Tesi etd-10192017-134714 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MARCHI, MATTEO
URN
etd-10192017-134714
Titolo
Mayor Von Frinzius: Quando il teatro incontra la disabilita
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof. Ambrosini, Maurizio
Parole chiave
- disabilità
- Mayor Von Frinzius
- teatro
- teatroterapia
Data inizio appello
06/11/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
Che cosa è il teatro?
Eugenio Barba, uno dei più importanti registi-pedagoghi del Novecento, lo definisce “il luogo dei possibili”.
Gaetano Oliva definisce il teatro in quanto percorso che “... può diventare l’ambiente caldo in cui l’uomo riesce a crescere e a sviluppare il proprio benessere fisico e psichico. Il teatro inteso come processo di formazione dell’attore-persona sta a metà strada tra l’intimità più nascosta dell’individuo, cioè le sue paure, i suoi sogni, le sue emozioni, e la realtà completamente esterna della vita reale, ovvero il giudizio dell’altro, il ruolo sociale, l’aspetto più formale dei rapporti. Questa sua posizione mediana permette che venga vissuto come luogo in cui è possibile giocare, cioè fare esperienza sia della propria interiorità, sia della realtà esterna senza l’ansia normalmente provocata dall’errore e dal giudizio”.
Un percorso teatrale è essenzialmente educativo, in quanto implica un lavoro su se stessi, con gli altri e riguarda le azioni dell’attore-persona.
Il centro di tutto è l’individuo nella sua naturalità, l’unico strumento di cui ha bisogno per creare è il suo corpo.
Creare, agire, sperimentare, mettersi in discussione permette all’uomo di costruire la propria identità, che poi ne orienta le scelte concrete.
L’uomo in quanto uomo è un essere creativo ed in questa dimensione dove non sussistono modelli giusti o sbagliati, non esistono nemmeno deficit o menomazioni.
L’esperienza teatrale, vista nella dimensione protetta ed accogliente del laboratorio e pensata in relazione alle reali esigenze dei ragazzi con disabilità, ai loro interessi ed alle loro capacità, rappresenta uno stimolo fondamentale all’espressione della creatività personale, alla scoperta di sé e all’interazione cooperativa con gli altri.
Eugenio Barba, uno dei più importanti registi-pedagoghi del Novecento, lo definisce “il luogo dei possibili”.
Gaetano Oliva definisce il teatro in quanto percorso che “... può diventare l’ambiente caldo in cui l’uomo riesce a crescere e a sviluppare il proprio benessere fisico e psichico. Il teatro inteso come processo di formazione dell’attore-persona sta a metà strada tra l’intimità più nascosta dell’individuo, cioè le sue paure, i suoi sogni, le sue emozioni, e la realtà completamente esterna della vita reale, ovvero il giudizio dell’altro, il ruolo sociale, l’aspetto più formale dei rapporti. Questa sua posizione mediana permette che venga vissuto come luogo in cui è possibile giocare, cioè fare esperienza sia della propria interiorità, sia della realtà esterna senza l’ansia normalmente provocata dall’errore e dal giudizio”.
Un percorso teatrale è essenzialmente educativo, in quanto implica un lavoro su se stessi, con gli altri e riguarda le azioni dell’attore-persona.
Il centro di tutto è l’individuo nella sua naturalità, l’unico strumento di cui ha bisogno per creare è il suo corpo.
Creare, agire, sperimentare, mettersi in discussione permette all’uomo di costruire la propria identità, che poi ne orienta le scelte concrete.
L’uomo in quanto uomo è un essere creativo ed in questa dimensione dove non sussistono modelli giusti o sbagliati, non esistono nemmeno deficit o menomazioni.
L’esperienza teatrale, vista nella dimensione protetta ed accogliente del laboratorio e pensata in relazione alle reali esigenze dei ragazzi con disabilità, ai loro interessi ed alle loro capacità, rappresenta uno stimolo fondamentale all’espressione della creatività personale, alla scoperta di sé e all’interazione cooperativa con gli altri.
File
Nome file | Dimensione |
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