logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-10192023-194233


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
CARMISANO, ANDREA ROSARIO
URN
etd-10192023-194233
Titolo
Valutazione dell'indice di vascolarizzazione coroideale (CVI) nei pazienti affetti da malattia di Behçet con e senza coinvolgimento oculare
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
OFTALMOLOGIA
Relatori
relatore Prof. Figus, Michele
correlatore Prof.ssa Posarelli, Chiara
Parole chiave
  • malattia di Behçet
  • vasculite
  • uveite
  • indice di vascolarizzazione coroideale
  • choroidal vascularity index
  • CVI
  • spessore coroideale
  • choroidal thickness
  • CT
Data inizio appello
09/11/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/11/2093
Riassunto
La malattia di Behçet è una vasculite primaria sistemica che interessa i vasi di ogni calibro, sia arteriosi che venosi. La diagnosi viene fatta su base clinica, in accordo ai criteri presentati dall’ “International Team for the Revision of the International Criteria for Behçet’s Disease (ITR-ICBD)” che prevedono l’assegnazione di un punteggio in base alle manifestazioni cliniche presenti: aftosi orale e genitale, coinvolgimento oculare, cutaneo, neurologico e vascolare. Il coinvolgimento oculare in corso di malattia di Behçet ha una prevalenza compresa fra il 50 e il 70 %, può riguardare sia il segmento anteriore che quello posteriore e si caratterizza per la presenza di uveite ricorrente.

Il nostro studio si è posto come obiettivo primario quello di valutare l’indice di vascolarizzazione coroideale (Choroidal Vascularity Index – CVI) nei pazienti affetti da Malattia di Behçet con coinvolgimento oculare e nei soggetti con Malattia di Behçet senza coinvolgimento oculare, e di confrontare le eventuali differenze relative a questo parametro con i controlli sani. Abbiamo, inoltre, calcolato lo spessore coroideale (Choroidal Thickness, CT) nei tre gruppi ed effettuato i confronti.

Lo studio, osservazionale di tipo trasversale, è stato effettuato presso la Clinica Oculistica Universitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana (AUOP) nel periodo compreso tra febbraio 2023 e settembre 2023. Sono stati inclusi 50 occhi di 50 pazienti, di cui un primo gruppo di 17 con diagnosi Malattia di Behçet e coinvolgimento oculare, un secondo gruppo di 16 occhi di pazienti con Malattia di Behçet senza coinvolgimento oculare e un terzo gruppo di controllo di 17 occhi di soggetti sani.

Tutti i soggetti sono stati sottoposti a visita oculistica completa, compresa la misurazione della migliore acuità visiva corretta (Best Corrected Visual Acuity - BCVA), la valutazione alla lampada a fessura del segmento anteriore, la misurazione della pressione intraoculare e l’esame del fundus oculi. È stata infine eseguita la tomografia a coerenza ottica nel dominio spettrale (SD-OCT) in modalità EDI (Enhanced Depth Imaging). Le scansioni sono state poi processate utilizzando un software di analisi delle immagini (ImageJ, version 1.54d) ed è stato effettuato il calcolo del CVI.
I dati descrittivi sono stati presentati come valori medi e relative deviazioni standard. E’ stata valutata la normalità di distribuzione di tutte le variabili e sono stati applicati test parametrici e non parametrici di confronto.

Dall’analisi dei dati è emersa una riduzione statisticamente significativa del CVI del gruppo dei pazienti affetti da Malattia di Behçet con coinvolgimento oculare sia rispetto al gruppo dei pazienti con Malattia di Behçet senza coinvolgimento oculare (p = 0.003) che rispetto ai soggetti sani (p = 0.000). Per quanto riguarda i dati dello spessore coroideale (Choroidal Thickness, CT), l’analisi dei confronti multipli ha rilevato una differenza statisticamente significativa tra il gruppo con malattia Behçet con coinvolgimento oculare e i soggetti sani, ma non tra i due gruppi con malattia di Behçet.

La riduzione dei valori del CVI nei pazienti con Malattia di Behçet con coinvolgimento oculare suggerisce che l’infiammazione colpisce ed influenza la vascolarizzazione coroideale. Le differenze emerse tra i valori di CVI e CT nei tre gruppi indicano, inoltre, che il CVI rappresenta un marcatore più robusto rispetto al CT stesso per lo studio della perfusione coroideale. L’esecuzione dell’OCT con modalità EDI rappresenta uno strumento di imaging non invasivo che può essere applicato in sede di visita per studiare e monitorare la progressione della malattia.
File