logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10202020-192654


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
SCHIAVON, LISA
URN
etd-10202020-192654
Titolo
Protesi mioelettriche poliarticolate per pazienti con esiti di amputazione dell'arto superiore.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA FISICA E RIABILITATIVA
Relatori
relatore Prof. Chisari, Carmelo
Parole chiave
  • amputazione
  • arto superiore
  • protesi mioelettriche
Data inizio appello
09/11/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/11/2090
Riassunto
L’amputazione di un arto può essere il risultato di una patologia congenita, acquisita o di un trauma. La perdita dell’arto superiore rappresenta un notevole disagio nella vita di un individuo, in quanto viene ad essere impedito lo svolgimento di un’ampia varietà di attività che fanno parte della sua vita quotidiana. Negli ultimi anni, con la crescita degli standard assistenziali, sono stati sviluppati dispositivi protesici che rispondono in parte a requisiti di funzionalità, affidabilità, scarso peso e ingombro, e con una cosmesi accettabile. Le protesi mioelettriche sono dispositivi ad energia extracorporea, che realizzano i movimenti utilizzando l’energia fornita da accumulatori elettrici e batterie. Tali protesi, di introduzione relativamente recente, utilizzano come sensori degli elettrodi per elettromiografia di superficie, applicati a livello della cute del moncone di amputazione. Gli elettrodi sono in grado di rilevare il segnale elettromiografico generato a seguito di una contrazione isometrica della fascia muscolare sottostante. Questo segnale, rilevato sulla cute del paziente, viene prima amplificato, poi elaborato da un’unità di controllo che, sulla base di un algoritmo, definisce quale movimento attuare. Attraverso tale meccanismo, le protesi mioelettriche riproducono in maniera quasi completa i movimenti dell’arto naturale. Tuttavia, tali dispositivi sono caratterizzati da fragilità e complessità di controllo, che spesso portano ad abbandono precoce della protesi. L’obiettivo di questo studio è misurare e definire il livello di intuitività di utilizzo di una nuova protesi mioelettrica antropomorfa, SoftHand Pro, messa a confronto con dispositivi attualmente disponibili in commercio. La sperimentazione è stata condotta presso l’Azienda USL Toscana Nord-Ovest, U.O.C. Riabilitazione e Recupero Funzionale. Sono stati reclutati cinque pazienti con esiti di amputazione transradiale, naïve all’utilizzo di protesi mioelettriche. I pazienti sono stati sottoposti a un trattamento intensivo con la protesi in studio e con un dispositivo commerciale. Le sessioni sperimentali sono state condotte in quattro giorni. In due giorni lavorativi consecutivi è stato valutato uno dei sistemi, dopo una settimana è stato valutato il secondo, al fine di non ottenere un effetto di apprendimento tra i sistemi. Prima e dopo il trattamento con ciascun dispositivo, i pazienti sono stati valutati attraverso il Box and Block Test (BBT), specifico per la destrezza manuale, e la Assessment of Capacity for Myoelectric Control (ACMC), specifico per l’utilizzo delle protesi mioelettriche in attività di vita quotidiana. Inoltre, sono stati somministrati questionari di autovalutazione, comprendenti la System Usability Scale (SUS), la Trinity Amputation and Prosthesis Experience Scales-Revised (TAPES-R) e la Disabilities of the Arm, Shoulder and Hand (DASH). Infine, per valutare l’embodiment della protesi, sono stati condotti test per verificare l’integrazione del dispositivo nell’immagine corporea. I risultati hanno dimostrato che, anche dopo un trattamento di breve durata, i pazienti presentano una buona capacità di controllo della protesi mioelettrica durante attività di vita quotidiana. In particolare, la protesi SoftHand Pro è risultata superiore al dispositivo commerciale nella valutazione ACMC. Inoltre, i questionari di autovalutazione hanno evidenziato una maggiore accettabilità del dispositivo in studio, anche se non è stato possibile raggiungere la significatività statistica. Questi risultati, che devono essere confermati in studi con maggiore numerosità campionaria, sono incoraggianti ed evidenziano l’importanza di individuare dispositivi a maggiore intuitività di controllo. Questo permetterebbe di favorire le attività e la partecipazione sociale dei pazienti con amputazione dell’arto superiore.
File