Tesi etd-10202016-163005 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PERONDI, MICHELE
URN
etd-10202016-163005
Titolo
Inibitori della neprilisina nel trattamento dell'insufficienza cardiaca : basi farmacologiche ed evidenze cliniche per l'associazione Sacubitril+Valsartan
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof. Calderone, Vincenzo
Parole chiave
- Neprilisina
- Peptidi natriuretici
- Sacubitril
Data inizio appello
09/11/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Lo scompenso cardiaco è una sindrome multifattoriale nella quale un evento cronico come l'ipertensione, oppure un evento acuto come l'infarto , sono responsabili di alterazioni funzionali che impediscono al cuore di espellere sangue sufficiente da permettere le normali attività metaboliche dell'organismo.
La sindrome affligge 5,7 milioni di americani, con un incremento previsto nel 2050, di circa il 20% nella popolazione oltre I 65 anni, a causa dell'aumento dei fattori di rischio.
Lo scopo della farmacoterapia è quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti, prevenendo principalmente l'ospedalizzazione, rallentando il deterioramento causato dalla patologia e riducendo la mortalità.
Nell' ottimizzazione della terapia la farmacoterapia ha avuto il ruolo più importante.
I principali bersagli d'azione dei farmaci sono stati identificati nella modulazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone e nello studio della componente neuro-endogena.
Ace-inibitori e antagonisti recettoriali dell'angiotensina II ( sartani) sono stati adottati come il primo trattamento in quanto hanno dimostrato più volte di ridurre sia la mortalità che l'ospedalizzazione , migliorando la tolleranza all'esercizio fisico e la qualità della vita del paziente, indipendentemente dal grado di severità della malattia e dalla presenza della patologia coronarica.
Sono trascorsi circa 10 anni dall'approvazione di una nuova terapia per pazienti con scompenso cardiaco con ridotta frazione d'eiezione.
Un recente trattamento approvato dalla FDA, ha mostrato risultati positivi , dando inizio ad una nuova era nel trattamento dello scompenso cardiaco con frazione d'eiezione ridotta.
Attraverso la combinazione di un antagonista recettoriale dell'angiotensina II ARB, Valsartan, insieme ad un inibitore della neprilisina ( NEPi) sacubitril, è emerso un aumento della concentrazione di peptidi natriuretici che controbilanciano la sfavorevole situazione neuro-ormonale endogena in pazienti con scompenso cardiaco con ridotta frazione d'eiezione.
Lo scopo della tesi è l'analisi della molecola registrata con il nome di LCZ 696, che ha dimostrato la possibiltà di un reale miglioramento nella cura di questa patologia.
La sindrome affligge 5,7 milioni di americani, con un incremento previsto nel 2050, di circa il 20% nella popolazione oltre I 65 anni, a causa dell'aumento dei fattori di rischio.
Lo scopo della farmacoterapia è quello di migliorare la qualità della vita dei pazienti, prevenendo principalmente l'ospedalizzazione, rallentando il deterioramento causato dalla patologia e riducendo la mortalità.
Nell' ottimizzazione della terapia la farmacoterapia ha avuto il ruolo più importante.
I principali bersagli d'azione dei farmaci sono stati identificati nella modulazione del sistema renina-angiotensina-aldosterone e nello studio della componente neuro-endogena.
Ace-inibitori e antagonisti recettoriali dell'angiotensina II ( sartani) sono stati adottati come il primo trattamento in quanto hanno dimostrato più volte di ridurre sia la mortalità che l'ospedalizzazione , migliorando la tolleranza all'esercizio fisico e la qualità della vita del paziente, indipendentemente dal grado di severità della malattia e dalla presenza della patologia coronarica.
Sono trascorsi circa 10 anni dall'approvazione di una nuova terapia per pazienti con scompenso cardiaco con ridotta frazione d'eiezione.
Un recente trattamento approvato dalla FDA, ha mostrato risultati positivi , dando inizio ad una nuova era nel trattamento dello scompenso cardiaco con frazione d'eiezione ridotta.
Attraverso la combinazione di un antagonista recettoriale dell'angiotensina II ARB, Valsartan, insieme ad un inibitore della neprilisina ( NEPi) sacubitril, è emerso un aumento della concentrazione di peptidi natriuretici che controbilanciano la sfavorevole situazione neuro-ormonale endogena in pazienti con scompenso cardiaco con ridotta frazione d'eiezione.
Lo scopo della tesi è l'analisi della molecola registrata con il nome di LCZ 696, che ha dimostrato la possibiltà di un reale miglioramento nella cura di questa patologia.
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