina B (un derivato dell’acido cinnamico), responsabile dell’inibizione del processo di ossidazione delle LDL, il β-sitosterolo e il suo glucoside (β-sitosterolo 3-O-glucoside).
La necessità di garantire al mercato farmaceutico un approvvigionamento costante di composti chimici naturali ad attività farmacologica ha spostato l’interesse di molti ricercatori verso nuove metodologie di produzione per la standardizzazione delle rese. Uno dei ruoli delle biotecnologie delle piante officinali è anche questo. Studi precedenti hanno dimostrato che l’elicitazione con funghi AM non solo promuove un aumento della biomassa della pianta, ma anche la produzione e l’accumulo di metaboliti secondari. Le micorrize arbuscolari sono presenti in tutti gli ecosistemi vegetali e coinvolgono l’80% delle specie promuovendo un maggior apporto di sostanze nutritizie alla pianta favorendo quindi una maggior produzione di metaboliti sia primari, che secondari.
Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare, tramite analisi HPLC, se la stimolazione, in vaso, con funghi micorrizici conosciuti, Glomus intraradices (IMA5) e funghi indigeni (ELBA) presenti nel terreno dove cresce spontaneamente la pianta, inducono una maggior produzione dei principali metaboliti già ritrovati nella B.bituminosa (erybraedina C, bitucarpna A, plicatina B, psoralene, angelicina e geisteina) rispetto al controllo non micorrizato. Oltre ai principali metaboliti è stato valutato, tramite spettrofotometria UV-vis, l’aumento o la diminuzione di clorofilla, carotenoidi, flavonoidi totali, polifenoli totali e del potere antiossidante.
E’ stata, infine, determinata l’ emissione di composti volatili delle foglie, mediante la tecnica SPME- GC-MS.
I risultati ottenuti dalle piante coltivate in vaso sono stati confrontati con quelli delle piante spontanee cresciute liberamente all’Isola d’Elba.
Dalle diverse analisi è emerso un quadro molto complesso, da cui si evince che non sempre la coltivazione in vaso induce una minore produzione di metaboliti rispetto alle piante spontanee, che possono esplorare un terreno più vasto. Le piante micorrizate coltivate in vaso accumulano nel periodo vegetativo una maggiore quantità di metaboliti rispetto al riproduttivo. Tra i metaboliti analizzati le furanocumarine sono maggiormente presenti nelle foglie delle piante micorrizate (periodo vegetativo), mentre gli pterocarpani sono presenti in maggior quantità nelle piante spontanee (periodo vegetativo) in partciolare l’ erybraedina C, mentre la btucarpina A è più concetrata nelle foglie delle piante micorrizate (periodo vegetativo)
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