Tesi etd-10202023-110331 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CIVITILLO, FRANCESCO
Indirizzo email
f.civitillo@studenti.unipi.it, gughilnero@gmail.com
URN
etd-10202023-110331
Titolo
I processi ai criminali di guerra nazisti in Italia
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTÀ
Relatori
relatore Fulvetti, Gianluca
Parole chiave
- criminali
- in Italia
- nazisti
- Processi
Data inizio appello
09/11/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Nella presente trattazione sui processi ai criminali di guerra nazisti in Italia, dal secondo dopoguerra ad oggi, si è cercato di fornire un resoconto organico e strutturato del contesto storico di riferimento entro il quale tali criminose azioni furono compiute e, al contempo, servendosi dell’analisi di varie sentenze, di indagare in che termini, come ed entro quali confini, attraverso l’applicazione del diritto penale, i colpevoli di indicibili misfatti furono giudicati e puniti.
Nell’inseguire il proposito di elaborare uno scritto solido e coerente, e il più possibile esplicativo del tema scelto come oggetto di studio, si è ritenuto opportuno dividere le pagine seguenti in tre capitoli, ognuno dei quali dedicato al fine ultimo di esaminare nel dettaglio uno o più aspetti di fondamentale importanza, per essere così in grado di restituire al lettore un’ampia ed esaustiva panoramica delle tematiche e degli elementi raccolti e presentati.
Per trattare in modo confacente - e attenendosi agli scrupolosi criteri della scientificità storiografica - un argomento così importante e delicato, ancorché molto sfaccettato e foriero di spunti di interesse e di studio da parte di più discipline, sono state utilizzate una pluralità di fonti: dalle monografie e dagli articoli storici, fino ai Trattati e alle Convenzioni siglati e firmate nel corso del Novecento; alle leggi italiane, ai decreti e alle sentenze emesse dai vari organi di giustizia che furono chiamati, nei decenni, a pronunciarsi al riguardo dei vari crimini di guerra e di coloro che li commisero.
Tra il materiale utilizzato, oltre naturalmente alle predette sentenze (quelle esaminate vanno dall’immediato dopoguerra fino alla recentissima sentenza della Corte Costituzionale del 4 luglio 2023, N. 159, sul tema dei risarcimenti alle vittime di crimini di guerra), vanno segnalati anche il codice penale italiano e il codice penale militare, utili alla contestualizzazione delle stesse, e il portale digitale dell’Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, cui si è fatto più volte riferimento.
In appendice si segnala inoltre l’aggiunta della trascrizione dell’intervista, realizzata da chi scrive, a Roma, in data 14 luglio 2022, al Procuratore generale militare Marco De Paolis, senza dubbio il grande protagonista dei processi celebrati contro i criminali di guerra nazisti dai primi anni Duemila fino al 2013, quando era allora in carica presso la Procura militare di La Spezia.
Per rispondere quindi agli obiettivi di chiarezza espositiva e precisione metodologica che ci si è prefissati, la presente tesi ha assunto la seguente struttura, che va ad enunciarsi.
Nel primo capitolo, articolato in tre paragrafi, come gli altri due che compongono la tesi, l’attenzione verte sulla ricostruzione del periodo storico di interesse. Per evitare un lungo e tedioso elenco delle tematiche approfondite, ci limitiamo in quest’introduzione ad elencarne solo alcune e per sommi sommi capi, quali ad esempio, nel primo paragrafo: la descrizione dell’occupazione tedesca dell’Italia, le tappe che la contraddistinsero, il sistema delle strutture di potere operanti e le logiche militari che ne presiedettero al funzionamento, il tutto volto a individuare chi, come e perché furono ordinate le stragi ai danni della popolazione civile; la questione della natura, dell’origine e dello scopo degli ordini per la “lotta alle bande”; l’applicazione di quelle feroci disposizioni allo scenario bellico dell’occupazione della penisola italiana.
Nel secondo paragrafo invece ci si concentrerà sulla descrizione del percorso che portò i vincitori della Seconda guerra mondiale a predisporre un piano per la punizione esemplare dei nemici sconfitti, a causa delle atrocità da essi commesse durante il conflitto; sull’instaurazione dell’International Military Tribunal di Norimberga; sulla decisione britannica di svolgere da sé i processi in Italia agli alti gradi delle Forze armate tedesche; sulla prima e stentata stagione processuale italiana riguardante i colpevoli di crimini di guerra, stroncata poi dall’abnorme provvedimento di “archiviazione provvisoria” dei fascicoli a questi relativi, adottato nel 1960 dall’allora Procuratore generale militare Enrico Santacroce.
Infine verranno illustrate nel terzo paragrafo le relazioni (di maggioranza e di minoranza) della Commissione parlamentare di inchiesta sul ritrovamento dei fascicoli riguardanti i crimini di guerra nazisti illegalmente occultati nel cosiddetto “armadio della vergogna”, prima di passare al discorso sulle due stagioni processuali che originarono da quel ritrovamento, e all’analisi di alcune sentenze emesse nel periodo.
