• genere (gender)
• maestro/a (teacher)
• testo autobiografico (autobiographical text)

Lo scopo del presente progetto di tesi è quello di analizzare, adottando una prospettiva di genere, lo status sociale e il ruolo dell’insegnante nella scuola Primaria, e non solo.

Il mondo scolastico è considerato un mondo prevalentemente femminile e i dati sembrano confermare questa visione generalizzata; specialmente nelle prime fasi della scolarizzazione, ovvero nelle scuole dell’Infanzia e Primaria, è evidente quanto la professione sia femminilizzata. Tra il personale docente la figura del maestro è evidentemente minoritaria e tale tendenza sembra essere avvalorata dai pochi dati a disposizione relativi ai corsi di laurea in Scienze della Formazione Primaria.

La ricerca si pone l’obiettivo di studiare le ragioni culturali e storiche di tale fenomeno. Prova ad indagare se e come le cose possano cambiare nel tempo oppure, in un certo senso, se stiano già cambiando.

L’indagine si apre con una riflessione sul concetto di genere, su come sia emerso nel dibattito scientifico in relazione al sesso e sulle ragioni per cui viene utilizzato come concetto identificante la natura anatomica di un individuo. In particolar modo si ripercorre la storia di questo concetto nel pensiero antropologico e in riferimento ai concetti di cultura e habitus.

In seguito, nel secondo capitolo, si ripercorrono le tappe più importanti della storia della scuola italiana: dall’unità d’Italia ai giorni nostri. Concentrandosi sulle leggi che hanno riformato la scuola e il ruolo dell’insegnante e, soprattutto, sui fenomeni storici e sociali che hanno portato alla forte femminilizzazione dell’insegnamento, ne vengono indagati i motivi principali utilizzando la storia esemplare, quanto drammatica, della maestra Italia Donati, ricostruita dalla scrittrice e pedagogista Elena Gianini Belotti nel libro "Prima della quiete. Storia di Italia Donati."

Successivamente, il focus della tesi si sposta sull’attuale situazione scolastica e universitaria. Analizzando i dati presenti sui siti dell’Istat e del MIM, l’attenzione cade, anche in questo caso, sui dati di genere. Il rapporto numerico tra maestri e maestre non è assolutamente un rapporto alla pari, i pochi dati che analizzano la distribuzione di genere nella professione insegnante confermano un andamento storico che ribadisce la femminilizzazione del settore, anche se non nelle cariche apicali.

Sono presi in considerazione, poi, anche i dati riguardanti il corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria per avere una panoramica, seppur limitata, di un ambiente universitario con un’alta prevalenza femminile e per rintracciare la minoranza maschile, necessaria per l’elaborato finale. L’analisi comparativa dei dati mostra, eccezion fatta per l’università di Bologna, un sostanziale disinteresse per la distribuzione di genere delle carriere.

Infine, viene descritto proprio il caso di Scienze della Formazione Primaria dell’università di Pisa, attraverso una analisi qualitativa, basata su ritratti autobiografici tematici richiesti agli studenti di genere maschile iscritti al corso di laurea. L’adesione a tale ricerca non è stata unanime. I ritratti sono stati comparati e discussi per far emergere le storie e le opinioni in merito alle differenze di genere nel contesto scolastico, sottolineando specialmente le motivazioni della scelta di un percorso apparentemente femminile e le aspettative sul futuro da maestri.