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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10212022-122835


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LONGO, MATILDE
URN
etd-10212022-122835
Titolo
Lo Statuto della gabella delle porte di Siena (1301-1303): edizione critica e studio linguistico
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
ITALIANISTICA
Relatori
relatore Prof. Maggiore, Marco
correlatore Prof.ssa Cerullo, Speranza
correlatore Prof. Larson, Pär
Parole chiave
  • Banchi
  • porte
  • statuto
  • Siena
  • Maggiore
  • gabella
Data inizio appello
14/11/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/11/2092
Riassunto
Il presente elaborato propone una nuova edizione critica dello Statuto della gabella delle porte di Siena (1301-1303), conservato nel codice Gabella 8, presso l’Archivio di Stato di Siena (d’ora in poi ASSi). Si è scelto di indagare l’ambito dei testi statutari perché la finalità pratica che spingeva alla loro stesura, come è noto, rende spesso possibile osservare l’assetto generale della lingua utilizzata al tempo. Lo statuto preso in esame, d’altra parte, si configura principalmente come l’elenco delle merci che venivano introdotte nella città, accompagnate dalla relativa imposta di transito. Di conseguenza, la conformazione stessa del testo rende possibile cogliere voci di una certa rilevanza dal punto di vista lessicale e linguistico. Per l’analisi di antichi statuti si può partire dalle ricerche di Arrigo Castellani, il quale circoscrisse le caratteristiche fonomorfologiche e lessicali riconducibili al senese e il cui esempio fu seguito da altri studiosi che compariranno numerose volte nel presente contributo. Oltre a ciò, lo studio di uno statuto come quello della gabella delle porte permette di concentrarsi su una particolare materia giuridica, che in questo caso è specificatamente di carattere finanziario, e di desumere informazioni importanti dal punto di vista dell’analisi storica della società senese degli inizi del Trecento. Utili strumenti di ricerca sono stati riscontrati nei contributi che numerosi storici, primi fra tutti William Bowsky e Mario Ascheri, hanno prodotto, concentrandosi sia sulla fascia cronologica che coinvolge lo statuto, sia sullo studio dei documenti normativi.
L’intero lavoro ha preso avvio dalla realizzazione di una nuova trascrizione del manoscritto (cfr. IV.2) che fosse il più possibile rispettosa dell’originale. Fino ad oggi il testo si leggeva nell’edizione di Luciano Banchi, uno storico e archivista che ne curò la pubblicazione nel 1871 a Siena, nell’ambito di un ampio progetto di trascrizione degli statuti senesi che prese avvio in una fase cronologica di forte rivalutazione della storia municipale. Ciò che spinge a realizzare una nuova edizione è l’esigenza di restaurare in modo filologicamente attendibile alcuni punti sospetti di quella precedente. La consultazione del codice, inoltre, ha permesso anche di svolgere una prima descrizione archivistica (cfr. II). Di seguito, è stato approntato uno studio da un punto di vista sia linguistico sia lessicografico: un capitolo è dedicato, quindi, al completo spoglio linguistico del testo (cfr. III), con particolare attenzione ai tratti che sono tipicamente riconducibili al volgare senese antico; un altro contiene il glossario (cfr. V), inteso come utile ausilio alla lettura e costruito tramite l’utilizzo dei principali strumenti lessicografici per l’italiano antico, primo fra tutti il TLIO. Si offre in apertura anche un capitolo introduttivo (cfr. I) che fornisce un’adeguata contestualizzazione storica dello statuto e una descrizione della sua funzione all’interno dell’organizzazione comunale senese del XIV secolo. Di conseguenza, sarà possibile leggere un piccolo excursus sulla produzione statutaria a Siena nel medioevo, una chiarificazione di quali fossero le caratteristiche e il ruolo della magistratura della Gabella e, infine, un primo status quaestionis sul manoscritto.
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