Il secondo capitolo avrà invece un taglio più specifico, dedicato alla trattazione di particolari tematiche: tra le varie affrontate, si segnalano quelle, nel primo paragrafo, della punizione dei criminali di guerra, arricchita da varie riflessioni su Norimberga, sulle figure del civile, del partigiano e del combattente regolare, oltre che dall’analisi di vari trattati - come quelli di Versailles, di Sevrés e di Losanna - e della IV Convenzione dell’Aja del 1907; nel secondo paragrafo trovano posto le considerazioni in merito alla violenza che originò le vittime delle stagi e alle sue radici nel tempo, alla “memoria divisa” e al testimone, la riflessione sullo specifico caso dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema ed infine l’analisi delle varie tipologie di stragi naziste, tutte prodotte dall’applicazione di una specifica razionalità omicida. Nella parte conclusiva del capitolo poi, dedicata alle novità dell’ultima stagione processuale, verranno presentate, con l’obiettivo di mettere in luce nelle fonti le tematiche storiche e di diritto precedentemente esposte, varie sentenze: la sentenza, emessa dal Tribunale Militare Supremo di Roma, contro il ricorso presentato da Herbert Kappler per la sentenza che lo condannò, il 20 luglio 1948, in merito all’eccidio delle Fosse Ardeatine; la sentenza del processo contro il maggiore delle SS Walter Reder, emessa in data 31 ottobre 1951, comparata a quella che suggellò il processo per la strage di Monte Sole, emessa nel 2007; la sentenza con la quale il Tribunale militare di Torino si pronunciò nei confronti di Siegfried Engel, del 25 gennaio 2000; la sentenza del Tribunale militare di La Spezia nel procedimento per i fatti di Sant’Anna di Stazzema, del 22 giugno 2005.
L’ultimo capitolo sarà invece dedicato al caso di studio rappresentato dalle stragi nazifasciste commesse, tra il 17 e il 27 agosto del 1944, nelle località limitrofe al Comune di Fivizzano, con particolare attenzione agli episodi di Bardine di San Terenzo, Valla e Vinca.
In piccolo, verrà riproposta a quel punto la struttura generale dell’intera trattazione: un primo paragrafo dedicato alla descrizione, basata su materiale sia storiografico che giudiziario, degli episodi; un secondo paragrafo incentrato all’analisi completa della sentenza emessa dal Tribunale militare di Roma a carico di ALBERS + 10, pronunciata in data 26 giugno 2009; una terza parte finale sarà poi completata dalla riassuntiva ma impattante descrizione di alcuni dei maggiori responsabili dei massacri nazisti commessi in Italia, appartenuti tutti alla famigerata 16ª SS-Panzer-Division “Reichsführer-SS”.
Si segnala ancora infine, nelle conclusioni, la riflessione sulla questione, di strettissima attualità e su cui si è pronunciata nel luglio del 2023 la Corte Costituzionale, del risarcimento alle vittime di quelle stragi naziste al cui proposito, nelle pagine che seguiranno, molto è stato scritto.
Nell’inseguire il proposito di elaborare uno scritto solido e coerente, e il più possibile esplicativo del tema scelto come oggetto di studio, si è ritenuto opportuno dividere le pagine seguenti in tre capitoli, ognuno dei quali dedicato al fine ultimo di esaminare nel dettaglio uno o più aspetti di fondamentale importanza, per essere così in grado di restituire al lettore un’ampia ed esaustiva panoramica delle tematiche e degli elementi raccolti e presentati.
Per trattare in modo confacente - e attenendosi agli scrupolosi criteri della scientificità storiografica - un argomento così importante e delicato, ancorché molto sfaccettato e foriero di spunti di interesse e di studio da parte di più discipline, sono state utilizzate una pluralità di fonti: dalle monografie e dagli articoli storici, fino ai Trattati e alle Convenzioni siglati e firmate nel corso del Novecento; alle leggi italiane, ai decreti e alle sentenze emesse dai vari organi di giustizia che furono chiamati, nei decenni, a pronunciarsi al riguardo dei vari crimini di guerra e di coloro che li commisero.
Tra il materiale utilizzato, oltre naturalmente alle predette sentenze (quelle esaminate vanno dall’immediato dopoguerra fino alla recentissima sentenza della Corte Costituzionale del 4 luglio 2023, N. 159, sul tema dei risarcimenti alle vittime di crimini di guerra), vanno segnalati anche il codice penale italiano e il codice penale militare, utili alla contestualizzazione delle stesse, e il portale digitale dell’Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia, cui si è fatto più volte riferimento.
In appendice si segnala inoltre l’aggiunta della trascrizione dell’intervista, realizzata da chi scrive, a Roma, in data 14 luglio 2022, al Procuratore generale militare Marco De Paolis, senza dubbio il grande protagonista dei processi celebrati contro i criminali di guerra nazisti dai primi anni Duemila fino al 2013, quando era allora in carica presso la Procura militare di La Spezia.
Per rispondere quindi agli obiettivi di chiarezza espositiva e precisione metodologica che ci si è prefissati, la presente tesi ha assunto la seguente struttura, che va ad enunciarsi.
