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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10202021-140336


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GUTTADAURO, FLAVIA
URN
etd-10202021-140336
Titolo
Flessibilità spaziale dell'archeologia industriale: strategie di trasformazione per le tecnologie dell'accoglienza. Caso studio a Cascina
Dipartimento
INGEGNERIA DELL'ENERGIA, DEI SISTEMI, DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Relatori
relatore Arch. Santi, Giovanni
relatore Arch. Martino, Massimiliano
Parole chiave
  • archeologia industriale
  • co social housing
Data inizio appello
18/11/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/11/2091
Riassunto
La fabbrica simbolo e patrimonio del processo produttivo, si declina in fabbrica come manufatto, parte di un tessuto industriale/o produttivo, soggetto però a una nuova stagione di dismissione.
Le prime forme di abbandono industriale risalgono agli anni 80 ma a confronto con la dismissione che stiamo avendo oggi vi sono importanti differenze. Per prima cosa vi è una discontinuità di scala tra i processi degli anni 80 e le attuali forme di dispersione e declino; alle grandi estensioni industriali, ai vuoti urbani vanno a sostituirsi vuoti interstiziali, parti di tessuto corrose da abbandoni puntuali ma non meno invasivi.

Gradi di rarefazione progressiva del tessuto si colgono nei territori Europei nei quali al declino della produzione industriale si affianca un crescente abbandono del tessuto urbano, dei suoli e delle infrastrutture.
La dismissione industriale genera scarti e residui, produce terre esaurite ed inquinate vogliamo comprendere la natura dei fenomeni di declino e quali soluzioni possono essere tenute in considerazione negli interventi di riuso e riciclo. Kevin Lynch prefigura una dismissione dei tessuti in atto secondo tempi diversi, un procedere secondo gradi di intensità, di abbandono e degrado, dove il declino può rappresentare una fase del ciclo di vita del manufatto. Il tempo agisce sul progetto e in particolare può rappresentare un importante approccio al recupero dei tessuti industriali che si spengono per parti interrompendo il tessuto continuo dei territori periferici. Per questo scarti e residui prodotti dalla dismissione diventano materiale del progetto, si recuperano o si eliminano permettendo inversioni di significato che consentono un efficiente reimpiego.

La tesi ha come punto di partenza il recupero di un edificio industriale situato sulla via tosco romagnola a Cascina. L’edificio è un ex biscottificio che è nato nella metà del 1800 ed ha avuto il suo periodo più fiorente agli inizi del 1900, quando riuscì a diventare fornitore ufficiale del Re, sotto la proprietà di Gaetano Guelfi. Successivamente, dopo la morte di quest’ultimo, la figlia non è riuscita a mantenere il successo e la fabbrica iniziò piano piano iniziò a perdere la sua importanza fino a scomparire con la Seconda guerra mondiale. In seguito, l’edificio venne utilizzato come deposito e spazio espositivo di un mobilificio per molti anni, fino ad essere abbandonato dopo il fallimento. Attualmente l’edificio versa in condizioni di degrado fisico ed è poco accessibile in quanto pieno di oggetti accumulati. Anche gli spazi aperti limitrofi sono abbandonati a loro stessi con la presenza di verde incolto che rende anche questi luoghi difficilmente accessibili.
L’edificio oggetto di tesi è stato quindi inizialmente rilevato attraverso la tecnologia del laser scanner e conseguentemente riportato a cad. In contemporanea sono stati effettuati degli studi sull’archeologia industriale e sulle possibili destinazioni d’uso. La scelta è ricaduta su un co-social housing per over 65, dettato dalla posizione geografica che vede la struttura limitrofa ai servizi della Croce Rossa, alle vie di comunicazione e ai principali servizi, ma soprattutto lo scheletro si presta alla scelta grazie ai suoi grandi spazi interni. Inoltre, è stata effettuata un’analisi sulla popolazione 65+ di Cascina e si è visto che vi è un’età media e un indice di vecchiaia molto alti. Si è quindi effettuata un’indagine più precisa attraverso un questionario, distribuito su una popolazione campione di 100 abitanti 65+.
In parallelo è stata fatta un’analisi dei co-social housing e uno studio sociologico approfondito sul tema dell’anzianità in Europa e in Italia. In particolare, sono stati analizzati degli studi e degli esempi attuati a Barcellona. Grazie a queste ricerche e attraverso l’utilizzo della tecnologia Bim a supporto, si è elaborato un progetto finale.
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