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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10202015-120501


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SETTIMELLI, MASSIMO
URN
etd-10202015-120501
Titolo
LA REALE ACCADEMIA DELLA CRUSCA DURANTE IL FASCISMO
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTA
Relatori
relatore Prof. Marzano, Arturo
correlatore Prof.ssa Baiardi, Marta
Parole chiave
  • Accademia della Crusca
  • Casella
  • commissione straordinaria
  • Foscolo Benedetto
  • Gentile
  • Mazzoni
  • Morpurgo
Data inizio appello
09/11/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi si articola in quattro capitoli, collegati funzionalmente l’un l’altro secondo una cronologia di fatti e accadimenti del periodo storico in esame.
Il primo capitolo analizza le tre fasi dell’azione fascista di riforma della Crusca: dalla soppressione dell’attività lessicografica all’azzeramento delle prerogative di autonomia e, successivamente, alla nomina di tre commissari straordinari «con il compito di studiare e fare proposte per una forma dell’Accademia stessa»9.
Il secondo capitolo si occupa di alcuni dei principali protagonisti di questa fase della vita della Crusca, da Guido Mazzoni a Giovanni Gentile, Cesare De Lollis, Mario Casella, Luigi Foscolo Benedetto, Vittore Branca, mentre quello successivo tratta del ruolo “interventista” del Ministero dell’educazione nazionale sia per la fascistizzazione della cultura che sulle questioni di maggior rilievo politico, dalla guerra d’Etiopia all’uscita dalla Società delle nazioni, dal razzismo di Stato alla lunga opera di preparazione alla guerra.
Il quarto e ultimo capitolo è dedicato a quella che, a ragione, può essere definita la svolta postbellica della Crusca, durante la quale il corpo accademico si rinnova con l’ingresso di un gruppo di intellettuali che hanno patito la persecuzione razziale o che hanno partecipato alla lotta di liberazione contro nazifascisti. E’ il tempo di fare i conti con il passato ma per riconquistare la storica autonomia l’attesa dura fino al 1975, quando il nuovo regolamento accademico mette la parola fine alle norme fasciste.
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