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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10202023-180220


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
CASIGLIANI, VIRGINIA
URN
etd-10202023-180220
Titolo
Gli stili di vita durante la pandemia in Italia: un approccio di genere
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
IGIENE E MEDICINA PREVENTIVA
Relatori
relatore Prof.ssa Rizzo, Caterina
relatore Dott.ssa Masocco, Maria
Parole chiave
  • pandemic
  • gender
  • sex
  • Stili di vita
  • pandemia
  • genere
  • behavioural risk factors
Data inizio appello
06/11/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/11/2093
Riassunto
Introduzione: Le malattie croniche non trasmissibili rappresentano la prima causa di morte a livello mondiale. La maggior parte sono il risultato di quattro principali di fattori di rischio comportamentali prevenibili: l’abitudine al fumo, il consumo di alcol, la sedentarietà e un’alimentazione scorretta. Questi comportamenti hanno prevalenza diversa in base al sesso e sono legati a fattori di genere. La pandemia ha avuto un impatto sulla vita, e di conseguenza sulle abitudini che influenzano la salute, a livello mondiale, sebbene gli effetti a medio e lungo termine rimangano da valutare.
Obiettivo di questo lavoro è descrivere l’andamento nel tempo, dal 2008 al 2022, dei quattro principali fattori di rischio comportamentali per le malattie croniche non trasmissibili per sesso e di indagare l’impatto della pandemia su di essi negli uomini e nelle donne in Italia.

Metodi: Vengono usati i dati della sorveglianza PASSI, che raccolgono informazioni sullo stato di salute, sui comportamenti e sulle caratteristiche sociodemografiche della popolazione adulta (18-69 anni) in Italia. Per i quattro fattori di rischio, sono state selezionate 4 variabili di esito: la prevalenza di fumatori/trici, di consumo di alcol a maggior rischio, di persone sedentarie e di persone che consumano almeno 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. Per l’alcol, sono state inoltre analizzate le prevalenze di persone che fanno binge drinking e con consumo abituale elevato. Il periodo analizzato è dal 2008 (2010 per le variabili relative all’alcol) al 2022. L’analisi delle prevalenze è stata fatta per sesso. Un’analisi multivariata disaggregata per sesso per le variabili di esito è stata condotta considerando il periodo 2019-2022 al fine studiare l’impatto della pandemia. In tale analisi, sono state inserite variabili sociodemografiche (età, istruzione, condizione economica, cittadinanza, macroarea geografica) come covariate.

Risultati: La prevalenza delle variabili di esito individuate è maggiore negli uomini rispetto alle donne, a eccezione della sedentarietà. Nel tempo, l’abitudine al fumo mostra un andamento in miglioramento, sebbene la riduzione di questo comportamento sia più lenta nelle donne. Oltre al fumo, il gradiente per sesso mostra una riduzione anche per il consumo di alcol a maggior rischio, mentre si è già azzerato per il consumo di alcol abituale elevato. Dall’analisi multivariata, è emerso che il rischio di essere fumatore/trice era maggiore nel 2022 rispetto al 2019 nelle donne e non negli uomini. Considerando il consumo a maggior rischio, che rispecchia l’andamento del binge drinking, nel 2020 e nel 2021 il rischio era diminuito rispetto al 2019 solo negli uomini, mentre risulta aumentato in entrambi i sessi nel 2022. La sedentarietà ha mostrato egualmente un comportamento diverso nei due sessi: nelle donne il rischio è aumentato solo nel 2021, mentre negli uomini si è ridotto nel 2022, rispetto al 2019. La probabilità di avere un consumo di 5 porzioni di frutta e verdura al giorno, che già presentava una bassa prevalenza in entrambi i sessi, è diminuita in entrambi i sessi durante la pandemia.

Conclusioni: La pandemia ha avuto un effetto parzialmente diverso nei due sessi, in genere rafforzando andamenti già in essere. Attenzione merita di essere posta sul mantenersi del gradiente per sesso per la sedentarietà e la diminuzione invece di quello relativo all’abitudine al fumo e al consumo di alcol a maggior rischio. Interventi di salute pubblica di promozione degli stili di vita non possono quindi non considerare la dimensione di genere.
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