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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10222019-160631


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MELONI, FRANCESCA
URN
etd-10222019-160631
Titolo
La relazione di cura e la realtà manicomiale: dalle origini al movimento antipsichiatrico
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
FILOSOFIA E FORME DEL SAPERE
Relatori
relatore Prof.ssa Galanti, Maria Antonella
correlatore Prof. Paoletti, Giovanni
Parole chiave
  • relazione
  • manicomio
  • cura
  • malattia mentale
  • antipsichiatria
Data inizio appello
18/11/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/11/2089
Riassunto
Il presente elaborato si occupa delle trasformazioni che la relazione di cura nell’ambito della sofferenza psichica ha subìto nel tempo prestando un’attenzione particolare all’innovazione apportata dal movimento di critica radicale alla psichiatria sorto negli anni Sessanta del Novecento. Il lavoro svolto mostra le diverse interpretazioni che si sono susseguite nei secoli circa la malattia mentale e l’idea stessa di cura e, in base ad esse, analizza la funzione dell’istituzione manicomiale e i metodi terapeutici usati al suo interno.
L’obiettivo della tesi è spingere a una riflessione sul modo di approcciarsi alla malattia mentale non come a una devianza ma come a una condizione ed esperienza esistenziale possibile per ciascuno. Attraverso uno sguardo filosofico che abbraccia gli aspetti tipici della fenomenologia esistenziale si è cercato inoltre di mostrare l’importanza dell’aspetto umano nella cura del soggetto al di là della guarigione.
Nella stesura della tesi si è cercato di dare centralità alla prospettiva della relazione di cura senza tuttavia trascurare altri aspetti fondamentali: l’argomento trattato in questa sede viene affrontato infatti anche dal punto di vista storico, filosofico, psicologico, sociologico e politico. Il lavoro, suddiviso in quattro capitoli, spazia dall’analisi del pensiero storico-filosofico antico sulla follia all’affermarsi di quest’ultima, nelle seguenti epoche, come patologia da curare attraverso specifiche terapie. Analizzando l’indagine storica condotta da Michel Foucault in Storia della follia nell’età classica, nel primo capitolo viene portata alla luce la mistificata funzione della nuova scienza psichiatrica di allontanare e proteggere la società dai devianti, etichettandoli come malati mentali e segregandoli all’interno dei manicomi. Il secondo capitolo ripercorre la storia dell’istituzione manicomiale, dalla sua origine alla sua definitiva scomparsa, approfondendo due importanti legislazioni italiane, la legge Giolitti del 1904 e la legge Basaglia del 1978. Nel terzo capitolo si affrontano gli aspetti principali del movimento di critica alla psichiatria che nasce intorno agli anni Sessanta del Novecento in Inghilterra e che si sviluppa rapidamente in tutto il mondo. Di tale movimento, denominato “antipsichiatrico”, vengono osservati i caratteri comuni: essi riguardano la denuncia alla violenza della psichiatria, l’opposizione al potere medico e l’abolizione sia della struttura gerarchica tipica dell’ospedale psichiatrico sia delle misure di contenzione e delle terapie di shock. L’antipsichiatria, considerando il paziente dal punto di vista fenomenologico-esistenziale, mira a restituire al malato la propria dignità come persona, proponendo un approccio terapeutico fondato sul confronto, sull’ascolto e sulla comprensione umana. Nel terzo capitolo l’attenzione è stata focalizzata sul panorama italiano all’interno del quale lo psichiatra Franco Basaglia ha dato avvio a una vera e propria rivoluzione sul piano pratico. Nell’ottica della relazione di cura è stato fondamentale anche lo studio del pensiero dello psichiatra di origine pisana Silvano Arieti che, grazie all’indagine sulla schizofrenia da lui compiuta, si è dimostrato indispensabile per capire le persone che soffrono di tale disturbo. Nel quarto e ultimo capitolo sono state esaminate invece le posizioni degli psichiatri Ronald Laing e David Cooper, promotori del movimento antipsichiatrico inglese. Attraverso lo studio delle loro idee rivoluzionarie sulla malattia mentale e sulla funzione della psichiatria si è approfondito il legame tra società e malattia mentale. La loro denuncia alla violenza messa in pratica dalla società e dalle sue istituzioni nei confronti dei soggetti etichettati dalla psichiatria come malati, il loro approccio fenomenologico-esistenziale e le loro soluzioni alternative al manicomio segnano un prezioso momento di svolta psichiatrica
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