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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-10242010-153824


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
DANESI, SERENA
URN
etd-10242010-153824
Titolo
Uso e significato della preverbazione in vedico: la testimonianza del Rigveda.
Settore scientifico disciplinare
L-LIN/01
Corso di studi
LINGUISTICA GENERALE, STORICA, APPLICATA, COMPUTAZIONALE E DELLE LINGUE MODERNE (ITALIANO, INGLESE, FRANCESE, SPAGNOLO, TEDESCO)
Relatori
tutor Prof. Sani, Saverio
relatore Prof. Romagno, Domenica
Parole chiave
  • vedico
  • preverbazione
  • deissi
  • azionalità
Data inizio appello
16/12/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/12/2050
Riassunto
Il presente lavoro si propone di indagare la preverbazione in vedico, come attestata all’interno del Rigveda.
In vedico, particolari particelle possono funzionare da modificatori verbali e, com’è noto, possono ricorrere separate dal verbo. Finora l’attenzione degli studiosi si è concentrata proprio sulla loro libertà sintattica. Lo status categoriale incerto (tra avverbi e adposizioni) è stato inteso come la testimonianza di uno stadio antico di sviluppo delle lingue indoeuropee e come prova della recenziorità della funzione preposizionale rispetto a quella avverbiale.
Tuttavia il problema di quale sia il peso del fenomeno all’interno del sistema verbale è stato del tutto ignorato. Questo argomento sarà il nucleo della nostra ricerca. Cercheremo, infatti, di capire quali siano gli effetti e le funzioni delle particelle sui verbi che esse modificano. Ad un primo sguardo, sul loro comportamento sembra regnare il caos. Dovendosi comunque scegliere un criterio per iniziare l’indagine, si è preso spunto dai più recenti studi sulla preverbazione compiuti sulle lingue indoeuropee antiche (Grassi, 1966; Haverling, 2000, 2003, 2008; Romagno, 2003, 2004, tra gli altri) e da qualche intuizione relativa al vedico proposta da Gonda (1962), e si è scelto, come punto di partenza, di verificare le conseguenze della presenza delle particelle all’interno delle varie classi azionali.
Il presente lavoro è strutturato come segue: nel capitolo 1. saranno introdotte le nozioni teoriche che impiegheremo nel corso dell’argomentazione. Ampio spazio sarà dedicato alla categoria dell’Azionalità, per inquadrare la quale, abbiamo ritenuto opportuno fare un confronto con quella dell’Aspetto poiché le due si trovano spesso confuse in letteratura. Poi parleremo di nozioni che fanno da corollario alla prima quali la rappresentazione logica dei predicati e la questione dei ruoli tematici ricoperti dagli argomenti. Infine ci concentreremo sul tratto della telicità. Nel capitolo 2. sarà esposta una breve descrizione del sistema verbale del vedico. Nel capitolo 3. sarà introdotta la questione dei preverbi in indoeuropeo in generale e in vedico in particolare. Quindi, dopo una breve rassegna degli studi dedicati all’interazione tra preverbazione e Azionalità, compiuti relativamente alle altre lingue indoeuropee antiche, esporremo i lavori relativi al vedico che si sono mossi nella stessa direzione. Con il capitolo 4. comincerà il nucleo della nostra indagine. Gli effetti delle particelle saranno analizzati all’interno della classe degli stativi; nel capitolo 5. ci occuperemo dei verbi di attività; nel capitolo 6 dei risultativi. L’ultima parte dedicata ai verbi di movimento sarà approfondita nel capitolo 7. il cui scopo sarà quello di esaminare l’interazione tra la categoria della Deissi e quella dell’Azionalità nei verbi di movimento. Infine, il capitolo 8. sarà riservato ai verbi trasformativi.

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