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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10212021-134606


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BENEDETTI, GIULIA
URN
etd-10212021-134606
Titolo
C’EST PEUT-ÊTRE L’ENFANCE QUI APPROCHE LE PLUS DE LA « VRAIE VIE ». LA PERCEZIONE INFANTILE DA FOURNIER A BRETON.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LINGUE, LETTERATURE E FILOLOGIE EURO - AMERICANE
Relatori
relatore Dott.ssa Sanna, Antonietta
correlatore Dott. Brugnolo, Stefano
Parole chiave
  • surrealism
  • juvenile perception
  • young age
  • Ottocento
  • Novecento
  • infanzia
  • gioventù
  • adolescenza
  • cultura dell'infanzia
  • percezione infantile
  • surrealismo
  • surrealtà
  • French literature
  • 19th century
  • 20th century
  • childhood
  • letteratura francese
  • André Breton
  • Henri Alain-Fournier
Data inizio appello
15/11/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questa tesi prende in esame due testi apparentemente molto diversi tra loro nell’ambito della letteratura francese del primo Novecento. Uno è il romanzo di Henri Alain-Fournier, Le Grand Meaulnes (1913), mentre l’altro è il Manifesto del Surrealismo (1929), redatto da André Breton ed altri esponenti del movimento. Per quanto differiscano sotto molti aspetti, essi hanno in comune la maniera in cui trattano la percezione infantile: “C’est peut-être l’enfance qui approche le plus de la «vraie vie»” afferma Breton, conferendo al bambino la capacità di vedere il mondo per quel che è veramente, nella sua interezza, senza le razionalizzazioni tipiche dell’adulto. Breton pone l’ottica infantile alla base del concetto di surrealtà. Fournier, una quindicina di anni prima, parlava dello sguardo infantile allo stesso modo: solo i bambini sono capaci di cogliere "l’autre monde", la controparte immaginifica e sognante della realtà che gli adulti ormai non sanno più percepire. Partiremo dalla nascita della cultura dell’infanzia fino all’ingresso dell’infanzia in letteratura, per arrivare agli sviluppi che portarono nel corso dei secoli a delineare la particolarità della percettibilità dell’io infantile, soffermandoci sulle analogie presenti nei testi di Fournier e di Breton. La surrealtà di Breton e l’autre monde di Fournier si rivelano solo agli occhi puri e ingenui del bambino, che col processo di crescita perderà sempre più il suo speciale filtro magico sul mondo.
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