Nel primo capitolo, articolato in tre paragrafi, come gli altri due che compongono la tesi, l’attenzione verte sulla ricostruzione del periodo storico di interesse. Per evitare un lungo e tedioso elenco delle tematiche approfondite, ci limitiamo in quest’introduzione ad elencarne solo alcune e per sommi sommi capi, quali ad esempio, nel primo paragrafo: la descrizione dell’occupazione tedesca dell’Italia, le tappe che la contraddistinsero, il sistema delle strutture di potere operanti e le logiche militari che ne presiedettero al funzionamento, il tutto volto a individuare chi, come e perché furono ordinate le stragi ai danni della popolazione civile; la questione della natura, dell’origine e dello scopo degli ordini per la “lotta alle bande”; l’applicazione di quelle feroci disposizioni allo scenario bellico dell’occupazione della penisola italiana.
Nel secondo paragrafo invece ci si concentrerà sulla descrizione del percorso che portò i vincitori della Seconda guerra mondiale a predisporre un piano per la punizione esemplare dei nemici sconfitti, a causa delle atrocità da essi commesse durante il conflitto; sull’instaurazione dell’International Military Tribunal di Norimberga; sulla decisione britannica di svolgere da sé i processi in Italia agli alti gradi delle Forze armate tedesche; sulla prima e stentata stagione processuale italiana riguardante i colpevoli di crimini di guerra, stroncata poi dall’abnorme provvedimento di “archiviazione provvisoria” dei fascicoli a questi relativi, adottato nel 1960 dall’allora Procuratore generale militare Enrico Santacroce.
Infine verranno illustrate nel terzo paragrafo le relazioni (di maggioranza e di minoranza) della Commissione parlamentare di inchiesta sul ritrovamento dei fascicoli riguardanti i crimini di guerra nazisti illegalmente occultati nel cosiddetto “armadio della vergogna”, prima di passare al discorso sulle due stagioni processuali che originarono da quel ritrovamento, e all’analisi di alcune sentenze emesse nel periodo.
Il secondo capitolo avrà invece un taglio più specifico, dedicato alla trattazione di particolari tematiche: tra le varie affrontate, si segnalano quelle, nel primo paragrafo, della punizione dei criminali di guerra, arricchita da varie riflessioni su Norimberga, sulle figure del civile, del partigiano e del combattente regolare, oltre che dall’analisi di vari trattati - come quelli di Versailles, di Sevrés e di Losanna - e della IV Convenzione dell’Aja del 1907; nel secondo paragrafo trovano posto le considerazioni in merito alla violenza che originò le vittime delle stagi e alle sue radici nel tempo, alla “memoria divisa” e al testimone, la riflessione sullo specifico caso dell’eccidio di Sant’Anna di Stazzema ed infine l’analisi delle varie tipologie di stragi naziste, tutte prodotte dall’applicazione di una specifica razionalità omicida. Nella parte conclusiva del capitolo poi, dedicata alle novità dell’ultima stagione processuale, verranno presentate, con l’obiettivo di mettere in luce nelle fonti le tematiche storiche e di diritto precedentemente esposte, varie sentenze: la sentenza, emessa dal Tribunale Militare Supremo di Roma, contro il ricorso presentato da Herbert Kappler per la sentenza che lo condannò, il 20 luglio 1948, in merito all’eccidio delle Fosse Ardeatine; la sentenza del processo contro il maggiore delle SS Walter Reder, emessa in data 31 ottobre 1951, comparata a quella che suggellò il processo per la strage di Monte Sole, emessa nel 2007; la sentenza con la quale il Tribunale militare di Torino si pronunciò nei confronti di Siegfried Engel, del 25 gennaio 2000; la sentenza del Tribunale militare di La Spezia nel procedimento per i fatti di Sant’Anna di Stazzema, del 22 giugno 2005.
L’ultimo capitolo sarà invece dedicato al caso di studio rappresentato dalle stragi nazifasciste commesse, tra il 17 e il 27 agosto del 1944, nelle località limitrofe al Comune di Fivizzano, con particolare attenzione agli episodi di Bardine di San Terenzo, Valla e Vinca.
In piccolo, verrà riproposta a quel punto la struttura generale dell’intera trattazione: un primo paragrafo dedicato alla descrizione, basata su materiale sia storiografico che giudiziario, degli episodi; un secondo paragrafo incentrato all’analisi completa della sentenza emessa dal Tribunale militare di Roma a carico di ALBERS + 10, pronunciata in data 26 giugno 2009; una terza parte finale sarà poi completata dalla riassuntiva ma impattante descrizione di alcuni dei maggiori responsabili dei massacri nazisti commessi in Italia, appartenuti tutti alla famigerata 16ª SS-Panzer-Division “Reichsführer-SS”.
Si segnala ancora infine, nelle conclusioni, la riflessione sulla questione, di strettissima attualità e su cui si è pronunciata nel luglio del 2023 la Corte Costituzionale, del risarcimento alle vittime di quelle stragi naziste al cui proposito, nelle pagine che seguiranno, molto è stato scritto.
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